tag:blogger.com,1999:blog-74146134486152276892024-03-05T20:06:44.895-08:00schermo splendentelo splendore del cinema dagli occhi di chi ne ha viste tante (di pellicole)Ye Olde Squittyhttp://www.blogger.com/profile/06096675533932282075noreply@blogger.comBlogger106125tag:blogger.com,1999:blog-7414613448615227689.post-32060648080941967052015-06-12T01:59:00.000-07:002015-06-12T03:07:09.842-07:00Jurassic World<div style="text-align: center;">
<img alt="logo copy" class="aligncenter size-medium wp-image-361904" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2015/06/logo-copy-559x379.jpg" height="379" width="559" />
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<h2 class="titolo_art" style="text-align: center;">
Finalmente ieri sera si è potuto assistere al ritorno sul grande schermo dei dinosauri.</h2>
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Le bestie preistoriche che ormai più di venti anni fa Spielberg è riuscito a riportare in vita, rivoluzionando per sempre il concetto di effetti speciali e di computer grafica, sono rtiapparse in tutta la loro magnificenza dopo mesi e mesi di hype. </div>
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<img alt="NErPBfEfrBrGvr_2_b" class="aligncenter size-medium wp-image-361912" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2015/06/NErPBfEfrBrGvr_2_b-559x294.jpg" height="294" width="559" />
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Dopo i due deludenti sequel del primo insuperabile capitolo della saga di Jurassic Park il pesantissimo testimone della regia passa da Spielberg a Colin Trevorrow e il regista/sceneggiatore realizza un lungometraggio che si pone a metà tra remake e sequel diretto del capostipite.
Sono ormai passati vent'anni dalla rovinosa prima apettura del parco su Isla Nublar e finalmente la struttura, ora denominata Jurassic World, pare funzionare a dovere. Il nuovo proprietario del parco, l'industriale Simon Masrani (Irrfan Khan) ha dato continuità al progetto dell'ormai compianto John Hammond e grazie al costante impiego delle tecnologie della InGen e sotto la guida del dott. Henry Wu (B.D. Wong, unico attore presente del cast originario) la struttura viene costantemente arricchita con nuove specie e attrazioni.</div>
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<img alt="6" class="aligncenter size-medium wp-image-361908" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2015/06/61-559x281.jpg" height="281" width="559" /> </div>
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E' in procinto di essere aperta al pubblico l'ultima novità, l'Indominous Rex, specie creata mediante la combinazione del DNA di differenti tipi di rettili preistorici (e non solo) che, come nella miglior tradizione, sfugge al controllo seminando il panico tra i visitatori del parco.
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<h3 class="frasecentrale" style="text-align: center;">
Jurassic World non è altro che un omaggio all'opera di Spielberg</h3>
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Un film che doveva essere fatto per quei fan che come me, nel 1993 sono andati al cinema e hanno visto qualcosa sino ad allora inimmaginabile. La pellicola di Travorrow cita in continuazione il capostipite mediante l'inserimento di oggetti, situazioni e location che per forza di cose riportano lo spettatore indietro di 20 anni.
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Una vera e propria opera di metacinema in cui il regista, nel dirci che si è obbligati a creare nuove specie perchè i bimbi di adesso sono abituati agli stegosauri pare cercare di dare giustificazione ad una trama per lo più banale ma da cui non si pretende più di tanto se non tentare di riportare in auge l'atmosfera di stupore e di meraviglia che oggi, per i nativi digitali abituati ai vari Star Wars, Godzilla & Co., danno sempre più per scontata.
Il plot, semplicissimo e ridotto all'osso, nella miglior tradizione spilberghiana fa da pretesto per dar sfogo oltre che al'avventura anche al trionfo dei buoni sentimenti. In film come questo la logica non può mai far da padrona, ma andare a vedere una pellicola dove l'uomo decide di far convivere uomini e dinosauri carnivori su un appezzamento di terra in mezzo al mare e criticare l'assurdità di certe situazioni sarebbe davvero stupido. Si potrebbero elencare decine e decine di situazioni paradossali in cui, tolti i dinosauri, non resterebbe nulla da raccontare, quel che invece si apprezza è l'omaggio, il costante riferimento e il rispetto mostrato da Trevorrow verso Spielberg. </div>
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<img alt="D3BiGGJ" class="aligncenter size-medium wp-image-361902" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2015/06/D3BiGGJ-559x314.jpg" height="314" width="559" /> </div>
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I personaggi, pur non avendo continuità rispetto al predecessore, seguono più o meno la caratterizzazione e l'evoluzione mostrata nell'opera prima con la differenza di trovare una bellissima Bryce Dallas Howard in in sostituzione del recentemente scomparso <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Richard_Attenborough" title="Richard Attenborough">Richard Attenborough</a> ad interpretare il ruolo di Claire Dearing. A far le vesti del duro di turno troviamo poi l'ex marine Owen Grady (Chris Pratt) che fra velociraptor addomesticati, T-rex redivivi e corse in moto nella giungla deve anche badare ai nipoti di Claire, Zack e Gray. </div>
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<img alt="Hollywood8" class="aligncenter size-medium wp-image-361906" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2015/06/Hollywood8-559x313.jpg" height="313" width="559" /> </div>
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Ovviamente non manca la sottotrama con tanto di "traditore" e di intervento da parte di governativi senza scrupoli (Vincent D'Onofrio fra tutti) così come il finale ultra trionfale e cooperativo.</div>
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<img alt="raptor" class="aligncenter size-medium wp-image-361909" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2015/06/raptor-559x332.jpg" height="332" width="559" /> </div>
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Cos'è quindi Jurassic World? Sostanzialmente è Jurassic Park senza la finezza registica di Spielberg ma con gli omaggi di un suo grande fan. Non se ne potrà apprezzare l'originalità, visto che i trailer svelano praticamente tutto della trama, ma quanto meno Trevorrow mette in scena un comparto effetti speciali in grado di mostrare dei velociraptor più inquietanti che mai oltre ad una folta fauna preistorica di contorno sempre ben realizzata. Anche gli strizzamenti d'occhio a Spielberg nelle inquadrature, nelle scene di fuga e nelle location, seppur continui appaiono comunque gradevoli, perfino il 3D è utilizzato in maniera egregia.<br />
In tutto questo alla fine si nota l'assoluta mancanza di uno sforzo crerativo superirore capace di dare giusto spazio ad un cast che già di per se funziona ma che con elementi del calibro di Vincent D'Onofrio e Omar Sy avrebbe sicuramente consentito di realizzare qualcosa che va oltre la continua caccia all'uomo che l'Indominus Rex si limita a condurre attraverso la banalità e scontatezza della trama.
La pellicola di Trevorrow serve semplicemente a rispolverare il meraviglioso parco a tema nato dall'immaginazione di Michael Crichton permettendo così di fornire ai più giovani spettatori l'occasione di vedere sul grande schermo i bestioni preistorici che ancora sanno stupire e meravigliare. Peccato solo che sarebbe bastato riproporre una bella versione rimasterizzata del primo Jurassic Park per raggiungere questo obiettivo e alla fine Jurassic World più che un remake a mio personale modo di vedere è una grande occasione mancata.</div>
Ye Olde Squittyhttp://www.blogger.com/profile/06096675533932282075noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7414613448615227689.post-63334921746717777572015-01-26T07:31:00.003-08:002015-01-26T07:31:53.479-08:00Big Eyes<div style="text-align: center;">
<a href="https://leganerd.com/2015/01/04/big-eyes/locandina-4/" rel="attachment wp-att-324232"><img alt="locandina" class="aligncenter size-medium wp-image-324232" height="829" src="https://leganerd.com/wp-content/uploads/2015/01/locandina-559x829.jpg" width="559" /></a>
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<h2 class="intro_art" style="text-align: justify;">
Gli occhi sono lo specchio dell'anima. Da questo incipit nasce tutto lo stile unico su cui la pittrice <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Margaret_Keane">Margaret Ulbrich Keane</a> ha basato la propria carriera e su cui il regista Tim Burton costruisce la sua biografia cinematografica.</h2>
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<a href="https://leganerd.com/wp-content/uploads/2015/01/Ulbrich-sotto-al-quadro-999x662.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Ulbrich sotto al quadro" border="0" class="aligncenter wp-image-324227 size-large" height="265" src="https://leganerd.com/wp-content/uploads/2015/01/Ulbrich-sotto-al-quadro-999x662.png" width="400" /></a> Quella della Ulbrich ci viene dipinta sin dal principio come una vita difficile, fatta di errori a cui si cerca di rimediare fuggendo. Peccato che i fantasmi del passato tornino sempre a bussare alle nostre porte e cercare di nascondere con la menzogna le proprie debolezze si rivela sempre un gioco sporco difficile da mantenere nel corso degli anni.
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Margareth (<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Amy_Adams" target="_blank">Amy Adams</a>) è una madre single per scelta visto che ha abbandonato il primo marito fuggendo con la figlia a San Francisco. Grazie all'appoggio dell'amica DeeAnn (una sempre più splendida <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Krysten_Ritter" target="_blank">Krysten Ritter</a>) Meg trova lavoro come decoratrice presso un'azienda di mobili. Per cercare di racimolare qualche soldo in più Margareth fa anche la ritrattista per strada e nel contempo cerca di vendere le sue opere, quadri semicaricaturali che raffigurano bambini dagli occhi enormi.</div>
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<a href="https://leganerd.com/2015/01/04/big-eyes/waltz/" rel="attachment wp-att-324246" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img alt="waltz" class="aligncenter wp-image-324246 size-large" height="266" src="https://leganerd.com/wp-content/uploads/2015/01/waltz-999x666.jpg" width="400" /></a></div>
Waltz non fa mistero della falsità del suo personaggio</div>
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È in questa occasione che viene notata da Walter Keane (<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Christoph_Waltz" target="_blank">Christoph Waltz</a>) agente immobiliare col pallino per l'arte che sostenendo il talento della donna cerca di venderne le opere.
La lenta opera di plagio che Keane opera sulla protagonista ci viene mostrata attraverso una recitazione decisamente sopra le righe con cui Waltz non fa mistero della falsità del suo personaggio che dapprima si offe di sposare Margareth per toglierla da un impiccio legale e poi le ruba l'identità spacciando per proprie le opere della moglie che grazie ad un’intuizione per i tempi a dir poco geniale raggiungono un successo sopra ogni previsione.
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<h5 class="frasecentrale" style="text-align: center;">
Big Eyes sostanzialmente è una storia d'amore</h5>
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Amore per un uomo, per una figlia ma soprattutto per l'arte.
Un sentimento per lo più inespresso a causa di un carattere complesso, remissivo frutto di continui abusi e schiacciamenti della personalità che Amy Adams riesce a trasmettere con le proprie espressioni e le sue movenze sempre delicate cui si contrappone il marito con la sua irruenza e sfacciataggine che in più di un’occasione sfocia volutamente nel grottesco.
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<img alt="Ulrich soprusi" class="aligncenter wp-image-324233 size-large" height="360" src="https://leganerd.com/wp-content/uploads/2015/01/Ulrich-soprusi-999x562.jpg" width="640" />
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Nulla da ridire sulla scelta degli altri comprimari fra cui spiccano, oltre alla Ritter, anche <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Danny_Huston" target="_blank">Danny Huston</a> e <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Terence_Stamp" target="_blank">Terence Stamp</a>, ma vedendo la pellicola si ha proprio l’impressione che Burton abbia giocato moltissimo sulla duplicità caratteriale dei protagonisti incastrando attorno altri personaggi che fungono da contorno minimalista.
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<a href="https://leganerd.com/2015/01/04/big-eyes/big-eyes01/" rel="attachment wp-att-324226" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="big eyes01" class="aligncenter wp-image-324226 size-large" height="180" src="https://leganerd.com/wp-content/uploads/2015/01/big-eyes01-999x563.jpg" width="320" /></a>Il tocco unico del regista è costantemente celato dietro l'incredibile uso del colore, ma si vede benissimo anche nell’algido bianco e nero delle riprese televisive dell’epoca e nel sapiente uso delle luci cui Burton ci ha sempre abituato e con le quali gioca benissimo per dare risalto ad occhi e volti più che mai.
Il vero marchio di fabbrica si manifesta esplicitamente nel comparto musicale affidato ancora una volta a <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Danny_Elfman" target="_blank">Danny Elfman</a> e, visivamente, in un paio di occasioni, entrambe all'inizio della pellicola che sembrano quasi un'autocitazione o un omaggio ai fan più accaniti.
[spoiler]
Mi riferisco alla scena iniziale dove vediamo il dettaglio dei meccanismi della tipografia che ritmicamente stampano i manifesti della pittrice e nell'inquadratura successiva dove ci viene mostrato un quartiere molto simile a Burbank o al complesso residenziale dove è ambientato Edward Mani di Forbice da cui si fugge attraversando una collina (elemento sempre ricorrente in Burton che rappresenta il concetto di isolamento).
[/spoiler]
Per il resto il regista pare essersi dedicato anima e cuore a descrivere gli stati d'animo della protagonista, pioniera della rivolta femminista a cavallo tra gli anni '50 e '60 in cui l'arte "non è cosa per femmine" e in cui la separazione o il divorzio sono un ostacolo al trovare lavoro. </div>
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<a href="https://leganerd.com/wp-content/uploads/2015/01/Ulbrich-sorridente-999x562.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img alt="Ulbrich sorridente" border="0" class="aligncenter wp-image-324231 size-large" height="225" src="https://leganerd.com/wp-content/uploads/2015/01/Ulbrich-sorridente-999x562.png" width="400" /></a>
Margareth non si arrende mai, dopo il plagio e il sopruso arriva infatti la reazione che ci viene preannunciata da un momento in cui anche il regista esce fuori dal suo nascondiglio regalandoci dapprima un momento di visione onirica tutto suo e una seconda fuga in notturna le cui atmosfere sono tipicamente Burtoniane.
Big Eyes è un film che mi è piaciuto moltissimo, i 105 minuti in cui si dipana la trama scorrono in un attimo e non ho trovato nessun momento morto nella sceneggiatura di Scott Alexander e Larry Karaszewski. </div>
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<a href="https://leganerd.com/2015/01/04/big-eyes/big-eyes/" rel="attachment wp-att-324247" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="BIG EYES" class="aligncenter wp-image-324247 size-medium" height="262" src="https://leganerd.com/wp-content/uploads/2015/01/BigEyesFilm-559x367.jpg" width="400" /></a>La vita di Meg scorre dinanzi gli occhi dello spettatore che assiste inerme ai soprusi che la donna accetta dapprima per amore e successivamente perchè ormai rivelare la truffa farebbe crollare tutto il castello di menzogne su cui si regge la sua ricchezza e conseguentemente la sua dipendenza dal marito.
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L'unico momento di incertezza a mio parere si trova nel terzo atto del film<br />
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L'unico momento di incertezza a mio parere si trova nel terzo atto del film, dove gli eventi si susseguono con un po' troppa rapidità senza dare spiegazione a una soluzione che arriva tramite un'illuminazione religiosa.
Altro lieve momento di calo si avverte nella scena che vede protagonista un celebre industriale italiano dell'epoca e in cui è stato mantenuto l'audio della versione originale che non lascia dubbio sulla presenza di comparse italo-americane non particolarmente brillanti nella recitazione.
Burton non è nuovo alle biografie ma sebbene il suo precedente lavoro di genere dedicato al regista Ed Wood fosse intriso di tutto il suo stile e permeato da notevoli licenze d'artista, nel portare sullo schermo la vita della Ulbrich il regista ha cercato di rimanere il più possibile fedele alla realtà, in tutti i sensi.
La ricostruzione degli ambienti, dei costumi e dei caratteri è assolutamente affine al contesto storico in cui il film è ambientato, periodo molto caro al regista perchè affezionatissimo alle produzioni cinematografiche dell'epoca. </div>
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<a href="https://leganerd.com/wp-content/uploads/2015/01/big-eyes02-559x314.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img alt="big eyes02" border="0" class="aligncenter size-medium wp-image-324228" height="224" src="https://leganerd.com/wp-content/uploads/2015/01/big-eyes02-559x314.jpg" width="400" /></a>Le tinte pastello degli abiti che la onnipresente <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Colleen_Atwood" target="_blank">Colleen Atwood</a> (costumista che segue il cineasta dai tempi di Edward Scissorhands e si è guadagnata l'oscar nel 2011 con Alice in Wonderland) si amalgamano perfettamente alle architetture sgargianti di <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Rick_Heinrichs" target="_blank">Rich Hinrichs </a>(con Burton già ai tempi del primo <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Frankenweenie_(film_1984)" target="_blank">Frankenweenie</a>) donando all’insieme la stessa solarità che si respirava in Big Fish e nonostante le piccole parentesi oniriche l'insieme è sempre molto credibile.
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<a href="https://leganerd.com/2015/01/04/big-eyes/tim-burton/" rel="attachment wp-att-324229" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Tim-Burton" class="aligncenter size-medium wp-image-324229" height="267" src="https://leganerd.com/wp-content/uploads/2015/01/Tim-Burton-559x374.jpg" width="400" /></a>Probabilmente complice di questa scelta è la profonda amicizia che lega Burton alla protagonista del film, arzilla vecchietta ultrasettantenne di cui Burton, in epoca non sospetta, ha iniziato a collezionare i quadri perchè affini al suo stile.
E in effetti il cineasta di Burbank ha da sempre infarcito le sue pellicole con protagonisti dagli occhi enormi, che fossero creature animate come Jack Skellington o Victor Van Dort o attori capaci di bucare con lo sguardo il pesante make up o le maschere come Edward/Depp o lo stesso Batman/Keaton Burton pare sostenere da sempre il motto della Ulbrich. </div>
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Grazie a questa alchimia la fusione tra le opere e l’autrice è perfetta e i protagonisti del film sono gli occhi dipinti da Margareth cui viene dedicata l’ultima gioiosa inquadratura prima di dare spazio alla conclusione tipicamente biografica che un pellicola di questo genere, così ben diretta, deve necessariamente dare allo spettatore.</div>
Ye Olde Squittyhttp://www.blogger.com/profile/06096675533932282075noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7414613448615227689.post-47399865274555018042014-11-21T07:18:00.003-08:002014-11-21T07:18:46.505-08:00Ghostbusters<div style="text-align: center;">
<img alt="ghostbusters" class="alignnone size-large wp-image-315654" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/11/ghostbusters-999x624.jpg" height="396" width="640" />
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<h2 class="intro_art">
Perché preoccuparsi? Ognuno di noi porta sulla schiena un acceleratore nucleare non autorizzato.</h2>
Dopo il post su <a href="http://leganerd.com/2014/02/13/howard-e-il-destino-del-mondo/" target="_blank">Howard the Duck</a> e quello su <a href="http://leganerd.com/2014/04/18/labyrinth/" target="_blank">Labirynth</a> arriviamo a parlare di un'altra icona del cinema anni '80, <i><a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Ghostbusters" target="_blank">Ghostbusters</a>,</i> e lo facciamo proprio in occasione del 30° anniversario dall'uscita nelle sale della pellicola.
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Ghostbusters nasce dalla passione dell'attore Dan Aykroyd per il paranormale. L'idea di realizzare una "commedia fantastica" iniziò a balenare nella testa di Aykroyd quando ancora calcava il palco del Saturday Night Live.
Per questo motivo il progetto inizialmente prevedeva il coinvolgimento di gran parte del cast della celebre trasmissione televisiva: i primi acchiappafantasmi sarebbero dovuti essere, oltre ad Aykroyd, John Belushi ed Eddie Murphy.</div>
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<a href="http://leganerd.com/2014/11/21/ghostbusters/3-ghostbusters-bill-murray/" rel="attachment wp-att-315507"><img alt="3-ghostbusters-bill-murray" class="aligncenter size-medium wp-image-315507" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/11/3-ghostbusters-bill-murray-559x249.jpg" height="249" width="559" /></a> </div>
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Anche la stesura del soggetto iniziale era nettamente differente: Aykroyd aveva sviluppato una trama che vedeva gli acchiappafantasmi come degli scienziati in grado di varcare una dimensione parallela alla realtà e in cui, viaggiando attraverso lo spazio e il tempo, sarebbero andati a caccia di spiriti ed esseri soprannaturali.
Anche il celebre zaino protonico è un'idea sviluppata successivamente, inizialmente gli acchiappafantasmi erano dotati di un'equipaggiamento differente che prevedeva un elmetto e una bacchetta simile a quella di un mago collegata tramite da un cavo ad un dispositivo collocato sulla schiena ancora molto distante dal concetto di proton pack. </div>
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<a href="http://leganerd.com/2014/11/21/ghostbusters/schermata-2014-11-20-alle-16-05-35/" rel="attachment wp-att-315551"><img alt="Schermata 2014-11-20 alle 16.05.35" class="aligncenter size-medium wp-image-315551" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/11/Schermata-2014-11-20-alle-16.05.35-559x460.png" height="460" width="559" /></a>
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La morte di John Belushi fu il primo avvenimento che portò ad un cambiamento nella stesura del copione.
Per superare il lutto Aykroyd trascorse tre settimane in villeggiatura assieme a Harold Ramis e in quel periodo i due iniziarono a modificare profondamente lo script che peraltro era già stato giudicato un po' troppo impegnativo in termini di budget da <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Ivan_Reitman" target="_blank">Ivan Reitman</a>.
Col supporto di Ramis vennero sviluppati gli zaini protonici, la trappola, il dispositivo di stoccaggio, la Ecto-1 e la caserma. Nel frattempo l'ingaggio di Eddie Murphy per il primo episodio di Beverly Hills Cop ed il conseguente subentro di Ernie Hudson per interpretare Winston Zeddmore diede lo spunto per rivedere integralmente il cast della pellicola.
<a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Steve_Guttenberg" target="_blank">Steve Guttenberg</a> (Mahoney nella serie Scuola di Polizia) inizialmente interpellato per il ruolo di Peter Venkman venne sostituito da Bill Murray con cui Aykroyd e Ramis avevano già avuto esperienze lavorative.
<a href="http://en.wikipedia.org/wiki/John_Candy" target="_blank">John Candy</a>, cui era affidato il ruolo di Louis Tully, venne sostituito da <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Rick_Moranis" target="_blank">Rick Moranis</a> ritenuto da Reitman più adatto al personaggio (pare che Candy volesse interpretare il ruolo sfoggiando un pesante accento tedesco).
<a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Harold_Ramis" target="_blank">Harold Ramis</a>, inizialmente non coinvolto nel nel cast venne successivamente scriturato per il ruolo di Egon Spengler perchè nessun altro candidato risultò adatto al ruolo mentre Ramis, avendo contribuito così tanto allo sviluppo del soggetto, era perfetto nella parte dello scienziato del gruppo. </div>
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<a href="http://leganerd.com/2014/11/21/ghostbusters/gb-header-cast/" rel="attachment wp-att-315510"><img alt="gb-header-cast" class="aligncenter wp-image-315510 size-large" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/11/gb-header-cast-999x410.jpg" height="262" width="640" /></a>
</div>
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<h4 class="frasecentrale sotto_titolo_art">
È la camera da letto, ma lì non è successo mai niente. Che delitto!</h4>
</blockquote>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/11/Ripley.png" rel="attachment wp-att-315500" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Ripley" class="alignright wp-image-315500" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/11/Ripley.png" height="211" width="150" /></a>A questo punto mancavano giusto un paio di comprimari e soprattutto il ruolo della protagonista femminile.
Per caratterizzare al meglio il personaggio di Dana Barrett e l'importante mutamento di personalità subito dalla stessa durante lo svolgimento della trama, la scelta ricadde su <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Sigourney_Weaver" target="_blank">Sigourney Weaver</a>.
L'attrice, oltre ad aver già dato grande prova di carisma in una precedente pellicola firmata da nienetepopodimenoche Ridley Scott e intitolata Alien, si fece particolarmente notare durante il casting mettendosi letteralmente ad abbaiare a quattro zampe dinanzi il regista.
Reitman aveva trovato la perfetta interprete per il ruolo ideato! </div>
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<a href="http://leganerd.com/2014/11/21/ghostbusters/dana-barrett-ghostbusters-_143139-fli_1377020661/" rel="attachment wp-att-315546"><img alt="dana-barrett-ghostbusters-_143139-fli_1377020661" class="aligncenter size-medium wp-image-315546" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/11/dana-barrett-ghostbusters-_143139-fli_1377020661-559x313.jpg" height="313" width="559" /></a>
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<br /></div>
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Come per tutte le pellicole del genere il primo dilemma da risolvere una volta individuato il cast di attori in carne ed ossa fu quello di stabilire come realizzare gli altri protagonisti del film ovvero le creature soprannaturali con cui gli acchiappafantasmi avrebbero dovuto avere a che fare.</div>
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<a href="http://leganerd.com/2014/11/21/ghostbusters/ghostbusters-staypuft-model/" rel="attachment wp-att-315506"><img alt="ghostbusters-staypuft-model" class="aligncenter size-medium wp-image-315506" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/11/ghostbusters-staypuft-model-559x551.jpg" height="551" width="559" /></a>
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Inizialmente il team degli effetti speciali aveva previsto l'utilizzo di sovraimpressioni, disegnando a mano gli effetti direttamente su un foglio di acetato trasparente da sovrapporre alla pellicola, ma la resa non soddisfò appieno Reitman così, dopo un paio di test si optò per una tecnica mista impiegando delle marionette e aggiungendo poi gli effetti di sovraimpressione.
Per animare il <i>mastro di chiavi</i> e il <i>guardia di porta</i> venne impiegata la tecnica stop-motion e marionette mentre per la scena del famosissimo <i>Omino Marshmallow</i> si ricorse ad un attore all'interno di una tuta filmato ad elevato numero di fotogrammi e poi rallentato per dare il senso si mastodonticità del personaggio (tecnica chiamata <i><a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Suitmation" target="_blank">suitmation</a></i> e mutuata dalle pellicole di Godzilla & soci) mentre per le espressioni del volto venne utilizzato un <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Animatronics" target="_blank">animatronic</a>.
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<br /></div>
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<img alt="Hook and Ladder" class="aligncenter wp-image-315498 size-large" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/11/Hook-and-Ladder-999x665.jpg" height="426" width="640" />
</div>
<blockquote>
<h4 class="sotto_titolo_art frasecentrale">
C'è un grave logoramento di tutte le strutture portanti, impianti idrico ed elettrico del tutto inadeguati alle nostre esigenze, e il circondario sembra una zona smilitarizzata... Questo edificio dovrebbe essere evacuato.</h4>
</blockquote>
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Le riprese si svolsero solo in parte a Manhattan dove è realmente situato il quartier generale degli acchiappfantasmi che altro non è se non una caserma dei pompieri nota come <i>Hook and Ladder Number 8</i> all'interno della quale è ancora presente l'insegna con l'inconfondibile logo.
Per gli interni del quartier generale invece si optò per una caserma di Los Angeles e analogo discorso venne fatto per la scena dell'hotel i cui esterni sono quelli dell'<i>Algonquin Hotel</i> di New York mentre gli interni appartengono al <i>Biltmore Hotel</i> di Los Angeles.
La scena iniziale è invece girata all'interno della <i>New York Public Library</i> mentre il complesso che racchiude gli appartamenti di Dana e Louis è situato al 55 di Central Park West ma non è il grattacielo che si vede nel film. </div>
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<img alt="Schermata 2014-11-20 alle 16.06.53" class="aligncenter wp-image-315552 size-medium" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/11/Schermata-2014-11-20-alle-16.06.53-e1416496220910-559x248.png" height="248" width="559" />
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Gli esterni vennero infatti ricostruiti mediante dei <i>matte</i> e delle <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Sovrimpressioni" target="_blank">sovrimpressioni</a> perché le scene delle esplosioni così come la battaglia con Gozer vennero girate in studio.
</div>
<blockquote>
<h4 class="frasecentrale sotto_titolo_art">
Ray, quando qualcuno ti chiede se sei un dio tu gli devi dire sì!</h4>
</blockquote>
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La pellicola uscì nei cinema degli Stati Uniti nel giugno del 1984 (da noi il 24 novembre) e si calcola che dalla programmazione riuscì ad incassare la cifra 434.286.000,00 dollari a fronte di un budget di 32.000,00 aggiudicandosi il titolo di miglior film di quell'anno ed entrando successivamente a far parte nella lista delle miglior commedie americane di sempre.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il lancio della pellicola fu effettuato mediante una campagna di marketing piuttosto efficace: in prossimità dell'uscita del film, sulle auto parcheggiate per le strade di New York vennero attaccati adesivi raffiguranti il logo degli acchiappafantasmi.
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<img alt="ghostbusters-1" class="alignnone size-large wp-image-315648" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/11/ghostbusters-1-999x561.jpg" height="359" width="640" />
</div>
<blockquote>
<h4 class="sotto_titolo_art">
Siamo pronti a credere in voi!</h4>
</blockquote>
<div style="text-align: justify;">
In televisione fu mandato in onda a rotazione il trailer del film contenente la scena dello spot pubblicitario degli Acchiappafantasmi appositamente modificato.
Il numero di telefono con il prefisso 555 presente nella pellicola venne modificato co un numero reale che se composto permetteva di ascoltare un messaggio registrato da Dan Aykroyd e Dave Murray del tipo "Ciao! Siamo a caccia di fantasmi ora".
Il numero ricevette circa 1000 chiamate all'ora, per sei settimane. </div>
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<br /></div>
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<a href="http://leganerd.com/2014/11/21/ghostbusters/ghostbusters-soundtrack/" rel="attachment wp-att-315509"><img alt="Ghostbusters-Soundtrack" class="aligncenter size-medium wp-image-315509" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/11/Ghostbusters-Soundtrack-559x235.jpg" height="235" width="559" /></a> </div>
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Il successo di Ghostbusters, oltre a generare un sequel (non all'altezza dell'originale), una serie animata proseguita per 3 stagioni, uno spin-off dedicato a Slimer e svariate testate di fumetti, fu in parte dovuto anche alla stupenda colonna sonora che accompagnò il lancio del film.
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Il film è diventato sin dal principio un fenomeno mondiale e il merchandising che accompagna la pellicola è in continuo aumento.
La t-shirt con il logo degli acchiappafantasmi è in produzione dal 1984 e al primo videogames, realizzato sempre nell'ottantaquattro da Activision per differenti piattaforme, sono seguiti altri 12 titoli.
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<div style="text-align: justify;">
In contemporanea con lo sviluppo della serie animata vennero ideate diverse linee di giocattoli e successivamente numerose action figures.
Recentemente la serie "lego ideas" ha fatto uscire il kit dedicato alla Ecto-1 contenente anche i 4 protagonisti e da poco è partita la raccolta adesioni per realizzare anche il quartier generale.</div>
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<img alt="100_1196" class="aligncenter wp-image-315511 size-medium" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/11/100_1196-559x357.jpg" height="357" width="559" />
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In occasione del 30° anniversario è poi stata realizzata una <a href="http://ghostbustersstore.com/ghostbusters-stay-puft-edition-super-deluxe-vinyl/details/32129306" target="_blank">limited edition</a> della colonna sonora, pubblicata su vinile bianco corredato da foto e cartoline lenticolari, il tutto racchiuso in un astuccio la cui superficie simula la consistenza e il profumo di un marshmallow.
Sempre per l'anniversario è stata lanciata sul mercato anche una nuovo <a href="http://amzn.to/1p5p8F9" target="_blank">cofanetto</a> contenente i blu-ray di entrambe le pellicole e nuovi contenuti speciali. </div>
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<img alt="7ab51b6ad3e6fb30407555ee811c5a72" class="aligncenter wp-image-315577 size-large" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/11/7ab51b6ad3e6fb30407555ee811c5a72-999x666.jpg" height="426" width="640" /> </div>
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Per diverso tempo si è parlato di un terzo capitolo della saga degli acchiappafantasmi e le voci sono state le più disparate. Sul web i rumors parlavano inizialmente di una stesura scritta ancora una volta da Ramis e Aykroyd, successivamente però è stato ufficializzato l'affidamento del progetto a Lee Eisenberg e Gene Stupnitsky che pare sia stato categoricamente bocciato da Murray (<a href="https://www.blogger.com/Lee%20Eisenberg%20e%20Gene%20Stupnitsky">si legge</a> che l'attore abbia restituito il copione ad Aykroyd dopo averlo ridotto in coriandoli costringendo la produzione a valutare un intero cambiamento del cast).
Il sito <a href="http://bloody-disgusting.com/news/3321478/weve-read-the-ghostbusters-3-script/" target="_blank">Bloody Disgusting</a> da pochi giorni ha anche pubblicato quella che pare essere la versione ufficiale della prima sceneggiatura, ecco la traduzione realizzata dal sito <a href="http://www.bestmovie.it/news/ghostbusters-3-sbuca-sul-web-la-prima-sceneggiatura-del-film-scritta-nel-2009/333284/" target="_blank">Best Movie</a>: </div>
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<div class="nota_art">
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Gli Acchiappafantasmi non lavorano più in proprio ma sono diventati una vera e propria corporation, la Ghostbusters Inc. Il cui direttore Todd Prendaghast, però (che tiene Slimer rinchiuso in un’unità di contenimento di vetro appesa al muro come trofeo) ha declassato Ray e Egon da titolari della società a posizioni minori, perché ritenuti responsabili della distruzione del Triborough Bridge durante il combattimento con uno spirito maligno.Anche Winston è presente, ma lavora come meccanico. Con loro c’è anche Oscar Barrett, figlio di Dana. Peter, invece, è diventato sindaco di New York City dopo aver vinto le elezioni con una campagna… anti Ghostbusters, motivo per cui i suo ex colleghi e amici hanno perso contatti con lui.Janine gli fa da segretaria e consigliera personale.Le cose cambiano quando sulla Grande Mela comincia ad aleggiare lo spirito di un certo Wolfram Von Grauen, architetto dell’800 impazzito e poi rinchiuso nel manicomio di Staten Island.
La città è in preda al panico, così Peter riesce a convincere Prendaghast a riconsegnare a ray e Egon il posto che gli spetta e, liberato Slimer e ripreso il volante della Ecto 1, si lanciano nella nuova missione, non prima di aver reclutato nuove reclute tra cui Oscar.
Nella battaglia finale, con i suoi poteri lo spirito di Grauen ha evocato una piovra gigante dall’oceano e l’unico modo per annientarla è incrociare i flussi.
Peter prende quindi il posto di Oscar per salvargli la vita e, consci dei rischi, gli Acchiappafantasmi riescono a vincere, morendo però nell’esplosione. A distanza di anni, la Ghostbusters Inc. viaggia a gonfie vele, e nell’ultima scena Janine incrocia i fantasmi di Peter, Ray e Egon, impegnati a giocare a carte. </div>
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Dopo la morte di Ramis (spentosi nel febbraio di quest'anno) il progetto pare aver preso una svolta differente e dopo l'uscita ufficiale di Ivan Reitman dal progetto, recentemente Paul Feigh ha annunciato che dirigerà un nuovo episodio che, tanto per cambiare, <a href="http://leganerd.com/2014/10/09/ghostbusters-3-si-fara/" target="_blank">si vocifera</a> sia un reboot tutto al femminile.
[minipost]http://leganerd.com/2014/10/09/ghostbusters-3-si-fara/[/minipost]
A prescindere da quel che verrà fatto, la prima pellicola rimane e rimarrà un masterpiece del cinema. Il logo dei Ghostbusters è entrato a far parte della cultura popolare al pari del fregio di Batman o di qualsiasi altro supereroe e il film, pur avendo 30 anni, è all'altezza delle moderne produzioni hollywoodiane. </div>
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<a href="http://leganerd.com/2014/11/21/ghostbusters/cimg1382/" rel="attachment wp-att-315497"><img alt="cimg1382" class="aligncenter size-medium wp-image-315497" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/11/cimg1382-559x419.jpg" height="419" width="559" /></a> </div>
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Se vi capita di fare un salto a New York andate nel quartiere Tribeca e fermatevi dinanzi la Hook & Ladder n°8. </div>
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<iframe frameborder="0" height="450" src="https://www.google.com/maps/embed?pb=!1m18!1m12!1m3!1d48345.68125294077!2d-73.97870400000001!3d40.77071!2m3!1f0!2f0!3f0!3m2!1i1024!2i768!4f13.1!3m3!1m2!1s0x89c259f54d3b12ab%3A0x6533f98161a3b606!2sGhostbusters+Headquarters!5e0!3m2!1sen!2sit!4v1416569683484" width="100%"></iframe>
</div>
<div style="text-align: justify;">
Dalla saracinesca della basculante da cui escono i camion dei pompieri è visibile l'insegna del secondo capitolo mentre sull'asfalto, accanto al graffito raffigurante l'effige della caserma (che peraltro consiste in un fantasma con elmo da pompiere), sono ancora presenti i fiori che i fan della serie continuano a portare come omaggio ad Harlod Ramis...
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<br /></div>
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Fonti: <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Ghostbusters_-_Acchiappafantasmi" target="_blank">Wikipedia</a>, <a href="http://docmanhattan.blogspot.it/2013/04/20-cose-che-forse-non-sapevate-su-Ghostbusters.html" target="_blank">l'Antro Atomico del Dr. Manhattan</a>, <a href="http://www.gbitalia.it/" target="_blank">Ghostbusters Italia</a>, <a href="http://bloody-disgusting.com/news/3321478/weve-read-the-ghostbusters-3-script/" target="_blank">Bloody Disgusting</a>, <a href="http://www.bestmovie.it/news/ghostbusters-3-sbuca-sul-web-la-prima-sceneggiatura-del-film-scritta-nel-2009/333284/" target="_blank">Best Movie</a>, <a href="http://splattercontainer.com/news/14513-ghostbusters-3-ivan-reitman-non-dirige-piu-il-film.html" target="_blank">Splattercontainer</a>, <a href="http://www.amazon.com/Making-Ghostbusters-Don-Shay/dp/0918432685/ref=pd_sim_sbs_b_6?ie=UTF8&refRID=1JGNDKYEPHHKPXSRP6CX" target="_blank">Making Ghostbusters</a>
</div>
<ul>
<li><a href="http://amzn.to/1p5p8F9" target="_blank">Ghostbusters Collection (2 Blu-Ray)</a> (amazon.it)</li>
</ul>
Ye Olde Squittyhttp://www.blogger.com/profile/06096675533932282075noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7414613448615227689.post-59174814497409955462014-08-04T09:38:00.003-07:002014-08-04T09:43:40.233-07:00Apes Revolution - Il Pianeta delle Scimmie<div style="text-align: center;">
<img alt="Dawn-of-the-Planet-of-the-Apes-final-poster" class="alignnone size-large wp-image-282009" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/08/Dawn-of-the-Planet-of-the-Apes-final-poster-999x1153.jpg" height="640" width="553" />
</div>
<h2 class="intro_art">
George Orwell aveva ragione! Se dovessi riassumere con una frase il plot del secondo capitolo del reboot di questa saga fantascientifica potrei semplicemente limitarmi a questo.</h2>
<div style="text-align: justify;">
Già perché rispetto al precedente capitolo, di cui avevo già parlato <a href="http://schermosplendente.blogspot.it/2011/08/rise-of-planet-of-apes.html" target="_blank">qui</a>, la pellicola passa nelle mani di <b>Matt Reeves</b> (amico d'infanzia di J. J. Abrams nonché regista di <i>Cloverfield</i>) che affronta la problematica del rapporto tra scimmie senzienti e umani secondo la sua personale catastrofica visione.
Sono passati 10 anni dal primo film e dalla spettacolare battaglia combattuta sul Golden Gate alla fine della quale le scimmie, rese intelligenti da un farmaco sviluppato come potenziale cura contro l'Alzheimer, si sono rifugiate nella foresta di sequoie di Muir Woods.
L'umanità è stata decimata da un virus, effetto collaterale delle ricerche scientifiche effettuate sui primati e diffuso a seguito della fuga in massa delle cavie dai laboratori di ricerca.
A San Francisco una piccola comunità di sopravvissuti capeggiata da Dreyfus (Gary Oldman) ha terminato i rifornimenti di gasolio per i propri generatori diesel, l'unica speranza è data dalla diga che si trova nella vicina foresta che, se rimessa in funzione, permetterebbe il ripristino dell'elettricità.
Una spedizione di uomini si addentra nel bosco dove ad attenderli trova una vera e propria società di scimmie capeggiate da Cesare, lo scimpanzé protagonista del precedente episodio.
</div>
<div style="text-align: center;">
<img alt="DOTPOTA-3" class="alignnone size-large wp-image-282011" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/08/DOTPOTA-3-999x624.jpg" height="399" width="640" />
</div>
<h3 class="frasecentrale" style="text-align: center;">
Il punto di partenza di questa nuova incarnazione della saga dei primati è indubbiamente catastrofico.</h3>
<div style="text-align: justify;">
Reeves dopo aver mostrato gli effetti della pandemia scatenatasi al termine del primo episodio con la più classica delle introduzioni, gioca tra il parallelismo sottolineando il progresso della società delle scimmie rispetto alla desolazione vissuta dai pochi superstiti.
Gli scenari urbani mostrano una San Francisco ricostruita nei minimi dettagli sopraffatta dalla natura. Le strade e i palazzi, ricoperti di vegetazione, così come gli esseri umani, vestiti di abiti logori e sporchi, paiono presi in prestito da una schermata di <i>The Last of Us</i> e ciò è un pregio. </div>
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<div style="text-align: center;">
<img alt="Apes Revolution" class="alignnone size-large wp-image-282018" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/08/Apes-Revolution-999x522.jpg" height="334" width="640" /> </div>
<div style="text-align: center;">
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Dall'altro lato troviamo le scimmie, organizzate in una società ancora in evoluzione, ma in perfetta armonia con la natura. Il precario equilibrio conquistato a fatica dai primati viene sconvolto dall'ingresso degli umani nella loro società e dalla compassione che Cesare, memore dell'amicizia col dott. Rodman (James Franco), mostra nei confronti del capo spedizione Malcom (Jason Clarke).
La scelta del leader non viene condivisa dalla comunità e in particolare da Koba, scimmia bonobo ex cavia da laboratorio che nutre uno smisurato odio nei confronti degli umani. La messa in discussione dell'autorità, unita alla meschinità dell'uomo sarà il focolaio da cui si verrà a scatenare una nuova rivolta.
</div>
<div class="dida_right" style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Seppur meno coinvolgente del predecessore sotto il profilo empatico Apes Revolution ha comunque il pregio di mostrare in modo credibile la progressiva corruzione di una società pura attraverso la biechezza degli esseri umani.
Che si tratti dell'odio di un animale scatenato dalla crudeltà delle torture infertegli in onore della scienza o della semplice stupidità di chi continua a chiamare aniamale ciò che ormai non lo è più, lo stravolgimento dell'equilibrio è reso in maniera impeccabile e sfocia in un'odio estremo al termine del quale, come ne "La Fattoria degli Animali" di Orwell, ci si interroga su chi abbia ragione.
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<div style="text-align: center;">
<img alt="image" class="alignnone size-large wp-image-282012" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/08/image-999x499.png" height="319" width="640" />
</div>
<div style="text-align: justify;">
A circondare questo interrogativo troviamo una realizzazione tecnica davvero impeccabile che mostra tutta la drammaticità delle sofferenze patite dai primati attraverso una computer grafica unica supportata ancora una volta da Andy Serkis, vero Maestro del motion capture, capace di dare a Cesare delle espressioni credibili.
Osservando le scene di massa ci si rende conto del progresso che è stato fatto dalla cg sia nei volti che nelle movenze delle scimmie. Tutti i primati, dalla vecchia conoscenza dell'orango Maurice a qualsiasi altro membro della comunità, sono realizzati con una cura maniacale dei dettagli e sebbene il più delle volte si esprimano con segni o versi gutturali ci si appassiona comunque nel seguirne le gesta.
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<div class="dida_right" style="text-align: justify;">
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<div style="text-align: justify;">
Ci sono però delle pecche di non poco conto come una generale lentezza di fondo e una narrazione degli eventi che in più occasioni non brilla troppo per coerenza.
È inevitabile sorridere vedendo in quale casa, tra le migliaia di edifici presenti a San Francisco, si rifugiano i protagonisti per sfuggire alle scimmie, e altrettanta ilarità viene suscitata dalla ridicola campagna di product placement che Apple imperterrita continua a portare avanti dal precedente film (e in un futuro post apocalittico inserire uno pseudo spot dell'iPad è davvero triste!).
Analogo discorso per le centinaia di migliaia di munizioni che gli umani sprecano...non si tratta di grosse cadute di stile, ma di semplici scelte che personalmente non ho trovato azzeccate.
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<div class="dida_left" style="text-align: justify;">
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<div style="text-align: justify;">
Ben più grave è il fatto che l'attenzione mostrata nella costruzione dei ruoli dei primati non trovi il giusto raffronto con le controparti umane.
Gary Oldman si limita al minimo contrattuale più o meno come in Robocop, e i ruoli assegnati al resto del cast non brillano certo per originalità regalando alla trama prevedibilità e scontatezza contribuendo alla lentezza generale del ritmo.
Nonostante questi difetti Apes Revolution rimane comunque un buon film, troppo diverso dal predecessore per poter suscitare le stesse sensazioni di coinvolgimento ed empatia, ma in ogni caso capace comunque di destare più di una riflessione grazie al sapiente gioco di raffronti che, tra dilemmi socio-esistenziali e scene belliche degne dei migliori war movie, porta verso il finale.
Probabilmente con un cast più impegnato e una riduzione del minutaggio sarebbe venuto fuori qualcosa di superiore, ma già così merita comunque la visione sollevando grandi aspettative riguardo a quel che ci aspetterà nel terzo capitolo, vero trait d'union tra questo reboot e la saga classica.
</div>
Ye Olde Squittyhttp://www.blogger.com/profile/06096675533932282075noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7414613448615227689.post-47031892232212609832014-06-05T08:24:00.000-07:002014-06-05T08:26:34.153-07:00X-Men giorni di un futuro passato<div style="text-align: center;">
<img alt="x-men-days-of-future-past-spoiler-review-easter-egg-discussion" class="alignnone size-large wp-image-274843" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/06/x-men-days-of-future-past-spoiler-review-easter-egg-discussion-999x624.jpeg" height="398" width="640" />
</div>
<h2 class="titolo_art intro_art">
Dopo il deludente <a href="http://schermosplendente.blogspot.it/2013/08/wolverine-limmortale.html">secondo capitolo</a> dedicato a Wolverine i mutanti tornano al cinema nuovamente diretti da Brian Singer.</h2>
Il ritorno dietro la macchina da presa del primo regista della saga è sicuramente indicativo del fatto che dopo l'altrettanto poco riuscito "<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/X-Men:_Conflitto_finale" target="_blank">X-Men: Conflitto Finale</a>" fosse necessario sfruttare l'ondata di successo de "<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/X-Men_le_origini_-_Wolverine" target="_blank">Le Origini</a>" dando ai fan il giusto connubio fra presente e passato.
<br />
<div class="dida_left" style="text-align: justify;">
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Riuscire a scrivere una sceneggiatura in grado di dare continuità alle varie peripezie vissute dai mutanti nell'arco di 14anni di pellicole non è certo un compito semplice, ed è per questo che Singer congela parte degli avvenimenti di Conflitto Finale presentando al pubblico uno Xavier ed un Magneto in piena forma ed alleati, di cui ci era già stato dato un assaggio nella scena post titoli di coda di "Wolverine l'immortale".
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<img alt="x-men-days-of-future-past-cast" class="alignnone size-large wp-image-274840" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/06/x-men-days-of-future-past-cast-999x569.jpg" height="364" width="640" /> </div>
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Senza dilungarsi in spiegoni iniziali la pellicola sbatte in faccia allo spettatore la guerra tra umani e mutanti che si sta combattendo nel prossimo futuro.
Braccati dalle sentinelle, macchine da guerra col potere di assimilare i poteri dai mutanti, i seguaci di Xavier e Magneto appaiono incapaci di difendersi dagli attacchi.
L'unica speranza per sopravvivere sembra essere data da Kitty Pryde (Ellen Page) che con i suoi poteri manda la coscienza di Wolverine (Hugh Jackman) indietro negli anni settanta per cercare di impedire il programma di sviluppo delle sentinelle da parte del professor Bolivar Trask.
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<a href="http://leganerd.com/2014/06/05/x-men-giorni-futuro-passato/seventies/" rel="attachment wp-att-274789"><img alt="seventies" class="aligncenter size-medium wp-image-274789" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/06/seventies-559x373.jpg" height="373" width="559" /></a>
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Giunto indietro nel tempo Logan dovrà cercare di convincere i giovani Charles Xavier (James Mc Avoy) e Erik Lehnsherr (Michael Fassbander) ad allearsi per un fine comune, ma i <i>dissapori</i> narrati nel prequel "Le Origini" non renderanno il compito semplice.
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Sin dal primo fotogramma la pellicola di Singer appare travolgente ed esagerata.
Dopo una sequenza iniziale iperdinamica il regista proietta lo spettatore negli anni settanta cercando di evidenziare in ogni modo il contesto in cui si svolge gran parte della trama.
Questa viene per lo più portata avanti dalle gesta di Mystique e di Logan che occupano gran parte delle scene assieme a Xavier, Bestia e Magneto, anche se una delle sequenze più interessanti e spettacolari ci viene regalata da Quicksilver (Evan Peters) uno dei personaggi introdotti in questa pellicola.
Probabilmente l'ultimo episodio della saga dei mutanti ha il difetto di puntare tutto sull'esagerazione. </div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEi07lR1XDBw2rzuzo7z3LmP99AegJ7VnmAzpC2DoRLpwmWIM2a7IY76DJXdZhOKuJo_46wXnJWqc1r4bl-2D51iUdP83G-vsiSi6bz5vKUptSSnr0taggGWDEI14zjY70M1NzraWjbxOMAfg-x-1FaNCwiu41msFGAzELL18FPkLxLCdkGWkyIBqSnNYPWPSYk5_Jf6iVrSsnZLb4hqapmdjg=" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="??????????????????????????????????????" border="0" class="alignnone size-large wp-image-274842" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/06/Hugh-Jackman-X-Men-Days-of-Future-Past-999x666.jpg" height="426" width="640" /></a></div>
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L'eccesso si respira infatti in ogni angolo: il cupo e angosciante futuro, in cui non splende più nemmeno il sole è così esagerato da risultare stereotipato e profondamente posticcio così come gli anni settanta sono a tratti grotteschi seppure l'ambientazione risulti sempre molto ben curata.
Anche gli scontri sono portati davvero all'estremo così come la sofferenza mostrata da Xavier ma sicuramente l'aspetto che accusa più di tutto questa mania di grandezza è la sceneggiatura.
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<a href="http://leganerd.com/2014/06/05/x-men-giorni-futuro-passato/peter-dinklage-character-image/" rel="attachment wp-att-274782" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="peter-dinklage-character-image" class="alignleft wp-image-274782" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/06/peter-dinklage-character-image-498x500.jpg" width="250" /></a>Il cast di <i>Days of Future Past</i> è davvero incredibile: in poco più di due ore di pellicola vengono collocati più di venti personaggi chiave con rimandi ai precedenti episodi (Striker) ed intrecci con la trama del nuovo film.
Come se ciò non bastasse vengono collocati anche degli spunti narrativi inediti che strizzano l'occhio al contesto storico-politico in cui sono inseriti (Kennedy e Nixon) cercando di dare nuovo sviluppo ai rapporti tra i protagonisti. </div>
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Ciò che a mio modo di vedere stupisce è il fatto che questa palese fiera dell'eccesso nonostante tutto regge e, salvo un momento davvero soporifero e un altro paio dominati dal nonsense, non stufa lo spettatore ma, al contrario, lo tiene incollato alla poltrona nell'attesa di vedere se davvero il futuro può cambiare o ormai quel che è deciso dal destino è legge.
Complici di questo risultato sono sicuramente gli attori che portano avanti lo sviluppo della trama. Oltre all'ormai ben rodato Jackman si apprezza moltissimo Jennifer Lawrence nel ruolo di Raven così come Peter Dinklage in quello di Trask. Anche Fassbander conferma le sue doti recitative regalando un giovane Magneto al pari della controparte anziana affidata a Mc Kellen.</div>
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<img alt="sentinella" class="alignnone wp-image-274786 size-medium" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/06/sentinella-559x325.jpg" height="325" width="559" />
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Spettacolare anche il comparto degli effetti speciali che ha permesso di realizzare due tipologie di sentinelle davvero notevoli.
Probabilmente la pecca che più si nota nell'aver messo così tanta carne al fuoco è il fatto che certi sviluppi futuri della trama ci vengono rivelati con una semplice battuta (come quella di Pietro Maximof su suo padre) ma anche questa può essere una scelta di stile.
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<h3 class="frasecentrale" style="text-align: justify;">
Onestamente ho apprezzato la pellicola di Singer perchè a mio modo di vedere costituisce un incredibile azzardo.</h3>
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<img alt="x-men-days-of-future-past-DF-25809_rgb" class="alignnone size-large wp-image-274844" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/06/x-men-days-of-future-past-DF-25809_rgb-999x666.jpg" height="426" width="640" />
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Pensare di portare in un unico film praticamente tutto il cast delle precedenti pellicole è uno sforzo che davvero merita un grande apprezzamento ma nel contempo è una scelta che comporta anche il sacrificio di alcuni ruoli che, seppur portati su pellicola da attori che si sono fatti apprezzare in lavori precedenti (Omar Sy è solo uno dei tanti esempi), sono limitati ad apparizioni di pochi minuti se non addirittura secondi.
Non era possibile dare coerenza e continuità a tutto l'universo cinematografico della saga e forse è proprio per questo che l'inizio del film è costruito come una sorta di ingiustificato salto nel vuoto, vero pretesto o escamotage per voltare pagina rispetto al mediocre terzo capitolo.
Probabilmente il difetto più grave, su cui non riesco proprio a soprassedere, è l'approssimatività con cui si è voluto mostrare il futuro. Anche questa è sicuramente una scelta dovuta al fatto che gran parte della trama si svolge altrove, ma quelle quattro pagode immerse nell'oscurità non mi hanno proprio detto nulla.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEjMmRk47g8-RWjc-DByhAItOxovcrSxK9p9Ri9JyH_rB-Nm8khtDDlHO9ZTIsL1mFs5e_aVx2sbpMcIQkq8WiN0lH7CLPGcKK6WJG5K7Jq7VTd2R1Zy-m3CWgj78QOrNAcEzrs4UrWfH7IELQUo5cykenAR_yulT484rSNRq7k8NbPFZa_eBSynXOVHr2IEDS57138YavtC8inqZuX1gRmr=" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="quicksilver-x-men-days-of-future-past" border="0" class="alignright wp-image-274788" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/06/quicksilver-x-men-days-of-future-past-500x500.jpg" width="300" /></a>Per il resto, se si riesce a soprassedere su alcuni sviluppi un po' troppo sbrigativi (qualcuno sta forse pensando alla sequenza del binario che viene plasmato da Magneto ed inserito dentro alla sentinella?) e al fatto che certi personaggi sono stati relegati al semplice ruolo di comparsa, "Giorni di un futuro passato" è una pellicola da vedere, anche solo per il semplice fatto di costituire nel contempo tanto l'epilogo quanto il punto di partenza per il reboot dell'intera saga, ma per capirlo conviene attendere la fine dei titoli di coda.dell'intera saga, ma per capirlo conviene attendere la fine dei titoli di coda.</div>
<!-- Blogger automated replacement: "https://images-blogger-opensocial.googleusercontent.com/gadgets/proxy?url=http%3A%2F%2Fleganerd.com%2Fwp-content%2Fuploads%2F2014%2F06%2Fquicksilver-x-men-days-of-future-past-500x500.jpg&container=blogger&gadget=a&rewriteMime=image%2F*" with "https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEjMmRk47g8-RWjc-DByhAItOxovcrSxK9p9Ri9JyH_rB-Nm8khtDDlHO9ZTIsL1mFs5e_aVx2sbpMcIQkq8WiN0lH7CLPGcKK6WJG5K7Jq7VTd2R1Zy-m3CWgj78QOrNAcEzrs4UrWfH7IELQUo5cykenAR_yulT484rSNRq7k8NbPFZa_eBSynXOVHr2IEDS57138YavtC8inqZuX1gRmr=" --><!-- Blogger automated replacement: "https://images-blogger-opensocial.googleusercontent.com/gadgets/proxy?url=http%3A%2F%2Fleganerd.com%2Fwp-content%2Fuploads%2F2014%2F06%2FHugh-Jackman-X-Men-Days-of-Future-Past-999x666.jpg&container=blogger&gadget=a&rewriteMime=image%2F*" with "https://blogger.googleusercontent.com/img/proxy/AVvXsEi07lR1XDBw2rzuzo7z3LmP99AegJ7VnmAzpC2DoRLpwmWIM2a7IY76DJXdZhOKuJo_46wXnJWqc1r4bl-2D51iUdP83G-vsiSi6bz5vKUptSSnr0taggGWDEI14zjY70M1NzraWjbxOMAfg-x-1FaNCwiu41msFGAzELL18FPkLxLCdkGWkyIBqSnNYPWPSYk5_Jf6iVrSsnZLb4hqapmdjg=" -->Ye Olde Squittyhttp://www.blogger.com/profile/06096675533932282075noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7414613448615227689.post-28499448994933080982014-05-16T03:52:00.001-07:002014-05-16T03:56:03.433-07:00Godzilla, una carriera lunga 60 anni rovinata ancora una volta dagli americani!<div style="text-align: center;">
<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=272602" rel="attachment wp-att-272602"><img alt="1898207_10202540957463083_1698697748_n" class="aligncenter size-medium wp-image-272602" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/05/1898207_10202540957463083_1698697748_n-559x314.jpg" height="314" width="559" /></a> </div>
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Ieri sera ho finalmente pouto vedere i secondo remake americano di Godzilla, e dico "finalmente" perchè l'hype intorno a questa pellicola è stato qualcosa di allucinante per il sottoscritto. </h2>
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Bene o male attribuisco a Godzilla (e a Megaloaman) il motivo principale per cui sono diventato un appassionato di cinema. So che una frase simile può davvero far sorridere, ma è stato guardando quelle produzioni così anomale che mi è venuta la curiosità di comprendere cosa potesse mai esserci dietro la scelta di infilare un attore dentro ad un costume sperando di far passare per realistiche le scene di distruzione di massa causate da un essere posticcio. </div>
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<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=272605" rel="attachment wp-att-272605" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="gojira_small" class=" wp-image-272605 alignleft" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/05/gojira_small-559x785.jpg" height="360" width="256" /></a>Ho visto il mio primo film di Godzilla ad appena 7 anni, si trattava de "Il trionfo di King Kong", pellicola del 1962 allora trasmessa da una rete locale, e sono rimasto totalmente affascinato dalla semplicità con cui il regista era riuscito a creare dell'intrattenimento puro e semplice.
Da allora non ho più abbandonato la saga del lucertolone atomico e, arrivato all'adolescenza, sono riuscito a procurarmi in VHS altri film come "Ai confini della Realtà" (il terribile titolo italiano dato a Gojira tai Megalon) e a collezionare le rare locandine italiane di queste pellicole. </div>
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Finalmente, quando ormai ero all'università la Yamato Video ha doppiato e immesso sul mercato home video anche i film degli anni '90, e grazie alla fantastica libreria Mondo Bizzarro di Bologna sono riuscito a recuperare quasi tutta la filmografia di Godzilla acquistando costosissimi VHS inglesi.</div>
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Scrivo tutto questo non per autocelebrarmi (anche perchè cosa ci sia di meritevole nell'aver speso così tanto tempo e denaro per guardare dei film) ma per far comprendere a chi mi legge che ho atteso con profonda ansia il film che ho visto ieri sera, e sono rimaso profondamente deluso.</div>
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La delusione più grossa l'ho avuta da Garreth Edwards, il regista della pellicola, perchè ho apprezzato moltissimo il suo precedente lavoro "Monsters" di cui tempo fa <a href="http://schermosplendente.blogspot.it/2011/01/monsters.html">ho parlato</a> sul mio blog personale.
Quando ho saputo della sua presenza dietro a questo progetto il mio entusiasmo è schizzato alle stelle perchè chi ha visto il suo precedente film sa bene che il pregio più grande di Monsters sta nell'essere parzialmente riuscito ad amalgamare alla perfezione degli aspetti non proprio omogenei quali il problema dell'immigrazione, il complesso di un figlio che non è all'altezza del padre, una storia d'amore e l'invazione della terra da parte di mostri alieni, e il tutto con un mockumentary!!!
Considerando che questa nuova incarnazione di Godzilla era affidata alle mani di Edwards, quando ho sentito dal trailer inglese che si faceva riferimento agli espreimenti del 1954 ho subito sperato che il punto di partenza fosse proprio il primo Gojira di Honda, la pellicola più drammatica e toccante dell'intera saga nipponica poi sfociata negli anni in qualcosa di completamente differente e relgata ad un pubblico di bambini. </div>
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<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=272609" rel="attachment wp-att-272609"><img alt="MCDGODZ EC052" class="aligncenter size-medium wp-image-272609" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/05/Godzilla_54_design-559x338.jpg" height="338" width="559" /></a>
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<h3 class="frasecentrale" style="text-align: justify;">
Già perchè Godzilla, o meglio Gojira, non è altro che uno spauracchio, la metafora di un terrore profondamente vissuto da una nazione che si è sentita impotente dinanzi ad una forza estranea di dimensioni sovraumane, capace di radere al suolo una città.</h3>
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Il terrore vissuto con l'esplosione della bomba su Hiroshima è stato reinterpretato da Hishiro Honda utilizzando ciò che per eccellenza in natura è già di per sè un incredibile effetto speciale: i dinosauri.
Sin dai titoli di testa (dove eccheggia il nome di <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Yoshimitsu_Banno">Yoshimitsu Banno</a> tra i produttori esecutivi) il film di Edwards dà prova di calcare molto bene il clima di minaccia. La prima parte del film è costruita maggiormante attorno a due protagonisti e tenta di introdurne la psicologia unicamente attraverso il trauma della perdita di un affetto che ha contribuito alla loro separazione. A mio modo di vedere è qui che il regista ha davvero dato il meglio di sè riuscendo perfettamente a catturare tanto l'angoscia ed il terrore verso alcune minacce e disgrazie attuali (tsunami, tragedia di fukushima, 9/11) quanto il senso di desolazione e di tristezza che si prova dopo averle subite sulla propria pelle. </div>
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<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=272597" rel="attachment wp-att-272597"><img alt="devastazione" class="aligncenter size-medium wp-image-272597" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/05/devastazione-559x400.jpg" height="400" width="559" /></a> </div>
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Il rientro a casa dei protagonisti a 15 anni dall'incidente della centrale atomica è reso in maniera esemplare.
[spoiler] </div>
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Nonostante questa cura per le emozioni e il costante riferimento al rapporto di paternità già correttamente evidenziato nella <a href="http://leganerd.com/2014/05/13/godzilla-2014/">recensione</a> di Claudio Tamburrino, la pellicola inizia a vacillare proprio dove ci si aspetta il suo climax ovvero all'ingresso dei colossi atomici.
Godzilla è assolutamente magnifico nella sua grandezza esagerata, e nel momento in cui ho visto il muso del mostro, riadattato dalle più recenti incarnazioni nipponiche, animarsi perfettamente per eseguire il primo ruggito ho avuto la pelle d'oca.</div>
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<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=272611" rel="attachment wp-att-272611"><img alt="NEsapJK1xsWcvz_1_a" class="aligncenter size-medium wp-image-272611" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/05/NEsapJK1xsWcvz_1_a-559x294.jpg" height="294" width="559" /></a> </div>
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Diverso discorso invece per le altre due creature. Muto per quanto ben realizzato e intelligentemente studiato (vera chicca l'utilizzo id EMP) non mi ha ocnvinto del tutto. E' un fattore puramente estetico, ma quel che più ha destato dubbi in me è la somiglianza del muso triangolare di Muto con quello del mostro Gaos (Gyasu) della saga di Gamera. Probabilmente è solo una mia impressione, ma ho trovato bizzarro dare a Godzilla una controparte simile al villain di una saga che da sempre è separata e distinta.
Queste sono pecche puramente estetiche che comunque non hanno influito sul mio giudizio finale. Ciò che invece proprio non mi è andato giù è l'incredibile lentezza con cui scorre la trama. Già perchè superata l'introduzione iniziale che deve per forza esserci in un film che attinge da una saga come questa, inizia una fase di scontri fra titaniche creature intervallati dai tentativi dell'uomo di fare da sé impiegando il consueto inutile stuolo di militari di cui fa parte il protagonista. </div>
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<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=272598" rel="attachment wp-att-272598"><img alt="godzilla-attacks-golden-gate" class="aligncenter size-medium wp-image-272598" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/05/godzilla-attacks-golden-gate-559x359.jpg" height="359" width="559" /></a> </div>
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<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=272603" rel="attachment wp-att-272603" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="godzilla-face-palm-small" class=" wp-image-272603 alignright" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/05/godzilla-face-palm-small.jpg" height="109" width="129" /></a>Il messaggio di sacrificio e di rassegnazione agli eventi, ben presente nella pellicola del 1954, è lasciato nelle mani del personaggio di Ichiro Serizawa (Ken Watanabe) scienziato che dinanzi all'esercito americano, sempre pronto ad imbastire azioni militari a suon di bombe, sa solo dire "mah, io lascerei fare a Godzilla".
Forse il concetto poteva essere espresso meglio, ma nella pellicola assistiamo ad altri momenti in cui la sceneggiatura prende delle scorciatoie che in più di un'occasione sono valse un facepalm.
[spoiler]
l'autociserna rovesciata casualmente sull'imboccatura del nido di Muto è forse il momento di massimo WTF
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Sul versante degli scontri ho trovato davvero spettacolari e angoscianti gli incidenti aerei causati da Muto ma non posso dire di essere rimasto soddisfatto dai duelli fra le creature.
Sebbene realizzati con una computergrafica perfetta i combattimenti sono diretti in maniera quasi sfuggente. Sono convinto che questa sia una scelta del regista che ci mostra solo sul finale due scene trionfali al limite della tamarraggine. redo che Edward abbia voluto alimentare sin dal principio la curiosità dello spettatore mostrando le creature sin dal principio ma relegandole a fugaci apparizioni per lo più mostrate tramite monitor ad infrarossi o notiziari televisivi. </div>
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<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=272612" rel="attachment wp-att-272612"><img alt="muto-3" class="aligncenter size-medium wp-image-272612" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/05/muto-3-559x234.jpg" height="234" width="559" /></a> </div>
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E' uno stratagemma che ho comunque apprezzato come scelta, ma che putroppo contribuisce a rendere il film pesante e lento perchè quando finalmente si è arriva allo scontro diretto ho visto molte persone controllare sul display dei telefonini l'orario(!).
Oltre a questi difetti, che probabilmente non tutti condivirannno, credo che un'altra pecca della sceneggiatura sia nella scelta del protagonista. Far affrontare al tenente Ford Brody tutta la sequela di catastrofi che ci vengono mostrate, e da cui esce sempre indenne, è un bell'impegno specie se ad interpretarlo trovialo il monoespressivo Aaron Taylor-Johnson col suo sguardo vitreo rubato a Tobey Maguire. Meglio invece per Bryan Cranston che abbandona il suo ruolo comico d'eccellenza (il padre nel telefilm "Malcom in the middle") dando prova di una discreta recitazione nei ruoli drammatici. </div>
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<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=272600" rel="attachment wp-att-272600"><img alt="Godzilla-Poster-03" class="aligncenter size-medium wp-image-272600" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/05/Godzilla-Poster-03-559x371.jpg" height="371" width="559" /></a> </div>
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Il Godzilla di Edward è una pellicola che funziona molto bene in principio ma che man mano mostra delle incertezze che non possono soddisfare un fan di vecchia data come lo scrivente.
Bene o male il pubblico del cinema ieri sera ha sembrato apprezzare nel complesso il film regalando un applauso proprio sulla scena finale che peraltor cita proprio la pellicola "Il Trionfo di King Kong" menzionata all'inizio.
In me rimane però il dubbio che l'entusiasmo degli spettatori fosse più che altro dovuto al fatto che finalmente il film fosse finito.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUAXj2dS9wj-9_gCu_d51z74kYlsn4FfzSAG-Fzu885owKPR7waS2-Z32pT3O_SnXerHHsPWgg4w62UUceFFnfm3u8mykh3qO-U5TJNTYwGzTuiZk6nSGn0kUtkZ9V1tttyzi63U4t8KRl/s1600/25.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjUAXj2dS9wj-9_gCu_d51z74kYlsn4FfzSAG-Fzu885owKPR7waS2-Z32pT3O_SnXerHHsPWgg4w62UUceFFnfm3u8mykh3qO-U5TJNTYwGzTuiZk6nSGn0kUtkZ9V1tttyzi63U4t8KRl/s1600/25.jpg" /></a></div>
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Ye Olde Squittyhttp://www.blogger.com/profile/06096675533932282075noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7414613448615227689.post-15915423219955431712014-05-15T09:47:00.000-07:002014-05-15T09:47:00.249-07:00The Amazing Spiderman 2 il potere di Electro<div style="text-align: center;">
<img alt="the-amazing-spider-man-2" class="alignnone size-large wp-image-272460" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/05/the-amazing-spider-man-21-999x624.jpg" height="396" width="640" />
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<h3 class="intro_art" style="text-align: justify;">
Dal primo momento in cui ho visto la locandina promozionale di Spider-Man mostrare il protagonista intento ad affrontare ben 3 villain storici ho temuto che, come per il terzo capitolo della precedente trilogia, si fosse fatto l'errore di mettere troppa carne al fuoco...in parte avevo ragione.</h3>
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Ormai avrete visto tutti il secondo episodio del reboot di Spider-Man quindi è il momento di scatenare il dibattito.
Premetto che, nonostante il difetto in premessa, ho trovato questo secondo lavoro di Marc Webb più definito rispetto al precedente, ma ciò non vuol dire che il risultato mi sia piaciuto. Spider-Man 2 finalmente non fa più mistero dell'obiettivo che gli sceneggiatori si sono prefissati nel portare sullo schermo una nuova saga fumettistica.
La pellicola attimo dopo attimo svela il dramma esistenziale e amoroso di un hipster in calzamaglia incapace di rinunciare all'amore della sua vita ma nel contempo troppo indaffarato e divorato dal senso di giustizia (o forse dai sensi di colpa per la morte dello zio) per riuscire a conciliare la doppia esistenza di teenager e supereroe.
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<h2 class="frasecentrale" style="text-align: justify;">
Spider-Man 2 ci viene raccontato attraverso gli occhi di tanti protagonisti mediante un meccanismo che propone sempre un unico tema ricorrente, quello dello scorrere del tempo.</h2>
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<a href="http://leganerd.com/2014/05/15/the-amazing-spiderman-2/the_amazing_spider-man_2_film_banner/" rel="attachment wp-att-272421"><img alt="The_Amazing_Spider-Man_2_(film)_banner" class="aligncenter size-medium wp-image-272421" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/05/The_Amazing_Spider-Man_2_film_banner-559x295.jpg" height="295" width="559" /></a> </div>
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Il film mostra un Peter Parker (Andrew Garfield) ancora sconvolto dalla morte del colonnello Stacy e per questo incapace di ricambiare l'amore della figlia Gwen (Emma Stone).
Ad interrompere questi dubbi esistenziali, acuiti dalla notizia dell'imminente trasferimento della ragazza in Inghilterra, ci pensa Harry Osborne (Dane DeHaan), amico d'infanzia di Parker, tornato a NY giusto in tempo per assistere alla morte del proprio padre Norman e ricevere in eredità il suo impero economico e tecnologico. </div>
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<a href="http://leganerd.com/2014/05/15/the-amazing-spiderman-2/hipsters-peter-parker-harry-osborn/" rel="attachment wp-att-272489"><img alt="HIPSTERS-Peter-Parker-Harry-Osborn" class="aligncenter size-medium wp-image-272489" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/05/HIPSTERS-Peter-Parker-Harry-Osborn-559x347.jpg" height="347" width="559" /></a> </div>
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Sullo sfondo delle relazioni fra i tre protagonisti si sviluppa la nascita di Electro, in origine Max Dillon (Jamie Foxx), anonimo impiegato della Oscorp che a seguito di un incidente sul lavoro si tramuta in un essere fatto di elettricità.
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<div class="dida_left" style="text-align: justify;">
Spider-Man 2 incentra lo scorrere della trama sulla sensazione di avere i minuti contati</div>
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<a href="http://leganerd.com/2014/05/15/the-amazing-spiderman-2/andrew-garfield-emma-stone/" rel="attachment wp-att-272418" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="andrew-garfield-emma-stone" class="alignright wp-image-272418" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/05/andrew-garfield-emma-stone-559x841.jpg" height="451" width="300" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
A prescindere che ci venga mostrato tramite l'attesa di arrivare a sera per poter festeggiare un compleanno, la lotta contro una malattia logorante, il countdown di un'esplosione o ancora i giorni che scorrono prima di vedere un aereo porter via per sempre un amore, Spider-Man 2 incentra lo scorrere della trama sulla sensazione di avere i minuti contati.
Fulcro di queta scelta la si trova nel discorso di fine anno scolastico che la già orfana Gwen Stacy fa dinanzi ai suoi compagni di classe, evento fondamentale che anticipa alla perfezione gli eventi futuri.
A mio personale giudizio a questo approccio va il merito di delineare molto bene la psicologia della nuova incarnazione in celluloide di Spidey creando grandi aspettative su cosa ci riserverà nei prossimi episodi (eh si perchè da quel che ci viene mostrato alla fine di tutto dubito che si riesca a fare solo un terzo film...).
Il tema sentimentale, molto profondo, che culmina alla perfezione nella scena madre al termine della battaglia finale, stona invece con l'estetica generale del prodotto.
Mi spiego meglio, è chiaro che Spider-Man 2 sia un film per adolescenti e ci sta anche che lo si incentri su di una storia d'amore fra coetanei. Anche negli albi a fumetti Parker ha regalato ai lettori dei drammi struggenti alternandoli a epiche battaglie contro personaggi i cui costumi sfioravano (e talvolta oltrepassavano) i limiti del ridicolo. Fortunatamente però il lettore è sempre consapevole del fatto di trovarsi dinanzi ad un fumetto.
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Anche per questo secondo lavoro Marc Webb mostra di aver studiato alla perfezione ogni inquadratura mostrandoci pose dell'arrampica-muri del tutto identiche a quelle viste nelle vignette e questa cura maniacale si rivede anche nel look dei personaggi, volutamente esagerato e stereotipato oltre ogni limite (lo scienziato con accento tedesco, il nerd con i dentoni e gli occhiali rotti, il cattivo sovietico).
Tanto l'aspetto sentimentale quanto quello fumettistico si riescano ad apprezzare singolarmente, ma nel connubio della trama risultano un po' squilibrati. </div>
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<a href="http://leganerd.com/2014/05/15/the-amazing-spiderman-2/stereotipi/" rel="attachment wp-att-272420"><img alt="stereotipi" class="aligncenter size-medium wp-image-272420" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/05/stereotipi-559x310.jpg" height="310" width="559" /></a> </div>
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Il Potere di Electro si incentra sulla storia d'amore tra Peter e Gwen, vero trait d'union tra le vicende degli altri comprimari, e ci si stupisce davvero nel vedere come alla fine di tutto il villain che dà il nome alla pellicola e quello che compare nel finale abbiano un ruolo così insignificante da non giustificare l'impiego di due premi oscar per la loro interpretazione.
La storia d'amore è talmente diluita nelle 2 ore e 20 di pellicola che altri aspetti fondamentali della trama (fra tutti la scoperta del perché il siero ha funzionato su Peter) passano in secondo piano e un paio di personaggi risultano superflui.
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Secondo una mia personale riflessione credo che questo film si potesse fare eliminando del tutto i personaggi di Max Dillon e di Aleksei Sytsevich, ma evidentemente la devastazione che le loro nemesi causano a New York sono elemento fondamentale oltre che per riempire le platee di teenager anche per differenziare il reboot dalla precedente trilogia. </div>
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Parlando unicamente della regia spiace vedere come il 3D abbia sensibilmente condizionato gran parte delle scene d'azione. Pur reputanto questa tecnologia del tutto inutile si comprende come questo film sia stato studiato perfettamente attorno alla proiezione stereoscopica ed è quasi un peccato averlo visto senza gli occhialini (no, non è vero!!! 3D=cacca!!!). </div>
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<a href="http://leganerd.com/2014/05/15/the-amazing-spiderman-2/goblin/" rel="attachment wp-att-272419"><img alt="goblin" class="aligncenter size-medium wp-image-272419" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/05/goblin-559x420.jpg" height="420" width="559" /></a>
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Alla fine il secondo capitolo di Amazing Spider-Man non mi è piaciuto del tutto, ma ho apprezzato molto certe scelte stilistiche così come l'apertura ad un seguito che anticipa l'evoluzione della trama verso una saga difficile e ancorpiù spettacolare (fumettisticamente parlando) e sono decisamente curioso di vedere come verrà portata sullo schermo.</div>
Ye Olde Squittyhttp://www.blogger.com/profile/06096675533932282075noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7414613448615227689.post-26782363858974029892014-04-17T09:18:00.000-07:002014-04-17T09:20:59.324-07:00Labyrinth<h2 class="frasecentrale intro_art" style="text-align: center;">
<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=269416" rel="attachment wp-att-269416"><img alt="Labyrinth locandina" class="aligncenter wp-image-269416" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/04/Labyrinth-locandina-559x838.jpg" height="838" width="559" /></a></h2>
<h2 class="frasecentrale intro_art" style="text-align: justify;">
Con rischi indicibili, e traversie innumerevoli, ho superato la strada per raggiungere il castello oltre a città di Goblin, per riprendere il bambino che tu hai rapito.</h2>
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Dopo il <a href="http://leganerd.com/2014/02/13/howard-e-il-destino-del-mondo/">precedente post</a> dedicato ad Howard the Duck torno a paralre di una delle pellicole che più hanno segnato la mia infanzia. Questa volta è il turno di Labyrinth (in Italia Labyrinth - dove tutto è possibile) film del 1986 diretto da Jim Henson (QUEL Jim Henson) su soggetto dello stesso e di Dennis Lee, e sceneggiatura di Terry - Monty Phiton - Jones.
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<h3 class="frasecentrale" style="text-align: justify;">
Ho sovvertito l'ordine del tempo… ho messo sottosopra il mondo intero e tutto questo l'ho fatto per te… non ti sembra abbastanza generoso?</h3>
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<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=269422" rel="attachment wp-att-269422"><img alt="labyrinth-screenshot-med-11" class="aligncenter size-medium wp-image-269422" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/04/labyrinth-screenshot-med-11-559x239.jpg" height="239" width="559" /></a></div>
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Pur traendo parziale ispirazione da Alice in wonderland e Il mago di Oz Labyrinth è uno di quei film che si colloca come un vero precursore all'intero della storia del cinema. La visionaria costruzione del regno dei Goblin è stata fonte di ispirazione per successivi registi e sono convinto che pellicole come "il labirinto dle Fauno" non avrebbero visto la luce senza il precedente lavoro di Henson e soci.
La peculiarità della pellicola è data dal fatto che i cast è composto prevalentemente da marionette, e ciò non deve sorprendere visto che il regista è il creatore dei celebri Muppets, ma Labyrinth non è il primo esperimento di Henson in questo senso. Quattro anni prima il regista assieme al suo amico di sempre <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Frank_Oz">Frank Oz</a> (uno dei più celebri marionettisti del cinema cui va il merito di aver animato il Maestro Yoda oltre che aver recitato in moltissime pellicole e aver diretto celebri commedie) aveva diretto The Dark Cristal, pellicola fantasy interamente realizzata con l'impiego di marionette e pupazzi. Purtroppo questo film non ebbe il riscontro aspettato, circostanza che spinse l'autore a preferire l'interazione tra uomoni e pupazzi per il successivo lavoro.</div>
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<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=269421" rel="attachment wp-att-269421"><img alt="MV5BNzg4OTU2NjExOF5BMl5BanBnXkFtZTcwOTkzOTkzNQ@@._V1_SX640_SY720_" class="aligncenter size-medium wp-image-269421" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/04/MV5BNzg4OTU2NjExOF5BMl5BanBnXkFtZTcwOTkzOTkzNQ@@._V1_SX640_SY720_-559x378.jpg" height="378" width="559" /></a> </div>
Nacque così un progetto più complesso del precedente: per cercare di contenere toni dark del design delle creature opera di Brian Froud la produzione suggerì oltre a un sensibile cambio estetico, anche l'avvicinamento di alcuni personaggi più soft. Venne introdotto il personaggio del nano Gogol (Hoggle nella versione originale) e soprattutto l'idea di coinvolgere un'icona glam rock che, oltre a dare un notevole contributo recitativo, potesse anche consentire dei sipari musicali tra una scena e l'altra. Altro coinvolgimento illustre fu quello di George Lucas in qualità di produttore esecutivo con la Lucasfilm.
Il progetto mutò quindi sensibilmente perchè venne coinvolto David Bowie in veste di antagonista ufficiale del film nonchè di autore di cinque brani della colonna sonora. Il risultato finale a mio parere è qualcosa di davvero unico e ad oggi ancora insuperabile.<br />
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<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=269454" rel="attachment wp-att-269454"><img alt="sarah-labyrinth" class="aligncenter size-full wp-image-269454" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/04/sarah-labyrinth.jpg" height="372" width="500" /></a> </div>
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La scelta della protagonista cadde su una giovanissima Jennifer Connelly, da poco reduce dalle riprese di Suspiria di Dario Argento e con all'attivo già altre pellicole. Prima di lei vennero provinate moltissime ragazze fra cui alcuni celebri e allora giovanissimi volti di Hollywood come Helena Bonham Carter, Yasmine Bleeth, Sarah Jessica Parker e Marisa Tomei. Alla fine Henson volle la Conelly perchè a suo parere era in grado di rappresentare sia l'innocenza di una bambina che la sensualità di una ragazza (e probabilmente non aveva tutti i torti).
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<h3 class="frasecentrale" style="text-align: justify;">
Desidero propio che gli gnomi ti portino via… all'istante!</h3>
La trama non è altro che una riflessione sul passaggio dall'infanzia all'adolescenza.<br />
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<div style="text-align: center;">
<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=269455" rel="attachment wp-att-269455"><img alt="OT_Labyrinth-Dove-Tutto-è-Possibile_7big" class="aligncenter size-medium wp-image-269455" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/04/OT_Labyrinth-Dove-Tutto-è-Possibile_7big-559x239.jpg" height="239" width="559" /></a> </div>
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<br /></div>
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La quindicenne Sarah (Jennifer Conelly) sogna di poter diventare un'attrice famosa al pari di sua madre. Purtroppo si trova a dover accudire il figlio che suo padre ha avuto da un'altra donna. La ragazza non accetta la situazione e per fuggire dalla realtà si rifugia costantemente in un mondo di fantasia circondata dai giocattoli e dai libri di favole della sua infanzia.</div>
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<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=269420" rel="attachment wp-att-269420"><img alt="Sarah e Toby" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/04/Sarah-e-Toby-559x237.png" height="237" width="559" /></a> </div>
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<br /></div>
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Trovandosi per l'ennesima volta a fare da baby sitter al fratellastro Toby ha la malcapitata idea di raccontandogli la fiaba del suo libro preferito, Labyrinth, e all'esclamazione della frase "<i>Spero proprio che gli gnomi ti portino via, all’istante</i>" il bambino viene rapito da delle creature bizzarre. Sarah non fa nemmeno in tempo a comprendere quanto accaduto che le appare dinanzi Jareth (David Bowie) il Re dei Goblin che le rivela di aver rapito il bambino come da lei chiesto portandole in cambio una piccola sfera di cristallo che racchiude i sogni della ragazza. Sarah rifiuta il dono e pretende il bambino indietro, ma Jareth la porta nel regno dei Goblin dicendole che se vuole rivedere suo fratello dovrà attraversare il labirinto che costeggia il suo castello entro 13 ore altrimenti il bambino diventerà uno gnomo. </div>
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<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=269452" rel="attachment wp-att-269452"><img alt="th" class="aligncenter size-full wp-image-269452" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/04/th.jpg" height="272" width="480" /></a> </div>
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Inizia così il viaggio di Sarah attraverso questo onirico regno popolato da personaggi fantastici che si scopriaranno essere già presenti nela fantasia della ragazza. Oltre al nano Gogol ad offrire aiuto alla protagonista troviamo Sir Didymus, uno yorkshire antropomorfo che giunge a cavallo di Lancillotto, il vero bobtail di Sarah, e Bubo, un gentile bestione salvato da alcuni scagnozzi di Jareth. </div>
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<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=269418" rel="attachment wp-att-269418"><img alt="labyrinth5" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/04/labyrinth5-559x239.jpg" height="239" width="559" /></a> </div>
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Il viaggio verso il castello del Re dei Goblin passa attraverso i claustrofobici corridoi del labirinto disseminato di inquietanti trappole (stupendo e suggestivo il pozzo popolato da mani parlanti) luoghi pittoreschi (la gora dell'eterno fetore) e popolato da personaggi sempre più bizzarri.</div>
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<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=269419" rel="attachment wp-att-269419"><img alt="labyrinth_handpit" class="aligncenter size-medium wp-image-269419" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/04/labyrinth_handpit-559x237.png" height="237" width="559" /></a>
</div>
<h3 class="frasecentrale" style="text-align: justify;">
Non hai nessun potere su di me...</h3>
<div style="text-align: justify;">
Raggiunto finalmente Jareth, Sarah dovrà prendere coscienza del fatto che tutto ciò a cui ha assistito non è altro che frutto della sua fantasia e vedendo scoparire il Re dei Goblin davanti a se verrà riportata a casa propria assieme a suo fratello. </div>
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<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=269453" rel="attachment wp-att-269453"><img alt="labyrinth dance" class="aligncenter size-medium wp-image-269453" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/04/labyrinth-dance-559x415.jpg" height="415" width="559" /></a> </div>
<br />
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L'epilogo dell'avventura dà proprio il senso della crescita e del passaggio all'età adulta. Sarah è seduta davanti allo specchio di camera sua intenta a disfarsi di tutti i suoi giocattoli (tra cui spiccano le riproduzioni dei protagonisti del film) quando in riflesso le appaiono Gogol Bubo e gli altri abitanti del labirinto che le spiegano che anche se diventerà adulta saprà sempre dove trovarli.
</div>
<h3 class="frasecentrale" style="text-align: justify;">
Non è giusto? Ripeti sempre questa frase... vorrei capire qual è il tuo metro di giustizia!</h3>
<div style="text-align: center;">
<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=269417" rel="attachment wp-att-269417"><img alt="labyrinth-jim-henson" class="aligncenter size-medium wp-image-269417" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/04/labyrinth-jim-henson-559x778.jpg" height="778" width="559" /></a> </div>
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<div style="text-align: justify;">
Nonostante il maniacale impegno e la genialità del lavoro Labyrinth fu un flop al botteghino dell'epoca. Costato oltre 25 milioni di dollari il film in patria riuscì a fruttare il modesto incasso di 12,5 milioni. La critica non accolse positivamente il film, da un lato troppo fiabesco e dall'altro eccessivamente grottesco e a tratti terrificante. Numerose critiche vennero mosse all'interpretazione di David Bowie e anche il ruolo di Sarah non fu accolto positivamente (secondo il Miami News "Connelly is simply the wrong person for the right job"). In definitiva l'opera di Henson, ultima pellicola diretta prima della sua morte avvenuta del 1990, non fu capita.
Il film fu accompagnato da una notevole campagna promozionale con merchandising di vario genere tra cui, oltre alla celebre soundtrack, alcuni peluches e due videogame per C64 e NES. </div>
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<div style="text-align: center;">
<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=269424" rel="attachment wp-att-269424"><img alt="labyrinth" class="aligncenter size-medium wp-image-269424" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/04/labyrinth-559x299.gif" height="299" width="559" /></a> </div>
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<div style="text-align: justify;">
Il primo, realizzato dalla Lucasfilm Games (oggi Lucas Arts), era un'avventura grafica in cui il protagonista andando al cinema per vedere il film veniva letteralmente trasportato all'interno della pellicola e costretto a rivivere l'avventura di Sarah. Ricordo ancora di aver speso interi pomeriggi cercando di risolvere tutti gli enigmi del videogame, ma solo grazie alla soluzione pubblicata su <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Zzap!">Zzapp </a>sono riuscito ad arrivare davanti a Jareth. Il secondo videogioco invece venne realizzato solo ed unicamente per il mercato giapponese (dove ancora oggi Labyrinth è cosiderato un cult movie) e aveva la struttura tipica di un RPG dell'epoca, con i protagonisti super deformed e gli enigmi in stile Legends of Zelda. Ne venne anche sviluppata una successiva conversione per Commodore che però non arrivò mai in Italia.
Nel 2006 è poi stato realizzato un manga intitolato <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Return_to_Labyrinth">Return to Labyrinth</a> che racconta gli eventi a distanza di 10 anni da quanto visto nel film. </div>
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<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=269414" rel="attachment wp-att-269414" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Gogol face" class="aligncenter size-full wp-image-269414" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/04/Gogol-face.jpg" height="240" width="320" /></a>In definitiva Labyrinth è l'ennesimo caso di un film troppo avanti per poter essere capito dalla critica del periodo. Gli effetti speciali erano qualcosa di incredibile per i tempi. Il costume di Gogol era un sofisticato animatronics, la maschera del volto venne realizzata impiegando un sistema di servomotori che consentivano agli animatori di comandare le espressioni facciali. Venne anche impiegata la computergrafica per realizzare la civetta in cui Jarod si man ifesta a Sarah mentre numerosi accorgimenti tecnici furono impiegati per le altre marionette e le complesse scenografie del labirinto ispirate alle opere di <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Maurits_Cornelis_Escher">Maurits Cornelis Escher</a>. </div>
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<br /></div>
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Dinanzi ad un simile impiego di mezzi è più che naturale che i costi di produzione siano levitati al punto da rendere il film un flop colossale. Ingiustamente inquadrato come una pellicola per bambini il lavoro di Henson racchiudeva temi più maturi e interessanti che la critica che gli spettatori non hanno saputo cogliere.
Per chi non avesse visto il film esiste un'ottima edizione sia in Bluray che in DVD corredata da numerosi specials e featurettes facilmente reperibile on-line.
Fonte <a href="http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&uact=8&ved=0CDMQFjAA&url=http%3A%2F%2Fit.wikipedia.org%2Fwiki%2FLabyrinth_-_Dove_tutto_%25C3%25A8_possibile&ei=4fxPU_mVBKOJywOrl4GICQ&usg=AFQjCNFbSCFkYcUPhfe2IudaNvausNaw2A&sig2=GDqt6LtK-pxlwERgt3VpGA&bvm=bv.64764171,d.bGQ">wikipedia.it</a> <a href="http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=2&cad=rja&uact=8&ved=0CDsQFjAB&url=http%3A%2F%2Fen.wikipedia.org%2Fwiki%2FLabyrinth_(film)&ei=4fxPU_mVBKOJywOrl4GICQ&usg=AFQjCNGZyCJIFfDRFILU62uQP6HNRHlpXQ&sig2=N1zKtiqMqNVVm28ZYAEZyw&bvm=bv.64764171,d.bGQ">wikipedia.en</a> <a href="http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&uact=8&ved=0CDgQFjAA&url=http%3A%2F%2Fwww.imdb.com%2Ftitle%2Ftt0091369%2F&ei=Hf1PU8YFpbLLA57FgOAL&usg=AFQjCNEWzMdsLXQc8CVYV9-TltjJtAgegw&sig2=TzozMgYcnutM_rg7bT0kKA&bvm=bv.64764171,d.bGQ">imdb</a></div>
Ye Olde Squittyhttp://www.blogger.com/profile/06096675533932282075noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7414613448615227689.post-13950408874453517732014-04-10T03:36:00.003-07:002014-04-11T03:12:21.658-07:00Capitan America - il soldato d'inverno<h2 class="intro_art" style="text-align: center;">
<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=268393" rel="attachment wp-att-268393"><img alt="captain-america-the-winter-soldier-0a" class="aligncenter size-medium wp-image-268393" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/04/captain-america-the-winter-soldier-0a-559x369.jpg" height="369" width="559" /></a></h2>
<div style="text-align: justify;">
Sono molto, molto legato alla trasposizione cinematografica di Capitan America.
Del primo film avevo apprezzato molto l'ambientazione vintage, il personaggio di Howard Stark e sinceramente non molto altro. Ho poi rivisto Cap ne "I Vendicatori" dove la faccetta da bravo ragazzo di Chris Evans ha tremendamente sfigurato nel confronto con Robert Downey Jr.
Superato il soporiferissimo secondo film di Thor ho attreso con ansia l'arrivo del seguito de "Il primo vendicatore" perchè speravo davvero che finalmente si riuscisse a dare giusta vitalità e grinta ad un personaggio che a mio modo di vedere non era stato adeguatamente sfruttato.
Posso dire di essere rimasto ampliamente soddisfatto.
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<h3 class="frasecentrale" style="text-align: justify;">
"Il soldato d'inverno" è un film in cui finalmente Capitan America fa quello che ogni buon lettore dei suoi fumetti si aspetta da questo personaggio.</h3>
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Tra inseguimenti , salti, sparatorie e innumerevoli lanci di scudo con rimbalzo Cap si muove sempre come un vero supereroe accompagnato da una Vedova Nera che non si limita ad ammiccare alla macchina da presa (pur mostrando sempre il suo ragguardevole fondoschiena). </div>
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<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=268392" rel="attachment wp-att-268392"><img alt="Cap-Cycle" class="aligncenter size-medium wp-image-268392" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/04/Cap-Cycle-559x342.jpg" height="342" width="559" /></a>
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Ok dunque per la componente action, ma si sa anche che un film come questo ha l'importante ruolo di portare lo spettatore verso una nuova fase delle pellicole dedicate ai personaggi della Marvel facendo da trait d'union col prossimo Guardian of the Galaxy. Saranno dunque riusciti gli sceneggiatori assoldati dalla Disney in questo difficile intento?
Anche in questo caso la risposta è affermativa: la trama riprende bene i fatti dove sono stati interrotti dando continuità ai vecchi personaggi in un contesto più o meno fedele ai fumetti. Ottimo il ruolo di Nick Fury, più bastardo che mai, e ottima anche la nuova linfa con cui Scarlet Johansson ha ridato luce al suo personaggio. </div>
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<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=268395" rel="attachment wp-att-268395"><img alt="nick fury" class="aligncenter size-medium wp-image-268395" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/04/nick-fury-559x314.jpg" height="314" width="559" /></a>
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<br />
Falcon, non tanto per l'interpretazione quanto per il personaggio in sè che mi ricorda troppo il Maggiore Hawk di Capitan Power!</div>
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Per quel che riguarda i volti nuovi non mi è dispiaciuto il soldato d'Inverno sebbene la sua presenza, tanto invocata nel titolo, sia più che altro relegata a contorno delle vicende di altri veri protagonisti. Tra questi nota di merito va a Robert Redford che fa esattamente ciò che il suo personaggio richiede mostrando tutta la sua esperienza di vero veterano del cinema. Non mi è invece andato giù Falcon, non tanto per l'interpretazione quanto per il personaggio in sè che mi ricorda troppo il <a href="http://thumbs3.ebaystatic.com/d/l225/m/m3-gT9tKbojToAhy4tD9WNQ.jpg">Maggiore Hawk</a> di Capitain Power! </div>
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<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=268394" rel="attachment wp-att-268394"><img alt="Falcon" class="aligncenter size-medium wp-image-268394" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/04/Falcon-559x314.jpg" height="314" width="559" /></a> </div>
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Nonostante ciò il ruolo funziona grazie ad una sceneggiattura che nonostante la (personale) ridicolaggine del personaggio ne limita la comparsa all'essenziale costruendogli attorno le giuste situazioni per permettere lo sviluppo degli altri comprimari.
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L'unico vero difetto che si può trovare a questo film è un forte sbilanciamento di ritmo tra la prima e la seconda parte perchè a un inizio totalmente action che quasi fa venire una crisi epilettica allo spettatore segue una mega inchiodata sulla metà da cui se ne esce in maniera non proprio liscia licia (e con un paio di nonsense davvero tristi). Altro difetto, ma di poco conto, e soprattutto rilevabile solo da chi segue tutto l'universo cinematografico e televisivo Marvel, è una certa mancanza di continuità rispetto alla serie Agents of S.H.I.E.L.D., ma vedremo in seguito se gli sceneggiatori sapranno mettere una pezza adeguata. </div>
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<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=268391" rel="attachment wp-att-268391"><img alt="action" class="aligncenter size-medium wp-image-268391" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/04/action-559x288.jpg" height="288" width="559" /></a> </div>
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Questi aspetti non inficiano in generale la pellicola cui va l'imprevedibilissimo merito di di essere riuscita a creare un ottimo connubio tra un film action a tratti cupo e crudele e un fanta thriller politico, un po' lento, ma nel complesso godibile.
Quel che si respira da "Il soldato d'inverno" è in sotanza un messaggio di cambiamento che viene mostrato allo spettatore sin dal primo secondo di pellicola in cui appare una bellissima rivisitazione del logo Marvel, quasi a far intendere che in effetti siamo di fronte a qualcosa di differente. </div>
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<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=268548" rel="attachment wp-att-268548"><img alt="THE_WINTER_SOLDIER (2)_14645_immagine_obig" class="aligncenter size-medium wp-image-268548" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/04/THE_WINTER_SOLDIER-2_14645_immagine_obig-559x419.jpg" height="419" width="559" /></a> </div>
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Andando avanti non si può che trovare conferma di questo sospetto. La pellicola dei fratelli Russo è permeata da una forte atmosfera cupa, fatta di violenza talvolta anche estrema (ma senza mai mostrare una goccia di sangue!) e la costante sensazione che quel che ci viene mostrato non corrisponde all'esatta realtà. Anche le gag inserite non sono mai troppo eccessive e, come se non bastasse racchiudono una certa ricercatezza (splendido l'epitaffio di Nick Fury che strizza l'occhio ad uno dei più famosi ruoli interpretati da Samuel L. Jackson). Onestamente dopo l'acquisizione da parte della Disney della Marvel questo film è davvero una sorpresa.
Sulla trama mi limito a dire che, nonostante il picco di lentezza di metà film, si riescie comunque a proseguire bene attraverso le oltre due ore di durata complessiva aiutati anche da un paio di rivelazioni su alcuni personaggi precedentemente visti in altre pellicole (il senatore Stern in primis) e strizzando l'occhio ad un possibile imminente ritorno di uno dei protagonistipiù amati di questo universo.
Come sempre il vero finale, quello che attende lo spettatore dopo i titoli di coda, è una vera chicca, e oltre a mostrarci due dei protagonisti della prossima imminente pellicola, lascia spazio allo sviluppo per un altro sequel (ma per questo bisonga attendere davvero fino alla fine dei titoli!!!). Speriamo dunque che tanta attenzione venga dedicata anche alle prossime produzioni.</div>
Ye Olde Squittyhttp://www.blogger.com/profile/06096675533932282075noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7414613448615227689.post-33441371026588179202014-02-13T07:53:00.000-08:002014-04-11T03:29:38.196-07:00Robocop<h2 class="intro_art" style="text-align: center;">
<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=263186" rel="attachment wp-att-263186"><img alt="robocop-2014" class="aligncenter size-medium wp-image-263186" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/02/robocop-2014-559x314.jpg" height="314" width="559" /></a></h2>
<h2 class="intro_art">
Lo scorso 6 febbraio è uscito in Italia il remake di Robocop, riportato sugli schermi dal regista brasiliano José Padilha.</h2>
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L'opera originale, realizzata nel 1987 da Paul Verhoeven, suscitò parecchi problemi a causa dell'elevata violenza di alcune scene. Veerhoven volle infatti adottare una semplice scelta di stile: raffigurare il prossimo futuro come un regime dispotico, governato da gigantesche multinazionali capaci di corrompere qualsiasi cosa e in cui la criminalità è dilagata a un punto tale da portare la polizia a scioperare per la mancanza di strutture e di aiuti. Un contesto così esasperato venne rappresentato esagerando qualsiasi aspetto, da quello della violenza a quello satirico. Il regista, volle infatti inserire alcuni spunti di comicità ed ironia per sottolineare maggiormente il non-sense della moderna società.
Nonostante la limitatezza di mezzi del periodo la pellicola fu un vero successo riuscendo a portarsi a casa un Oscar per il miglior montaggio sonoro assieme ad altre due nomination e svariati premi paralleli come miglior film sci-fi e miglior trucco.
Per rilanciare il franchise del personaggio la MGM, acquisiti i diritti dalla Orion Pictures, ha ingaggiato il cineasta brasiliano Padilha che realizza così il suo primo lungometraggio in lingua americana. Scelto più che altro grazie al successo dei due film Tropa de Elite, dedicati agli squadroni della morte brasiliani, il regista dà la propria versione di un futuro prossimo dell'America cercando di aggiornare il contesto di timori e di condizionamenti della popolazioni già visti nell'originale alla situazione odierna.</div>
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<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=263197" rel="attachment wp-att-263197"><img alt="robocop8f-1-web" class="aligncenter size-medium wp-image-263197" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/02/robocop8f-1-web-559x230.jpg" height="230" width="559" /></a> </div>
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America anno 2028, la nazione si fregia della vittoria di numerosi conflitti mediante l'impiego dei droni <i>ED-209</i> e <i>EM-208</i> prodotti dalla multinazionale <i>OmniCorp</i>. Purtroppo l'utilizzo di tale tecnologia è limitato al di fuori del territorio statunitense in quanto la Casa Bianca non vuole assumersi la responsablilità di affidare a delle macchine il controllo della criminalità all'interno del Paese. L'escamotage per aggirare la legge viene elaborato dal leader dell'OmniCorp, Raymond Sellars (Michael Keaton) che con lo scienziato Dennett Norton (Gary Oldman), progetta di creare un ibrido uomo-macchina efficace come un robot ma capace di operare scelte frutto di coscenza. L'attentato nei confronti del poliziotto di Detroit Alex Murphy (Joel Kinnaman), offre alla Omnicorp il candidato perfetto per il progetto Robocop. </div>
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<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=263190" rel="attachment wp-att-263190" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Gary-Oldman-Dr-Dennett-Norton-RoboCop-2014" class="aligncenter size-medium wp-image-263190" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/02/Gary-Oldman-Dr-Dennett-Norton-RoboCop-2014-559x294.jpg" height="294" width="559" /></a></div>
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Mi piacerebbe davvero poter dire che i presagi sul fatto che questo remake fosse una porcheria erano sbagliati ma purtroppo non è così.
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<h5 class="frasecentrale" style="text-align: justify;">
Il Robocop dle 2014 non è minimamente paragonabile all'originale e il problema prinicipale è l'assenza d'ironia generale nell'opera.</h5>
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Padhila ripercorre più o meno tutti i passaggi già attraversati da Veerhoven: l'insidia dei mass media, la corruzione dei politici, la spietatezza degli industriali, ma non riesce a dare al contesto quel minimo di tocco caricaturale che sarebbe servito a dar maggior sostegno al personaggio.
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Robocop si prende sul serio al punto da divenire ridicolo dalla prima inquadratura. Sebbene siano inseriti alcuni spunti che fanno sorridere (made in China su tutti) la vera comicità del personaggio è data dalla ridicolaggine di certe scene unitamente alle faccette assurde che il protagonista Joel Kinnaman reglaa allo spettatore durante le procedure di settaggio della sua nuova veste.
A ben guardare qualche spunto interessante poteva anche esserci. Rispetto all'originale la nuova pellicola mostra molto della convalescenza di Murphy che, differentemente dal passato, conserva da subito i propri ricordi e la propria coscenza. Questo stratagemma offre lo spunto per affrontare il complicato rapporto con la famiglia, ma la drammaticità con cui si è scelto di mostrare questo aspetto non risulta credibile. Sebbene sia del tutto plausibile che la trasformazione di un uomo in cyborg causi gorssi problemi nel ramo affettivo-familiare, vedere la moglie di Murphy buttarsi davanti alla sua motocicletta ipertecnologica per dirgli che deve andare a casa a parlare con suo figlio ha un che di grottesco.</div>
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<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=263191" rel="attachment wp-att-263191"><img alt="RoboCop-2014-Merchandise" class="aligncenter size-medium wp-image-263191" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/02/RoboCop-2014-Merchandise-559x414.jpg" height="414" width="559" /></a>
</div>
<div class="dida_right">
Probabilmente non si poteva affrontare diversamente il tema e magari questa mia crititca non viene condivisa, in ogni caso questo è solo uno degli aspetti che non fa funzionare il film. L'interprete del protagonista pur presentando una buona fisicità per il ruolo non dà prova di grandi capacità recitative. Chi sta già pensando che per interpretare un mezzo robot non servono certo doti particolari (Calculon ne è un esempio) si sbaglia perchè Padilha ha calcato molto la mano sui sentimenti di Murphy ed è qui che si vedono le pecche più gravi. </div>
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<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=263192" rel="attachment wp-att-263192"><img alt="robocop_1" class="aligncenter size-medium wp-image-263192" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/02/robocop_1-559x236.jpg" height="236" width="559" /></a> </div>
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L'altra parte dei ruoli è coperta da attori piuttosto navigati. Samuel L. Jackson fa sfoggio di tutte le sue doti istrioniche nell'iterpretare l'ancorman Patrick "Pat" Novak, mero tramite tra lo spettatore e la pellicola volto a mostrare l'evolversi dell'opinione pubblica e politica sul'impiego delle macchine nella società. Michael Keaton con le sue sopracciglia espressive (ed un capionario di rughe che l'alta definizione dello schermo non risparmia) caratterizza bene Raymond Sellars il presidente della Omnicorp e Gary Oldman sfoggia la faccia da buono già propinataci nella trilogia di Batman per rappresentare il dottor Dennett Norton.
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<div class="dida_left" style="text-align: justify;">
la scelta del nuovo look del personaggio è in linea col design odierno del concetto di robot militare</div>
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Gli effetti speciali sono ben realizzati ed integrati col girato, ma in una produzione simile non ci si può certo aspettare di meno. La scelta del nuovo look del personaggio è in linea col design odierno del concetto di robot militare ma qualsiasi commento è soggettivo e personale. Su questo fronte mi permetto solo di dire che la visiera a serramanico proprio non mi è piaciuta, ma ribadisco, sono scelte. </div>
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<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=263194" rel="attachment wp-att-263194"><img alt="robocop-2014-nuova-armatura" class="aligncenter size-medium wp-image-263194" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/02/robocop-2014-nuova-armatura-559x381.jpg" height="381" width="559" /></a> </div>
Il peggior difetto del Robocop di Padhila è sicuramente la grande pretestuosità con cui si è voluta rilanciare l'opera originale cercando di riprenderne i punti salienti inserendoli in una realtà più attuale. Nel trasporre tutto ciò non si è tenuto conto del fatto che la chiave del successo del primo film non stava tanto nel pupazzone metallico quanto piuttosto nel contesto che ci girava attorno. E' in questo che Verhoeven aveva davvero calcato la mano riuscendo a dare una buona chiave di lettura al film.
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<div class="dida_right">
la nuova pellicola è un action movie banale</div>
Senza questa accortezza la nuova pellicola è un action movie banale che si vede solo ed unicamente per curiosità, visto che oggigiorno di film di fantascienza se ne possiono trovare a centinaia, e in cui l'impronta realistica e credibile lascia il tempo che trova visto che ci viene presentato un uomo di latta che fa tutti i rumorini meccanici e pesta i piedi come Godzilla ma salta i muri di cinta manco fosse Sergei Bubka.
Personalmente credo che non ci fosse bisogno di un remake di Robocop tanto più di un reboot fatto in questo modo e non basta nemmeno il tentativo umoristico finale a risollevare le sorti di un film dove la scontatezza regna sovrana.<br />
<a href="http://leganerd.com/?attachment_id=263199" rel="attachment wp-att-263199" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="our_robocop_remake_film_poster_926ce8b73e39c00170b9941598acc754" class="aligncenter size-full wp-image-263199" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2014/02/our_robocop_remake_film_poster_926ce8b73e39c00170b9941598acc754.jpg" height="200" width="140" /></a> Prima di chiudere il post segnalo un progetto davvero interessante.<br />
Si tratta di "Our Robocop Remake" progetto indipendente realizzato da 60 filmaker ciascuno dei quali ha girato una specifica sequenza del film. Il montaggio definitivo è poi stato curato dalla community di <b><a href="http://www.channel101.com/" target="_blank">Channel 101</a></b>. Attraverso il finanziamento dei fan si è riusciti ad ottenere un risultato che ha dell'incredibile: pupazzi , computer grafica artigianale, scenografie di cartapesta, danno vita ad un'inevitabile rilettura comica della pellicola.<br />
Qui di seguito l la sequenza del salvataggio dallo stupro (è "leggermente" NSFW quindi è il caso di vederla in ambiente protetto), ma su vimeo è possibile vedere l'intero lavoro della durata di 1hr48min.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='640' height='532' src='https://www.youtube.com/embed/AdzglnUuB04?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
Ye Olde Squittyhttp://www.blogger.com/profile/06096675533932282075noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7414613448615227689.post-10363026906319785902014-02-04T06:54:00.000-08:002014-02-04T08:29:45.983-08:00Howard e il destino del mondo<div style="text-align: justify;">
Considerarto che devo ancora attendere un giorno prima di vedere l'orrido remake di Robocop e non riesco a tenere a freno le mie dita sulla tastiera ho deciso di inaugurare uno spazio all'interno del blog dedicato alle pellicole che hanno segnato la mia infanzia e quella di tanti altri che, come il sottoscritto, sono nati a metà degli anni settanta e si sono trovati a passare le piovose domeniche pomeriggio autunnali all'interno di cinema parrocchiali che proponevano seconde visioni della precedente stagione cinematografica.</div>
<div style="text-align: justify;">
Su quegli scomodissimi seggiolini di legno rigorosamente scheggiato, armati di una manciata di rotelle haribò (5 rotelle 100 lire! e poi dici che la crisi è alle spalle!!!) e di un bicchiere di spuma ho assistito a film che volenti o nolenti sono rimasti impressi nel mio subconscio e che una volta rivisti hanno avuto il pregio di essere riusciti a suscitare le sensazioni di stupore e di meraviglia già vissute in passato.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCoxP43CzYCgA-3G7bh1N3N____l8J_qKsP8wZ6i5B2P1TX-GIUIKgLKuxAGxzA9rR1vjqZvpax0fZ8kxLdXXu-729nR01dHwsr5-3mUgdTiZbzdJbQu2SIpzu2QTyCeaZeSQBQOe6OH8O/s1600/Howard.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCoxP43CzYCgA-3G7bh1N3N____l8J_qKsP8wZ6i5B2P1TX-GIUIKgLKuxAGxzA9rR1vjqZvpax0fZ8kxLdXXu-729nR01dHwsr5-3mUgdTiZbzdJbQu2SIpzu2QTyCeaZeSQBQOe6OH8O/s1600/Howard.jpg" height="640" width="356" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">la locandina originale americana</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Inizio lo spazio parlando di Howard e il Destino del Mondo (Howard the Duck), film del 1986 diretto da Willard Huyck. </div>
<h3 style="text-align: justify;">
E' inutile far giri di parole, questo film è stato un vero e proprio insuccesso al botteghino! </h3>
<div style="text-align: justify;">
Con un bilancio di produzione pari a 36ml $,
il film ha incassato in totale poco più di 10ml $ su scala mondiale. Frutto di una travagliata lavorazione Howard the Duck ha tentato di portare sullo schermo le avventure di un fumetto Marvel finendo con lo snaturare quasi del tutto il personaggio creato da <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Steve_Gerber" title="Steve Gerber">Steve Gerber</a> e <a class="new" href="http://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Val_Mayerik&action=edit&redlink=1" title="Val Mayerik (la pagina non esiste)">Val Mayerik</a>.</div>
<div style="text-align: justify;">
Inizialmente il progetto prevedeva la realizzaizone di un film di animazione politically uncorrect da contrapporre al caro vecchio Donald Duck di cui Howard costituisce la nemesi non ufficiale. Problemi di budget, ma soprattutto di scarso interesse da parte degli sviluppatori, portarono alla decisione di realizzare un live action movie coinvolgendo nella realizzazione George Lucas. Questi, reduce dal successo de Il Ritorno dello Jedi e dai vari spin off che ne erano seguiti, sembrò la persona più adatta cui appoggiarsi per la realizzazione di una pellicola che prevedeva il largo impiego di persone piccole ricoperte da make up elaborati (leggasi nani in costume).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-E2lONawWPJrChudP3khx-Wr4P3-igqSu8chnlEfCS-Dgscn0et6R41lZkjLE9rRYz-OVP2KQZA72nqMab-aERRx3Rm-HBZwoeDfI-X4gZGWSOpyqGvXUjYRGxkKW2IEmZzZ-ej6JyqsB/s1600/comic-howard-the-duck-magazine-7.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg-E2lONawWPJrChudP3khx-Wr4P3-igqSu8chnlEfCS-Dgscn0et6R41lZkjLE9rRYz-OVP2KQZA72nqMab-aERRx3Rm-HBZwoeDfI-X4gZGWSOpyqGvXUjYRGxkKW2IEmZzZ-ej6JyqsB/s1600/comic-howard-the-duck-magazine-7.jpg" height="400" width="291" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">cover del fumetto</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Avuto l'appoggio di Lucas e della sua Industrial Light and Magic Willard Huyck, assieme alla</div>
<div style="text-align: justify;">
produttrice Gloria Katz, iniziò a dedicarsi alla stesura della sceneggiatura. Purtroppo anche in questo caso il lavoro non fu assolutamente semplice visto che si decise sin dal principio di modificare il carattere rude e volgare attribuito alla controparte cartacea optando per qualcosa che potesse risultare più adatto ad un pubblico di bambini (è facile che Lucas abbia influito sulla scelta!).</div>
<div style="text-align: justify;">
La prima stesura prevedeva l'ambientazione alle isole
Hawaii perchè secondo Huyck "<i>sarebbe stato divertente girare lì</i>" (e in parte non si riuscì ad abbandonare l'idea di un isola vulcanica nemmeno nel soggetto definitivo). In questa fase iniziale non era previsto il preambolo a motivazione della presenza di un papero antropomorfo sulla terra, mancanza che portò a scartare definitivamente il soggetto. </div>
<div style="text-align: justify;">
Si optò quindi per un soggetto differente, incentrato più sulla commedia e il romanticismo con un tocco di sci-fi e venne fuori la sceneggiatura definitiva.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkuPVJPAAtUDECUiiw_0BoCuMFvFVq0zFKj6Ny0O-7DQc6uuNf-C-axxNd_7UeZDRv5ns4wizQGlms60p48ayFjCtT2tofnbmie7mGNnqpnUF8AriEOehnAgsczjqqnY4ntLrFMFoB6rH1/s1600/gal-flop-20.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkuPVJPAAtUDECUiiw_0BoCuMFvFVq0zFKj6Ny0O-7DQc6uuNf-C-axxNd_7UeZDRv5ns4wizQGlms60p48ayFjCtT2tofnbmie7mGNnqpnUF8AriEOehnAgsczjqqnY4ntLrFMFoB6rH1/s1600/gal-flop-20.jpg" height="214" width="320" /></a>Si iniziò con la selezione del cast artistico e ancor prima di occuparsi del papero fu necessario trovare il giusto gruppo di comprimari che, data la limitatezza degli effetti speciali del periodo, riuscisse a dar maggiore spessore alla trama.</div>
<div style="text-align: justify;">
Fu necessario trovare un'attrice in grado di portare sullo schermo un altro personaggio del fumetto, Beverly Switzler, la controparte umana di Howard. La scelta ricadde su Lea Thompson già nota per aver interpretato Lorraine la madre di Marty Mc Fly in Back to the Future. Per il ruolo dello scienziato Dr. Jenning fu invece scelto
Jeffrey Jones noto caratterista del tempo (attivo anche in Beetlejuice e in Ed Wood, entrambi di Tim Burton) che si distinse particolarmente interpretando l'imperatore Giuseppe II in Amadeus di Milos Forman.</div>
<div style="text-align: justify;">
Infine serviva un nerd, la macchietta comica cui affidare il ruolo di spalla di Howard e per il ruolo fu scelto un semi sconosciuto Tim Robbins perché particolarmente adatto a livello estetico.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgW5rc4l7fnXTCQvLuqRr0v87Z7gE8WoQCOuJzpdzouDk8KQIEvh29flqzi70UBqZ3o4bpeN3FLvNIDWA4R3vOcnI-A7_6RWQcAzx8sXvGHd8YqjRui5ehLn8R82EVxOtSjyrjsCZRwaeEd/s1600/11537362_1.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgW5rc4l7fnXTCQvLuqRr0v87Z7gE8WoQCOuJzpdzouDk8KQIEvh29flqzi70UBqZ3o4bpeN3FLvNIDWA4R3vOcnI-A7_6RWQcAzx8sXvGHd8YqjRui5ehLn8R82EVxOtSjyrjsCZRwaeEd/s1600/11537362_1.jpg" height="320" width="174" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">uno dei fantocci utilizzati nel film</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Una volta determinati i ruoli dei comprimari fu la volta di stabiire chi avrebbe vestito i panni di Howard. Dopo un tentativo iniziale che aveva previsto il coinvolgimento di attori bambini, lo stutnman Ed Gale, in origine ingaggiato come controfigura, fu la scelta definitiva.</div>
<div style="text-align: justify;">
Durante le riprese la produzione si rese immediatamente conto dei limiti dati dall'utilizzo di un attore in costume: non fu sempre possibile coprire i difetti del make up con scene in notturna perchè la maschera di Howard limitava moltissimo la visuale di Gale e come se non bastasse ci si rese conto che sarebbe stato impossibile utilizzare il parlato dell'attore reso impercettibile a causa di tutta la gomma piuma che lo avvolgeva. Questo portò alla scelta di un doppiatore che riuscisse a dare maggiore carattere al peronaggio e, dopo un cast preliminare in cui vennero provinati tra gli altri un giovane John Cusak e Martin Short, si optò per Chip Zien, attore televisivo del periodo specializzato in ruoli per lo più brillanti. Per alcune scene anzichè un costume vennero impiegate delle marionette con risultati molto altalenanti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHhX1VHdMuLcB6zzT9l-uJ49IHBc18ey0xyiTd4IcjuVjRUTesRl7uDhBkQ_EZpkcbN1ITHW7qIMgecp18VvsUUCn-78b4SRKm6l5fVRagGsdwNNGoIDtjcz7OmvK6vi39uDnXPJ4s9GNN/s1600/HOWARD5.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjHhX1VHdMuLcB6zzT9l-uJ49IHBc18ey0xyiTd4IcjuVjRUTesRl7uDhBkQ_EZpkcbN1ITHW7qIMgecp18VvsUUCn-78b4SRKm6l5fVRagGsdwNNGoIDtjcz7OmvK6vi39uDnXPJ4s9GNN/s1600/HOWARD5.JPG" height="213" width="320" /></a>La lavorazione del film portò altre problematiche legate alla realizzazione di Duckworld il pianeta d'origine di Howard. Il set, comprendente un appartamento dettagliato, il pianerottolo di un condominio, un paio di altri due ambienti domestici e una strada, comportò l'impiego di numerose comparse con conseguente sviluppo di separati costumi. Sebbene non tutti indossassero una maschera comandata mediante sistema animatronics venne impiegata una notevole parte del budget solo per girare l'introduzione del film. Wikipedia segnala anche che per cancellare i cavi che tenevano sospesa la poltrona su cui Howard è seduto mentre viene catturato dal raggio traente che lo porta nel nostro universo venne fatto uno dei primi impieghi di tecnologia digitale. Chiaramanete tutti questi accorgimenti non fecero altro che elevare le spese di realizzaizone del film gravando incredibilmente sulla pellicola.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il problema dell'ìinsuccesso di Howard the Duck è però solo in parte legato a problemi di budget, pare infatti che il film non fu accompagnato da una corretta campagna pubblicitaria e che molte delle magagne incontrate sul set da regista e tecnici trapelarono prima dell'uscita nelle sale scoraggiando così parte degli spettatori. In più dalle poche anticipazioni mostrate si capì immediatamente che la pellicola aveva poco a che fare con il fumetto, aspetto che indubbiamente deve aver contribuito a sacrificare quella piccola parte di pubblico di fan su cui la produzione faceva conto. In certi momenti si percepisce lo snaturamento del personaggio sebbene si sia comunque cercato di alludere in qualche maniera alle sue origini tirando il freno sulle tematiche sessuali.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimROu3prJglwmhLV4oSxN-eLQgW4VAa_K_TNFX9cRd7QgigdISlYQHY_XwjNzqzscB1OPyNL_EK-EYJOczsBcCwNJjDXWRuYB_DCIpCSTmjjUi6xDOyVoz8mcFlWgojxxAID5Pdz44rRLi/s1600/howard+the+duck+movie+beverly+bed.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimROu3prJglwmhLV4oSxN-eLQgW4VAa_K_TNFX9cRd7QgigdISlYQHY_XwjNzqzscB1OPyNL_EK-EYJOczsBcCwNJjDXWRuYB_DCIpCSTmjjUi6xDOyVoz8mcFlWgojxxAID5Pdz44rRLi/s1600/howard+the+duck+movie+beverly+bed.jpg" height="344" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">quelche riferimento sessuale è stato messo qua e là</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Howard the Duck fu un incredibile insuccesso, oltre a portare a casa nemmeno un terzo delle spese impiegate per la realizzazione la pellicola si è guadagnata un razzie awards come peggior film del 1986 e per anni è stata frutto di commenti negativi da parte di fan del fumetto e di critici cinematografici.</div>
<div style="text-align: justify;">
Personalmente ho letto solo una storia della serie a fumetti ed effettivamente la differenza con il film è palese. Il fumetto è molto ironico, maturo e con espliciti riferimenti al rapporto tra Howard e Beverly (cui la pellicola fa un cenno), eppure trovo che il film abbia un che di unico al pari di tante produzioni di quegli anni.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfggH932CtnaLVA7gqXDnBVXqKDnBNBuF-Bz5dodpvctIaMe98MD1b-0rBQqJxlXIXMISxAfuj9SvHe_8vKWQq4vDtwSGeY_ambNHQiiFJ0PG7PUFpv_RjcwId2_g_2A9HqeIGzXUX7qqK/s1600/howardduck8.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgfggH932CtnaLVA7gqXDnBVXqKDnBNBuF-Bz5dodpvctIaMe98MD1b-0rBQqJxlXIXMISxAfuj9SvHe_8vKWQq4vDtwSGeY_ambNHQiiFJ0PG7PUFpv_RjcwId2_g_2A9HqeIGzXUX7qqK/s1600/howardduck8.jpg" height="176" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Howard e il Destino del Mondo è una miscela di commedia, musica e fantascienza fatta di attori reali, gente in costume e creature in stop motion che ancora oggi colpisce per l'inventiva degli ideatori. Un film come questo si apprezza oggi più di ieri proprio per l'ingenuità di certi effeti e la genialità con cui si è dovuto suppllire ale mancanze del budget.</div>
<div style="text-align: justify;">
Se come me vi piace il cinema un po' artigianale credo che una pellicola come questa non possa mancare nella vostra videoteca, oltretutto da poco è presente un <a href="http://www.amazon.it/Howard-Il-Destino-Del-Mondo/dp/B005Z9DT0O/ref=sr_1_1?s=dvd&ie=UTF8&qid=1391523946&sr=1-1&keywords=howard+the+duck">dvd</a> o <a href="http://www.amazon.it/Howard-Il-Destino-Del-Mondo/dp/B00G3E894G/ref=sr_1_2?s=dvd&ie=UTF8&qid=1391523946&sr=1-2&keywords=howard+the+duck">bluray</a> in edizione italiana curato dalla Pulp Video la cui qualità è tutto sommato accettabile.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Fonti <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Howard_the_Duck_%28film%29">wikipedia</a> <a href="http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=14&cad=rja&ved=0CJgBEBYwDQ&url=http%3A%2F%2Fwww.imdb.com%2Ftitle%2Ftt0091225%2Fplotsummary&ei=b_fwUu_VIqqfyQOglYGADw&usg=AFQjCNFFde0k0BvsWeDGlvZnu9MaEsmytw&sig2=_8VjKb-MfztLntSiHUYOBg&bvm=bv.60444564,d.bGQ">imdb</a> </div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<br />Ye Olde Squittyhttp://www.blogger.com/profile/06096675533932282075noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7414613448615227689.post-91886377795512194062014-01-16T03:01:00.000-08:002014-01-16T03:15:57.977-08:00Capitan Harlock<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNhjtl_0T1XysnBhJOScjebROFqQBR2u50PGKJOtXpu-QY2m3ctLoQdmOgQSJLr8Y88FYt3j96sQHEmYZ4iTyp2ylqjXDHofXnx1seF6OWePO137PxWppFKU1RwXyplNkBkSm1Rm_utwIg/s1600/capitan-harlock-film-2013.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjNhjtl_0T1XysnBhJOScjebROFqQBR2u50PGKJOtXpu-QY2m3ctLoQdmOgQSJLr8Y88FYt3j96sQHEmYZ4iTyp2ylqjXDHofXnx1seF6OWePO137PxWppFKU1RwXyplNkBkSm1Rm_utwIg/s1600/capitan-harlock-film-2013.jpeg" height="419" width="640" /></a></div>
<br data-mce-bogus="1" />
<h2 style="text-align: justify;">
Un istante ripetuto nel tempo diventa eterno...è questa la libertà!</h2>
<div style="text-align: justify;">
Ho
atteso troppo tempo dall'uscita del film per scrivere questa recensione
e il motivo è che sono andato a vedere il film molto tardi, non perchè
la pellicola della Toei non mi interessasse, ma perchè ero davvero
dubbioso sulla sua riuscita.</div>
<div style="text-align: justify;">
Da assiduo
fruitore della serie sin dagli albori, quando era approdata su
Telesanterno, ho continuato a seguire le vicende del pirata spaziale in
tutte le varie incarnazioni che il suo autore, il grande Liji Matsumoto,
ha saputo dare a questa figura attraverso le serie televisive, il manga
e i film di animazione.</div>
<div style="text-align: justify;">
In questo
susseguirsi di trasfiguraizoni il personaggio di Harlock è mutato,
talvolta perfino nel nome, a seconda delle esigenze richieste del
messaggio sotteso alla trama che si voleva raccontare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Vedendo la
prossima uscita di questa pellicola integralmente realizzata in CGI è
stato più che legittimo il dubbio su quale dei tanti pirati avrei visto
davanti allo schermo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo la proiezione
posso dire che per quel poco che si vede Harlock tenta di accontentare
più o meno tutti i suoi fan mantenendo quelli che sono i capisaldi del
suo personaggio, fatto di poche parole, di inespressività, di benda e
cicatrice, ma finendo con l'essere relagato a mero strumento per
raccontare un'altra trama. Una storia di odio familiare che si consuma
sullo sfondo di una guerra epocale e connotata da un poetico messaggio
ambientalista.</div>
<div style="text-align: justify;">
Gli eventi narrati nella
pellicola si susseguono volutamente seguendo il linguaggio degli anime,
tra profondissime spiegazioni alternate a scene di esagerata
spettacolarità in cui ogni personaggio dà prova di abilità superiori, ed
è il caso di precisare che chi va a vedere un film come questo cercando
credibilità non ha certo capito l'approccio con cui sedersi al cinema.</div>
<div style="text-align: justify;">
Harlock
è un film che sostanzialmente parla di passaggi generazionali, di
mutamenti e rivoluzioni e utilizza il personaggio come mero pretesto. E'
un classico escamotage a cui ci hanno abituato tante produzioni
nipponiche e che qui trova l'ennesimo sviluppo, senza però costituire un
difetto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Guardando la pellicola non ho
potuto fare ameno di raffrontare lo stile e le animazioni ad altre
opere giapponesi realizzate con la stessa tecnica ed in particolare
l'ormai datato Final Fantasy: The Spirits Within rispetto al quale
Harlock compie un'evoluzione incredibile sotto il profilo tecnico e
qualitativo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Onestamente la mia mente ha
dovuto abituarsi prima di apprezzare appieno la purezza della computer
grafica impiegata perchè per i primi minuti avevo l'impressione di
assistere adf una delle tante cut-scenes dei moderni videgames. </div>
<div style="text-align: justify;">
La
perfetta realizzazione dei volti è un dato di fatto, ma per alcuni
personaggi, i decani, ho notato una certa gommosità che da l'impressione
di essere dinanzi ad attori che indossano mascheroni di lattice.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nulla
da dire per protagonisti e comprimari, realizzati con uno stile
accattivante e curati nei minimi dettagli. Analogo discorso per quel che
riguarda il mecha design che riprende il particolare stile di
Matsumoto, fatto di oblò, visori e vistosi ingranaggi, dandogli una
spinta in più.</div>
<div style="text-align: justify;">
In un prodotto come questo i
difetti da trovare possono essere oggettivi e soggettivi. Sotto il
primo punto di vista posso dire che la trama non è sorretta da una
sceneggiatura del tutto completa. Alcuni passaggi vengono spiegati da
flashback e parecchie situazioni si trascinano per lungo tempo trovando
poi soluzione in un lampo, con un semplice sguardo o in un discorso di
pochi secondi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sinceramente in un film dedicato al personaggio di
un anime si può tranquillamente soprassedere su questo punto, forse i
veri difetti della pellicola sono da rinvenire in alcune inquadrature
forzatamente spinte per enfatizzare l'effetto 3D e in altre scene
riempitive ma del tutto inutili come la doccia di Yuky.</div>
<div style="text-align: justify;">
Da
un punto di vista soggettivo, e quindi puramente personale, mi è
spiaciuto non vedere su schermo le controparti digitali di alcuni
personaggi, non dico che volessi vedere la vecchia Masu, ma magari
sarebbe stato poetico sentire il suono di una certa ocarina...</div>
<div style="text-align: justify;">
Si
tratta però di dettagli dettati da una visione personale del
personaggio fatta per lo più di nostalgia perchè per il resto questo
film ha tutto, Yattaran, Yuki, Harlock con benda cicatrice e sparviero,
il supercomputer senziente e l'aliena sexy Meeme.</div>
<div style="text-align: justify;">
Un'altra
carenza a mio modo di vedere è data dal poco spazio dato ad Harlock, ma
una volta arrivati alal fine del film, quando si assiste al vero
messaggio di libertà che viene colto dal protagonista si comprende che
si tratta di una scelta voluta dall asceneggiatura forse proprio per
rimanerein linea con quella ingenua drammaticità dell'opera originari.</div>
<div style="text-align: justify;">
aAlla
fine quello che manca alla pellicola l'ho trovato da solo, rimanendo
soddisfatto dell'evoluzione, scontata ma sicuramente scenografica, del
protagonista Yama, oltre che dal restyling dato all'Arcadia ma
soprattutto dall'epicità di alcune scene di combattimento nello spazio
che non mi facevano saltare sulla sedia da troppo tempo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Al
pari di Pacific Rim Harlock è un film dedicato agli amanti di un
genere, e come tale non può accontentare tutte le aspettative di chi per
anni ha sognato di vedere l'incarnazione (anche se qui si dovrebbe
piuttosto parlare di digitalizzazione) dei propri eroi sul grande
schermo. Tolto il personaggio la pellicola della Toei è un tripudio di
epicità e buoni sentimenti incorniciata da effetti speciali epocali che
hanno fatto girare la testa a James Cameron e a tanti dopo di lui ma che
tutto sommato rischierebbe di passare inosservata...ma per fortuna c'è
il pirata! </div>
Ye Olde Squittyhttp://www.blogger.com/profile/06096675533932282075noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7414613448615227689.post-63705455318765481462013-12-23T07:36:00.000-08:002013-12-23T07:36:10.532-08:00Film Trash Horror da non perdere - Christmas edition<img alt="Jack Frost" class="alignnone size-large wp-image-259585" height="324" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2013/12/jf3-999x549.jpg" width="591" />
<br />
<h2 class="intro_art">
Dopo oltre un anno di pausa torna la rubrica dedicata ai film horror spazzatura.</h2>
<div style="text-align: justify;">
Considerato l'incombente periodo natalizio (e una forzata pausa lavorativa dettata da motivi di salute che mi costringe ad astenermi dal lavoro!!!) ho cercato di trovare alcuni titoli a tema.
Squillino le trombe siori e siore e iniziamo col primo della serie...
</div>
<h3 class="sotto_titolo_art titolo_art" style="text-align: justify;">
Jack Frost</h3>
<div style="text-align: justify;">
<span class="sotto_titolo_art">USA 1996 regia di Michael Cooney.</span>
</div>
<blockquote>
Che poi a pensarci bene non c'è nulla di più inquietante di un pupazzo di neve con quel naso a carota puntuto e lo sguardo glaciale.</blockquote>
<div style="text-align: justify;">
Probabilmente dev'essere stato questo il pensiero del regista quando ha steso la sceneggiatura di questo capolavoro del trash incentrato sulla triste vicenda di uno psicopatico serial killer di nome Jack artefice di aver seminato morte nella cittadina di Snowmonton. </div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/JYwcmJQQ6jQ?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Finalmente arrestato dopo l'ennesimo delitto Jack viene caricato sul furgone diretto alla locale prigione, ma complice la neve e il transito improvviso di un camion che trasporta liquido mutogeno, ben presto si verifica un incidente.
Il criminale viene investito dal liquido fuoriuscito dal veicolo dopo l'impatto e diviene un terrificante pupazzo di neve assassino.
Insolita rivisitazione in chiave natalizia dei cosiddetti reincarnation horror (vedi "La bambola assassina") ha dei momenti piuttosto bassi in cui per lo più ci si annoia.
La creatura va vista solo ed unicamente per apprezzare la povertà di mezzi con cui è stata realizzata. Regala alcuni attimi di ilarità in un discreto mare di noia.
</div>
<h3 class="titolo_art" style="text-align: justify;">
Jack Frost 2: Revenge of the Mutant Killer Snowman</h3>
<div style="text-align: justify;">
USA 1999 regia di Michael Cooney. </div>
<div style="text-align: justify;">
E dinanzi l'enorme successo del predecessore, non poteva mancare a distanza di soli tre anni anche un bel sequel. E giusto per dare una sferzata d'innovazione alla serie si decide pure di ambientare il nuovo episodio ai Caraibi, da sempre meta preferita di un pupazzo di neve.
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/uX7YigAcGdM?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<br />
<br />
<div style="text-align: justify;">
Come si sarà riusciti a contestualizzare un così eccentrico cambio di location? Presto detto: lo sceriffo Sam è perseguitato dagli incubi dopo aver sconfitto Jack nel precedente film. Per cercare di rilassarsi decide di concedersi una vacanza ai Caraibi con la sua famiglia.
Purtroppo quel che rimaneva di Jack viene riportato in vita da alcuni scienziati senza scrupoli e il pupazzone cerca vendetta finendo con l'inseguire la sua nemesi in riva al mare.
In questa seconda pellicola tutto vira volutamente al trash assumendo i tratti di una sex comedy grottesca che mette in scena un nonsense dopo l'altro. Meno noioso del predecessore ma troooppo trash!
</div>
<h3 style="text-align: justify;">
The Gingerdead Man</h3>
<div style="text-align: justify;">
USA 2005 regia di Charles Band.<span class="small_text">
</span> </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Evil never tasted so good recita la locandina! Questa pellicola rappresenta il canto del cigno di Charles Band icona dei B-movie anni 80 (TerrorVision, Demonic Toys, Cellar Dweller, From Beyond, Robot Jox, Re-Animator) e fondatore della Full Moon Pictures. </div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/xsOtcEOkJ-I?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
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Millard Findlemeyer ennesimo killer psicopatico entra in un fast food e fa un massacro. Si salva solo la giovane Sarah grazie alla quale si riesce ad arrestare l'assassino e a mandarlo sulla sedia elettrica.
Dopo la condanna la ragazza torna alla normalità ricominciando a lavorare nella panetteria di famiglia sino a quando una misteriosa donna incappucciata consegna al negozio un sacco di farina per fare i dolcetti natalizi di pandizenzero.
Purtroppo all'impasto si mischia un po' del sangue del fornaio tagliatosi accidentalmente e il risultato è un biscotto assassino che incarna l'animo di Findlemeyer desideroso di vendetta! Ancora reincarnazione di assassini in oggetti (miii che fantasia) e ancora budget ridotto oltre l'osso.
Gli effetti speciali sono a dir poco ridicoli e la sceneggiatura è veramente uno schifo... ma se vi avanzano 62 minuti (perché questa la durata della pellicola) potete anche guardarvelo.
</div>
<h3 style="text-align: justify;">
The Gingerdead Man passion of the crust</h3>
<div style="text-align: justify;">
USA 2008, regia di Silvia St. Croix. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E anche in questo caso non si poteva certo evitare il bis, oltretutto in chiave biblico blasfema visto il titolo (col richiamo alla Passione di Cristo) e il plot che vede l'omino pan di zenzero resuscitare da un vassoio di pasticcini incautamente portato sul set di un film horror di bassisima levatura (che sia una dichiarazione d'intenti già anticipata?).
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/xsOtcEOkJ-I?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
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<div style="text-align: justify;">
Il biscotto assassino ovviamente farà di tutto per seminare panico e orrore. <span style="font-size: 1em; line-height: 1.5em;">Fa schifo come il precedente ma purtroppo dura di più...ho detto tutto!</span>
E anche per questa volta è tutto... buona visione e Buon Natale!
</div>
<div class="nome_rubrica">
<div style="text-align: justify;">
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Ye Olde Squittyhttp://www.blogger.com/profile/06096675533932282075noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7414613448615227689.post-7448477599792077372013-12-20T03:17:00.004-08:002013-12-20T03:17:40.387-08:00Lo Hobbit La desolazione di Smaug<div style="text-align: center;">
<img alt="Lo Hobbit la desolazione di Smaug" class="alignnone size-large wp-image-259326" height="369" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2013/12/Lo-Hobbit-la-desolazione-di-Smaug-999x624.jpg" width="591" />
</div>
<h2 class="intro_art" style="text-align: justify;">
Lo Hobbit, la desolazione di Smaug riprende le gesta della compagine di eroi già vista nel predecessore esattamente dove <a href="http://schermosplendente.blogspot.it/2012/12/lo-hobbit-un-viaggio-inaspettato.html">un anno fa</a> si era interrotta.</h2>
<div style="text-align: justify;">
Sotto la guida di Thorin scudodiquercia Gandalf, Bilbo e i nani sono in viaggio verso la Montagna Solitaria. Per raggiungere la meta occorre attraversare il Bosco Atro, territorio degli Elfi.
Le profonde avversità tra la razza dei nani e quella elfica causano un forzato rallentamento dei protagonisti che, salvati da Bilbo, riprendono il proprio cammino verso Esgaroth sino al raggiungimento del covo di Samug. </div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<a href="http://leganerd.com/2013/12/19/lo-hobbit-smaug/lo-hobbit-scenografie/" rel="attachment wp-att-259273"><img alt="Lo Hobbit Scenografie" class="aligncenter size-medium wp-image-259273" height="349" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2013/12/Lo-Hobbit-Scenografie-559x349.jpg" width="559" /></a>
</div>
<div class="dida_right">
</div>
<div style="text-align: justify;">
La desolazione di Smaug si distingue immediatamente dal film che lo precede. Jackson affina ancora di più le tecniche di ripresa regalando scenografie e battaglie incredibili.
I paesaggi pur mantenendo la cupezza già evidenziata nel precedente capitolo risultano credibili vista la numerosa mole di dettagli a cui il cinasta non rinuncia mai.
Anche i costumi e il corredo delle armi sono assolutamente perfetti e riguardo ai combattimenti credo che sia stato fatto un vero passo in avanti perchè l'epicità di alcune scene è assolutamente galvanizzante (ricordate queste parole: "botti nel fiume").
Osservando gli scontri, lunghi e numerosi, disseminati lungo la pellicola si ci si rende conto del lavoro di ricercatezza che è stato fatto in sede di studi preliminari per creare dei distinti stili di combattimaneto per ciascuna razza.
La brutalità degli orchi è estrema, violenta e ad essa si contrappone la forza cieca dei nani sopra la quale si erge il nobile ed algido stile di combattimento elfico.
Ciò non toglie che, a prescindere dallo stile, ogni scontro si chiuda sempre con un massacro fatto di decapitazioni e violenza che sembra presa in prestito da "I mercenari" piuttosto che da un racconto fantasy.
Lo Hobbit potrebbe sembrare un gran bel film, ma la realtà è ben diversa.
</div>
<h2 class="frasecentrale" style="text-align: justify;">
Il tutto si traduce in una delizia per gli occhi che nonostante la spettacolarità e la perfezione a lungo andare stufa.</h2>
<div style="text-align: center;">
<a href="http://leganerd.com/2013/12/19/lo-hobbit-smaug/lo-hobbit-botti/" rel="attachment wp-att-259271"><img alt="Lo Hobbit Botti" class="aligncenter size-medium wp-image-259271" height="358" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2013/12/Lo-Hobbit-Botti-559x358.jpg" width="559" /></a>
</div>
<div class="dida_left">
</div>
<div style="text-align: justify;">
In mezzo alla magnificenza dei fondali, e alla maniacale cura riversata nel rappresentare i personaggi la nota dolente del secondo capitolo della nuova trilogia di Jackson è la durata: 2 ore e 40 minuti che in taluni momenti non passano mai. Sembra quasi che rispetto al precedente capitolo si sia compiuta un'involuzione dei contenuti un po' come era già successo ne "Le due Torri" (flame on!).
Passino le licenze d'artista, l'inserimento di personaggi estranei al racconto (Legolas e Tauriel) e l'incastro forzato di parti di trama non pertinenti alla cornistoria del racconto, ma la sceneggiatura poteva decisamente essere stesa meglio (magari evitando la realizzazione di una trilogia).
Dalla generale visione fiabesca del precedente capitolo, si passa a pesantissimi duelli di cappa e spada alternati ad una storia d'amore che gioca sul più classico degli stereotipi (Sidney Poitier ha fatto scuola!) senza però mai trovare il giusto sviluppo al'interno della trama. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<a href="http://leganerd.com/2013/12/19/lo-hobbit-smaug/the-hobbit-the-desolation-of-smaug-2013evangeline-lilly/" rel="attachment wp-att-259269"><img alt="THE HOBBIT: THE DESOLATION OF SMAUG (2013)EVANGELINE LILLY" class="aligncenter size-medium wp-image-259269" height="238" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2013/12/Lo-Hobbit-Tauriel-559x238.jpg" width="559" /></a> </div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il personaggio di Beorn il mutaforma è puramente scenografico e, considerato l'apporto generale della sua presenza all'interno del film, se ne poteva davvero fare a meno così come è stato fatto a suo tempo con Tom Bombadill.
</div>
<div class="dida_right" style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Vero punto di forza della pellicola è il drago Smaug che, al pari del Gollum visto nel 2002, stupisce per l'impeccabile CGI impiegata, ma desta qualche dubbio per lo stile, non proprio tradizionale, con cui ne è stata interpretata l'estetica (una scelta da me apprezzata che probabilmente potrebbe far storcere il naso ad alcuni puristi).
Bisogna attendere quasi due ore prima di vedere apparire sullo schermo la tanto attesa creatura, peccato però che dopo il suo ingresso trionfale ci si trovi nuovamente immersi in una noia e ripetitività di situazioni ormai portata all'esasperazione.
La magnificenza e regalità da sempre descritta da Tolkien riguardo queste creature non sembra poi appartenere al rettile messo sullo schermo da Jackson che, schernito come da copione dal prode Bilbo, finisce inevitabilmente con l'apparire goffo e ottuso. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<a href="http://leganerd.com/2013/12/19/lo-hobbit-smaug/lo-hobbit-smaug/" rel="attachment wp-att-259274"><img alt="Lo Hobbit Smaug" height="313" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2013/12/Lo-Hobbit-Smaug-559x313.jpg" width="559" /></a> </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ottimo il doppiaggio della creatura, che in italia vede impegnato il sempre bravo Luca Ward, qui oltretutto in grado di dare una caratterizzazione unica al suo personaggio. Pessima invece l'idea di aver ridoppiato i dialoghi in elfico perchè all'orecchio suonano privi di naturalezza nell'intonazione.
A conti fatti anche questo capitolo presenta numerose pecche per lo più dovute all'avidità dei produttori, bramosi di allungare inutilmente ciò che poteva essere raccontato benissimo in un unico film, e alla solita difficile problematica del dover adattare al grande schermo un romanzo tutto sommato semplice ma ricco di dettagli e personaggi.
Rispetto al predecessore torvo che i difetti si accentuino all'inverosimile e nel complesso la pellicola risulti davvero poco godibile.
Probabilmente è solo una mia personale impressione, anche se sono consapevole che è impossibile trasporre alla lettera ciò che promana dall'immaginario di uno scrittore così puntiglioso come Tolkien così come è altrettanto impossibile accontentatare tutti.
</div>
<h3 class="frasecentrale">
Ciascuno di noi, avendo letto Lo Hobbit, ha i propri ricordi dettati dall'immaginazione e dal gusto personale.</h3>
<div style="text-align: center;">
<a href="http://leganerd.com/2013/12/19/lo-hobbit-smaug/lo-hobbit-bilbo/" rel="attachment wp-att-259270"><img alt="Lo Hobbit Bilbo" class="aligncenter size-medium wp-image-259270" height="279" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2013/12/Lo-Hobbit-Bilbo-559x279.jpg" width="559" /></a>
</div>
<div class="dida_left">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Anche tenendo ben presente questa considerazione, guardando il secondo capitolo di questa trilogia c'è qualcosa che proprio non va
Si sente troppo il rimaneggiamento (per non dire l'inutile allungamento) di un racconto dai contenuti più semplici e forse anche più diretti rispetto all'interpretazione in chiave action che si è voluto dare all'insieme. L'eccesso di spettacolarità, stupisce per i primi minuti, ma a lungo andare affossa ulteriormente lo scorrere della poca trama presente e la CGI, seppur ottimamente realizzata ha un che di eccessivo e predominante al pari della crudezza di certi scontri, talmente violenti, tanto da far dimenticare allo spettaotre che si dovrebbe essere dinanzi ad una fiaba.
</div>
<h3 class="frasecentrale">
Il risultato è un'opera a tratti lenta e a tratti travolgente che soddisfa solo a metà!</h3>
<div style="text-align: justify;">
Magari esagero, magari non comprendo il fatto che si tratta dell'interpretazione data ad un racconto fatta da un regista e da un produttore secondo il loro personale gusto e visione.
Vale quindi la pena andare al cinema?
La desolazione di Smaug è un film da vedere al cinema solo ed esclusivamente per un discorso estetico, e posso immaginare come la meraviglia di una visione della pellicola in 4K con tutti i colori, i dettagli e i rimandi che, grazie al certosino lavori di Jackson e Del Toro, solo il grande schermo, è in grado di regalare al pubblico.
Come sempre film di questo calibro piaceranno prevalentemente a chi non ha letto il libro e si è posto dinanzi al film senza il proprio personale bagaglio di immaginario creato nel corso degli anni, sempre che non sopraggiunga ugualmente la noia o la saturazione per la troppa violenza e CGI. Per i fan del romanzo invece non è altro che l'ennesima dimostrazione che Lo Hobbit è un mero arricchimento e niente più, il problema è che dilure troppo va sempre a discapito dell sapore!</div>
Ye Olde Squittyhttp://www.blogger.com/profile/06096675533932282075noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7414613448615227689.post-53190550055190367432013-12-18T06:00:00.003-08:002013-12-18T06:02:33.943-08:00Jobs<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCDoZlRI4gxtZZXlZvL5sxBjySsbgBCwOs9_wmmrKece3N7abm1WFisWt-7pdD1zV6tF9cecqk2t_hz7dvBqKkMKI-2QHLrg1C6vlzdeB0ds0rZASX4BeNtbL-qTu8aZ747GuwNk0f6Q1f/s1600/jobs__il_film_8586.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiCDoZlRI4gxtZZXlZvL5sxBjySsbgBCwOs9_wmmrKece3N7abm1WFisWt-7pdD1zV6tF9cecqk2t_hz7dvBqKkMKI-2QHLrg1C6vlzdeB0ds0rZASX4BeNtbL-qTu8aZ747GuwNk0f6Q1f/s640/jobs__il_film_8586.jpg" width="432" /></a></div>
<h2 class="frasecentrale intro_art">
</h2>
<h2 class="frasecentrale intro_art" style="text-align: center;">
Le persone che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo sono quelle che lo cambiano davvero</h2>
<div style="text-align: justify;">
Jobs
del quasi esordiente Joshua Michael Stern è il primo biopic cui va il
difficile compito di raccontare la lunga e complessa storia della
scalata al potere di Steve Paul Jobs.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una vita intensa, dedicata sino all'ultimo minuto al proprio lavoro, frutto di una passione non tanto per l'elettronica quanto piuttosto per l'assoluta voglia di primeggiare su tutto e su tutti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Questo
è probabilmente il messaggio che il regista cerca di trasmettere nei
primi minuti della pellicola, mostrando un orgogliosissimo Jobs
presentare in anteprima il primo modello di iPod.</div>
<div style="text-align: justify;">
Da quel momento
inizia un flashback che porta lo spettatore agli inizi della carriera di
questo magnate informatico con l'abbandono del college, la costruzione
per mano di Steve Wozniak della prima scheda Apple, la creazione della
divisione Apple Computer per poi passare al bando del creatore e infine
al suo nuovo ingresso trionfale e all'avvento dell'iMac.</div>
<div class="dida_left" style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Sono
numerosi gli episodi significativi della vita di Jobs che volutamente
mancano alla pellicola, il rapporto con la figlia è appena accennato e
non c'è alcuna menzione delle problematiche coniugali o della malattia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Manca
del tutto l'incontro con Wozniak, mostrato semplicemente come una
persona già nota a Jobs. Anche le dinamiche interne alla Apple si
susseguono ad un ritmo a dir poco forsennato che dà per scontati non
solo i passaggi storici, ma anche quelli logici.</div>
<div class="dida_right" style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
In
più di un'occasione si avverte un senso di smarrimento e ci si trova
obbligati a riflettere su quel che è visualizzato sullo schermo, ma è
solo avendo letto l'interessante biografia di Walter Isacson che si
riesce a cogliere tutto quello che la pellicola grossolanamente va
raccontando.</div>
<div style="text-align: justify;">
Certo non è semplice
attraversare per intero una vita intensa come quella del protagonista,
ma se si è già a conoscenza dei tanti retroscena che hanno portato Jobs a
compiere certe scelte, l'impressione è che questa pellicola sia stata
oggetto di pesanti tagli e rimaneggiamenti, oppure che sia
semplicemente il frutto di una sceneggiatura frettolosa.</div>
<div style="text-align: justify;">
La
passione di Jobs per Bob Dylan trapela dai posters onnipresenti e
dall'accompagnamento sonoro, mentre la complessità del suo ego,
determinata dalla consapevolezza di essere stato adottato, viene
sollevata in un paio di scene con una leggerezza che non dice
assolutamente nulla.</div>
<div style="text-align: justify;">
Molto evidente sin dal principio l'egoismo del protagonista, mostratoci in tutta la sua spietatezza e aridità relazionale. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br data-mce-bogus="1" /></div>
<div style="text-align: justify;">
Vi
sono poi altri pesanti difetti nella recitazione di Ashton Kutcher che
imita la camminata e il gesticolare di Jobs con fare poco naturale.
Anche il make up dell'invecchiamento ha un che di posticcio e fa cadere
abbastanza nel ridicolo l'introduziuone del film.<br />
</div>
<h3 class="frasecentrale" style="text-align: center;">
Il difetto più grosso è costituito dall'assenza di un vero e proprio amalgama generale nella trama</h3>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Pur non condividendo l'omissione di certi passaggi storici Jobs sarebbe
potuto essere comunque un film migliore se solo si fosse prestata più
attenzione nel rendere omogeneo e chiaro il progredire dell'evoluzione
di questo personaggio, evitando tante "strizzate d'occhio" e badando di
più ai contenuti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Forse l'unica nota
positiva si trova nella scelta del cast di comprimari che tutto sommato
funzionano più che egregiamente e, eccezion fatta per Josh Gad, mostrano
una discreta somiglianza con i veri protagonisti di una delle storie
più rivoluzionarie dell'economina e dell'informatica.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Da
pellicole come questa non si pretende il massimo realismo o la
spettacolarità, ma semplicemente la scorrevolezza. Si può rimanzare
qualche passaggio così come sintetizzarne altri, ma l'importante è che
il tutto fili liscio sino al'epilogo che per scelta del regista o dello
sceneggiatore si sceglie di dare ad un determinato periodo della storia
di un uomo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Jobs pecca proprio in questo e risulta essere un lavoro mal riuscito,
in cui viene data prova di una pessima recitazione del protagonista e di
un'approssimazione della sceneggiatura che non permette allo spettatore
di apprezzare alcune tappe fondamentali dell'evoluzioone informatica
avvenuta per mano di uno degli industriali più eccentrici e creativi di
sempre.</div>
Ye Olde Squittyhttp://www.blogger.com/profile/06096675533932282075noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7414613448615227689.post-56921693568470244042013-12-17T07:47:00.000-08:002013-12-17T07:57:14.929-08:00La Mafia Uccide Solo d'Estate<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyLHzK0WPtNOpMh_Z_d6vwYbl3jybx7FTHWipdudzydbOa5PGPs6bRlyZgilMCI2zmvuqXzXeI9IGa3vYwTfbsXNlxmPvYlFgHBBXK5m9klbLO8Pqeb6ubqEdSQ0edjHedOFCBzvvAWKno/s1600/Pf+locandina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyLHzK0WPtNOpMh_Z_d6vwYbl3jybx7FTHWipdudzydbOa5PGPs6bRlyZgilMCI2zmvuqXzXeI9IGa3vYwTfbsXNlxmPvYlFgHBBXK5m9klbLO8Pqeb6ubqEdSQ0edjHedOFCBzvvAWKno/s320/Pf+locandina.jpg" width="224" /></a>Ero solo un adolescente quando il 23 maggio del 1992 venni a sapere
della brutale uccisione del Giudice Falcone cui seguì, a distanza di
nemmeno due mesi la strage di Via d'Amelio.</div>
<div style="text-align: justify;">
Fu uno di quegli episodi che colpiscono la mente e il cuore al pari del crollo delle Twin Tower.</div>
<div style="text-align: justify;">
Quando
ho saputo che Pif, alias Pierfrancesco Diliberto, già la scorsa estate
stava iniziando a girare un film tutto suo dedicato a quel triste
periodo storico del nostro Paese mi si sono drizzate le antenne perchè
da assiduo telespettaotre de "Il Testimone" mi sono subito chiesto se la
pungente ironia della ex Iena si sarebbe riuscita a sposare con
avvenimenti così crudi e toccanti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lo dico senza indugi, la risposta è assolutamente affermativa.<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
La
mafia uccide solo d'estate è un film a mio parere molto interessante.<br />
<br />
E' una pellicola che nel panorama cinematografico natalizio italiano,
fatto di commedie goliardiche e trionfo di buoni sentimenti a palate,
rompe sicuramente gli schemi raccontanto un pezzo di storia Italiana
molto scomoda.</div>
<div style="text-align: justify;">
Punto di partenza di questo racconto e l'insolita
passione di un ragazzino, Arturo, per uno dei personaggi più criticati
della poltiica italiana, Giulio Andreotti. L'innocenza con cui Arturo
crede che Giulio Andreotti sia una persona per bene è in realtà
l'ingenuità dell'italiano medio di quei tempi, ancora fiducioso nelle
istituzioni e ignaro delle sottotrame che la Cupola andava intessendo
nel substrato politico e culturale del Paese. <br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHzEEVEDpTxjbMSiF7XpYRhUpWBc1Eh0_VTW0La8EI1KTtcy1cOiFEKIbo699Y129qetLZffxT28t2VL_Lqz7aK8lzwJB_8r8gLgRx17BRTL2XsY65zDJk6FrUDOG0K2NxCb9i-sS4d5e-/s1600/Pif+Maresciallo.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="181" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHzEEVEDpTxjbMSiF7XpYRhUpWBc1Eh0_VTW0La8EI1KTtcy1cOiFEKIbo699Y129qetLZffxT28t2VL_Lqz7aK8lzwJB_8r8gLgRx17BRTL2XsY65zDJk6FrUDOG0K2NxCb9i-sS4d5e-/s320/Pif+Maresciallo.jpg" width="320" /></a>Arturo vive
un'infantile storia d'amore nella sua Palermo finendo col conoscere
alcuni dei personaggi più illustri della lotta alla mafia: il Dott.
Rocco Chinnici, il commissario Boris Giuliano il Generale Dalla Chiesa e
qui mi fermo per evitare spoiler vari.</div>
<div style="text-align: justify;">
La crescita del
protagonista avviene gradualmente, forse un po' troppo lentamente,
attraverso l'amore per la sua giovene compagna di scuola, la piccola
Flora interpretata nel ruolo adulto da Cristiana Capotondi, e
soprattutto la passione per il giornalismo trasmessagli dall'inquilino a
cui viene affittato l'appartamento dle nonno (interpretato da Claudio
Gioè che, ironia della sorte, aveva dato il volto a Totò Riina de "Il
Capo dei Capi").</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYFOVU9rGPSclRs4RXpKyLBIVQMmd0yt-1us9qB4ThWeozRT_2zfYWMVRa1T74sr_bBIhpp-eJpFiDhGFCYPU43z4h2blRuP8BpzTpXrSRMBBbN1pmkYjsPjRQSOg6_KqqPU02RsWDe2Uz/s1600/Pif+Capotondi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYFOVU9rGPSclRs4RXpKyLBIVQMmd0yt-1us9qB4ThWeozRT_2zfYWMVRa1T74sr_bBIhpp-eJpFiDhGFCYPU43z4h2blRuP8BpzTpXrSRMBBbN1pmkYjsPjRQSOg6_KqqPU02RsWDe2Uz/s320/Pif+Capotondi.jpg" width="320" /></a>La maturazione di Arturo è fatta di delusioni e
soprattutto di una scia di cadaveri che la Mafia dissemina piano piano
nella sua Palermo tramutando l'ingenuità del bimbo nella consapevolezza
di un vent'enne, ancora innamorato dlela sua Flora ma con la voglia di
scrivere e di protestare contro le angherie della mafia.<br />
</div>
<div style="text-align: justify;">
In questo
primo lungometraggio non tutto fila liscio. Come anticipato alcuni
passaggi possono risultare un po' troppo diluiti, ma fortunatamente il
cast funziona alla perfezione così come l'immancabile ironia e comicità
del regista che è capace di suscitare ilarità nonostante gli orrori che
racconta.</div>
<div style="text-align: justify;">
Magistrale l'inizio che il concepimento di Arturo
durante l'assassinio di Michele Cavataio da parte della Famiglia
Badalamenti. La genialità di quest'opera sta infatti proprio nel
sapiente utilizzo del dupice binario di narrazione, esattamente come
avviene nel programma "Il Testimone", e nonostante la durata più estesa
rispetto al format televisivo, il tutto riesce alla perfezione senza mai
stancare.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiniO4unctR033UO2s6-1lB0KoUY0nY43c1R4D2AVzCuJak9GysSjvVVhe9pPn1Y35SsWeN76lTx78qYiZl2CHbXYb5tPArWSrQ52hX4QAVuCR0o2U9Hlmnh5lZp0Gx9qQi82NY_vRY9Nfe/s1600/pif.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiniO4unctR033UO2s6-1lB0KoUY0nY43c1R4D2AVzCuJak9GysSjvVVhe9pPn1Y35SsWeN76lTx78qYiZl2CHbXYb5tPArWSrQ52hX4QAVuCR0o2U9Hlmnh5lZp0Gx9qQi82NY_vRY9Nfe/s1600/pif.jpg" /></a></div>
<br />
L'importante, come sempre, è porsi dinanzi la pellicla
con la consapevolezza che si tratta di un racconto di fantasia inserito,
o meglio intrecciato quasi alla perfezione, in mezzo ad alcuni dei
fatti di cronaca più incresciosi degli anni '90.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il vero orrore
sta sempre nella quotidianità con cui alcuni concittadini del
protagonista vivono gli omicidi di chi ha disperatamente cercato di
migliorare la vita di gente come loro. Questo messaggio si respira molto
bene in ogni singolo fotogramma così come è presente una grandissima
voglia di rinascita e di rivincita che trova specchio nella storia di
amore tra Arturo e Flora.</div>
<div style="text-align: justify;">
Credo che con questa prima prova Pif
abbia saputo cogliere ampliamente l'insegnamento datogli da Marco Tullio
Giordana (Diliberto è stato aiutoregista ne "I 100 passi") riuscendo
però a condire il messaggio di fondo con una grandissima ironia e
sagacia senza tralasciare l'enorme rabbia e il desiderio di lotta
scaturito dal profondo amore per la sua Palermo e la sua Sicilia.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Il film è sostenuto dal comitato <a data-mce-href="http://www.addiopizzo.org/index.asp" href="http://www.addiopizzo.org/index.asp">Addiopizzo</a>, movimento cittadino nato a Palermo come segno di protesta e opposizione alla mafia. </div>
Ye Olde Squittyhttp://www.blogger.com/profile/06096675533932282075noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7414613448615227689.post-47430758328002433972013-08-01T03:47:00.000-07:002013-08-01T03:49:49.797-07:00Wolverine l'Immortale<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMM7-0mVal_xTqDSOt2nf2OrCP7Jq4c_aRn3WckN9CdYw2iiQrHFd5IsM55h8DhWM8p7gtd_rul_VoPNJ7bGDw30x0uYvRC9c67g7SlCdvfEOBjWFcXqtb26mCQzKPqrG1NvV3XAkngIvh/s1600/Wolverine-Limmortale.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjMM7-0mVal_xTqDSOt2nf2OrCP7Jq4c_aRn3WckN9CdYw2iiQrHFd5IsM55h8DhWM8p7gtd_rul_VoPNJ7bGDw30x0uYvRC9c67g7SlCdvfEOBjWFcXqtb26mCQzKPqrG1NvV3XAkngIvh/s640/Wolverine-Limmortale.jpg" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Mah, forse sarebbe stato più adeguato il titolo Wolverine MA VAI A CAGARE! Non mi metto nemmeno a criticare le scelte e le modifiche che in sede di stesura dello script hanno portato a drastici tagli, stravolgimenti di personaggi e abbandono del sottotesto politico che da sempre ha fatto da padrone nel fumetto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Quel che davvero mi ha deluso della pellicola di James Mangold è la totale assenza di pathos e di approfondimento di qualsiasi personaggio che appaia in ogni sua singola inquadratura.</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj16OPovdrlC_TL_2Sb11DQy81BgO7ffY_fTscq7AWMz_oMuZRIUV30BLjRYtB-E4M3iIXDPYMtJtubupH25y-nKAmUzvJd0ejpZPcfGEjJ9Hm26ovTkPx5t-xoxb6fHorMizhhr3OjXaZw/s1600/tumblr_lavmycspqp1qbpj4uo1_400.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj16OPovdrlC_TL_2Sb11DQy81BgO7ffY_fTscq7AWMz_oMuZRIUV30BLjRYtB-E4M3iIXDPYMtJtubupH25y-nKAmUzvJd0ejpZPcfGEjJ9Hm26ovTkPx5t-xoxb6fHorMizhhr3OjXaZw/s200/tumblr_lavmycspqp1qbpj4uo1_400.jpg" width="147" /></a>Adattare il ciclo di storie ambientate in Giappone scritte e disegnate da Chris Claremont e Frank Miller è una scelta difficile e coraggiosa, peccato che in questa trasposizione tutto, e dico proprio tutto, sia solo ed unicamente funzionale al comattimento, puro e semplice.</div>
<div style="text-align: justify;">
Un aspetto che sullo schermo potrebbe anche funzionare se fosse accompagnato da scene spettacolari, capaci di regalare prodezze acrobatiche incredibili, ma l'occhio del regista, salvo la rara eccezione della sequenza ambientata sullo Shinkansen, non è assolutamente in grado di fare ciò, lasciando lo spettatore sempre e costantemente dinanzi ad una confusione sonora e visiva che dopo pochi minuti non può fare altro che tramutarsi in noia.</div>
<h3 style="text-align: justify;">
A poco servono alcune scene di grande pathos come la spettacolare intro, e l'intrigante finale post titoli di coda, Wolverine è e rimane una pellicola mal riuscita incapace di ritagliarsi il meritato spazio che un personaggio del genere dovrebbe avere all'interno del panorama cinematografico fumettistico hollywoodiano.</h3>
<div style="text-align: justify;">
Peccato perchè il budget è stato eviedentemente speso, si è anche cercato di dare continuità al terzo episodio della saga dei mutanti, ma è evidente che molte cose non hanno funzionato e il risultato si avvicina di molto alle pellicole marvel "minori" come Daredevil o Elektra.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitnezWsjPuLKL7pBaq04fftKYQavSrFJFCp83LQqF6JSOZFzzbC035IjM-JEUYxqkL2pca-BuwDJkf3eFQiK2vq1Ho4Hd6JedzgWkADTZRZtaxgfQKY_CWuwLeYDwbFQnAYSPW9qckJxDh/s1600/Wolverine_-_L'immortale.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="267" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitnezWsjPuLKL7pBaq04fftKYQavSrFJFCp83LQqF6JSOZFzzbC035IjM-JEUYxqkL2pca-BuwDJkf3eFQiK2vq1Ho4Hd6JedzgWkADTZRZtaxgfQKY_CWuwLeYDwbFQnAYSPW9qckJxDh/s640/Wolverine_-_L'immortale.png" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Lo script oltre a presentare scene di continuo non sense (credo che l'apoteosi si raggiunga con la scena di prigionia, e chi ha visto la pellicola sa di cosa parlo) si perde continuamente per strada. Nemmen o l'escamotage della perdita dell'immortalità riesce a dare lo psunto per creare un approfondimento sufficientemente sviluppato. Nella prima parte della pellicola si assiste ad un continuo susseguirsi di spunti che non trovano successivo arricchimento finendo con l'essere schiacciati dal tribudio di botte e urla maldestramente dirette.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHwOJwvntfsY5zZxC34yreoO1DsBDJlUr4fmLUasHRP5j6qzKZ0hte7vE0fWXpyPycG9V5cgBTk2h_4s-RGSNfWMleG1HFiH2RVHhVeRX59O80656HxqtzqplU1EttFX4pa89GSKnwTKGq/s1600/flthewolverinemarikolog.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="198" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHwOJwvntfsY5zZxC34yreoO1DsBDJlUr4fmLUasHRP5j6qzKZ0hte7vE0fWXpyPycG9V5cgBTk2h_4s-RGSNfWMleG1HFiH2RVHhVeRX59O80656HxqtzqplU1EttFX4pa89GSKnwTKGq/s320/flthewolverinemarikolog.jpg" width="320" /></a>Purtroppo anche la fotografia non è in grado di aggiungere molto. Ambientare un film nelle </div>
<div style="text-align: justify;">
foreste canadesi e in una terra affascinante come il Giappone potrebbe offrire spunti davvero interessanti per inquadrature suggestive, ma Mangold si limita a mostrare un bosco, una sala pachinko, due pagode in corce e dei ninja, girando la maggior parte delle scene, interne ed esterne, in un buio mal gestito che nasconde praticamente tutto, anche ciò che necessariamente si dovrebbe vedere. Non per fare il critico a tutti i costi, ma la bravira di un regista si vede anche da questi dettagli, scene che con un campo lungo o una veloce carrellata di fanno sospirare sulla sedia (andiamo a riguardare i primi 3 secondi de "Il Cavaliere Oscuro" per capire cosa intendo).</div>
<h3 style="text-align: justify;">
Parlando dei personaggi la scontatezza regna sovrana, ma in una pellicola tratta da un fumetto che fa dello stereotipo il suo punto di forza non mi aspetto uno spessore superiore ad un A4. </h3>
<div style="text-align: justify;">
Resta comunque il fatto che si sarebbe potuto fare di più e meglio perchè qualsiasi ruolo non è altro che una macchietta, dal politico corrotto, al figlio non all'altezza del padre, per non parlare della cattivona fatalona e dell'orfanella salvata dalla povertà, tutto sa di già visto e oltretutto di frettoloso.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non soddisfa neppure la resa visiva dei comprimari e in particolar modo Vyper che sfoggia il guardaroba di una delle villain di Resident Evil e il patetico Silver Samurai che pare uscito da un episodio dei Power Rangers.</div>
<div style="text-align: justify;">
Se a questo si aggiunge la presenza di telefonatissimi colpi di scena e di un susseguirsi di scene che proprio proprio, anche con l'impegno, non si riesce a capire che cacchio abbiano voluto mostrare, Wolverine l'Immortale toppa del maledetto riuscendo a collocarsi addirittura al di sotto del già mediocre "Le Origini".</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEje3J_tvGzHEnG_ccNZwNvpErPcsAGiR6316Eg6zfqmwn4puHVzDNQlSHBaLLspphpuVbT_Rao1et9qcH5sDrYEE6Cpa5iognBfdscdWpZ-hXdARQbYgv8nYIK53wm9dLMKHlqa5Qufo04t/s1600/hugh-jackman-sexy-long-hair-700x560.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="160" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEje3J_tvGzHEnG_ccNZwNvpErPcsAGiR6316Eg6zfqmwn4puHVzDNQlSHBaLLspphpuVbT_Rao1et9qcH5sDrYEE6Cpa5iognBfdscdWpZ-hXdARQbYgv8nYIK53wm9dLMKHlqa5Qufo04t/s200/hugh-jackman-sexy-long-hair-700x560.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">i'm too sexy for my shirt</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Se però si cerca la massima autocelebrazione dell'ottimo fisico che alla non più giovane età di 45 anni Hugh Jackman è in grado di sfoggiare allora questo film fa per voi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il tripudio di deltoidi, dorsali, addominali e bicipiti sempre in tensione che costantemente viene sottoposto alla nostra visione può essere in grado di allontanare lo sguardo dal volto dell'attore protagonista che, contrariamente al proprio personaggio, inizia a mostrare i segni dell'età sfoggiando delle vistosissime borse sotto agli occhi a cui manca solo la scritta Coop.</div>
<div style="text-align: justify;">
Considerando che questo film dovrebbe fare da apripista alla nuova pellicola dedicata alla saga dei mutanti, Xmen Days Of Future Past, allora mi inizio a preoccupare perchè il pressapochismo con cui è stata realizzata non fa presagire davvero nulla di buono.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nessun Gioppe perchè il culo di Jackman non fa il film!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMhvpIUZfK1TgOI3Nla7935VBeOgUY6MmzBV0XR7Jaxp3dZRJmL6BqSmS5sLIlWolL-AoHG1k9T0fqhOSMd4PgF9rqu_1mH250ll6yrPswg6pZBiZ4Wc8K81bIDRoFaG0Gz3pCJOUnE9sQ/s1600/00.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="181" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMhvpIUZfK1TgOI3Nla7935VBeOgUY6MmzBV0XR7Jaxp3dZRJmL6BqSmS5sLIlWolL-AoHG1k9T0fqhOSMd4PgF9rqu_1mH250ll6yrPswg6pZBiZ4Wc8K81bIDRoFaG0Gz3pCJOUnE9sQ/s400/00.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<br />
<br />Ye Olde Squittyhttp://www.blogger.com/profile/06096675533932282075noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7414613448615227689.post-51382167869569603752013-07-18T07:44:00.003-07:002013-07-18T07:47:47.438-07:00Pacific Rim<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjucRYiQFJEnWYZvPwgro_BeBkagrya9RdWxgR4BNwOlCjm7KQQgnayq9I0hfl3SLRBP8kuy9VusqGrXAugkeqb_DUYY2Y3K3A-zokZyBDTiZD6z-xmnyvzXQFkCsgbIyGZ31ksBcHXBufP/s1600/pacific_rim_small.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjucRYiQFJEnWYZvPwgro_BeBkagrya9RdWxgR4BNwOlCjm7KQQgnayq9I0hfl3SLRBP8kuy9VusqGrXAugkeqb_DUYY2Y3K3A-zokZyBDTiZD6z-xmnyvzXQFkCsgbIyGZ31ksBcHXBufP/s1600/pacific_rim_small.jpg" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Ormai
più di sei mesi fa, grazie alla recensione de "Lo Hobbit" ho
inavvertitamente scatenato un bellissimo dibattito sul concetto di
"linguaggio cinematografico". E' interessante che lo spunto per
affrontare più approfonditamente la questione venga nuovamente da una
pellicola dove spicca ancora il nome di Guillermo del Toro.</div>
<div style="text-align: justify;">
Motivi
personali mi hanno impedito di vedere Pacific Rim all'anteprima
cinematografica, questo ha comportato che inevitabilmente siano passate
sotto ai miei occhi alcune recensioni che la mia morbosa curiosità non è
stata in grado di impedirmi di leggere. Nel pieno rispetto delle
opinioni di chiunque ha espresso il proprio giudizio riguardo la
pellicola di Del Toro mi permetto di scrivere quello che ho percepito
ieri sera durante la proiezione.</div>
<h2 class="frasecentrale" style="text-align: justify;">
Pacific Rim è un enorme tributo alla cultura anime e ai Dai Kaiju Eiga</h2>
<div style="text-align: justify;">
Mai
fino ad oggi avevo visto un simile omaggio ai film e ai cartoni animati
giapponesi. Ed è qui che è importante allacciarsi al discorso iniziale,
riprendendo il dibattito già aperto ne "Lo Hobbit".</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
C'è
una netta differenza tra trasporre ed omaggiare, laddove, con
quest'ultimo termine, non ci si deve limitare a riprodurre situazioni
strizzando l'occhio a qualcosa di già ben noto. Se quest'adattamento
viene effettuato per il tramite di un linguaggio differente da quello di
origine si rischia di cadere nel ridicolo o nel kitch.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ogni volta
che ho recensito un film Marvel ho letto commenti che lamentavano
mancanze nella sceneggiatura o ribaltamenti di ruoli rispetto a quelli
cartacei (il mandarino di Iron Man 3 è l'esempio che meglio ricordo).
Questo è assolutamente normale quando il raffronto tra l'opera originale
e quella cinematografica è già ben noto allo spettatore, ma discorso
diverso deve essere fatto dinanzi un'opera che attinge semplicemente da
un contesto ben preciso sviluppandosi su un altro piano.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tra le
più grandi critiche rivolte alla pellicola di Del Toro ho letto mancanze
che hanno fatto davvero sorridere. Le più comuni riguardano carenza di
spessore di certi personaggi così come la leggerezza della
sceneggiatura, per non parlare delle critiche "scientifiche" di chi, al
cinema ieri sera continuava a dire "nella realtà sarebbe impossibile".</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="dida_left" style="text-align: justify;">
<h2>
Omaggiare gli anime e i Kaiju Eiga, vuol dire scontrarsi con l'ingenuità che da sempre è alla base di queste opere.</h2>
</div>
<div class="dida_left" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="dida_left" style="text-align: justify;">
Del resto, fatta eccezione per il primo film di Godzilla e per le prime
serie di Gundam, gli anime robot e i film di mostri si articolano su
clichè piuttosto semplici e ripetitivi che non lasciano molto spazio ad
approfondimenti psicologici o risvolti di trama particolarmente
originali.</div>
<div style="text-align: justify;">
Se poi si deve puntare su un prodotto cinematografico
la difficoltà di dover condensare in poco più di due ore la trama può
portare a due scelte totalmente complementari: si può attingere da una
situazione per raccontarla da un punto di vista inedito, completamente
diverso, oppure non si fa altro che prendere il meglio da ogni cosa e
cercare di enfatizzarlo al massimo dichiarando apertamente l'amore verso
il genere.</div>
<div class="dida_right" style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
E'
indubbio che Del Toro, nel dirigere Pacific Rim abbia optato per tale
ultima scelta laddove ogni situazione, in un modo o nell'atro richiama
ad una cultura e ad un immaginario ben preciso. Un immenso calderone in
cui bolle allegramente uno spezzatino fatto di Go Nagai, di Hishiro
Honda, di Yoshiyuki Tomino (se non sapete chi è shame on you) il tutto
condito con un tocco di immancabili fratelli Wachowsky (e perfino una
spruzzata di Stuart Gordon peraltro assolutamente dovuta!).</div>
<div style="text-align: justify;">
Dinanzi
un'opera simile è chiaro che le opinioni siano quanto di più soggettivo
ci si possa aspettare. Per chi come me ha assistito alla trasmissione
del primo episodio di Goldrake in Italia questo film rappresenta la
concretizzazione del sogno di un bambino, per le nuove generazioni
potrebbe essere semplicemente l'ennesimo disaster movie a sfondo
fantascientifico.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Quel che posso dire è che nel complesso Pacific
Rim mi ha saputo stupire e regalare emozioni, per lo più legate alla mia
infanzia. Il tutto senza essere esente da difetti. Sulla sceneggiatura e
sui personaggi non ho nula da dire, siamo dinanzi un omaggio agli anime
e voglio intenderlo come tale, senza la necessità di volere di più.
Quel che mi ha stancato sono i combattimenti che paiono coreografati da
Cristopher Nolan (leggasi non ci si capisce una beneamata fava) e in
generale alcune scelte estetiche.</div>
<div style="text-align: justify;">
Per il resto la pelliclola va
bene così, con Idris Elba che ti scuote l'anima nel profondo meglio di
un santone televisivo, con lo Jaeger russo che ricorda il reattore di
Chernobyl (e per fortuna ci si è fermati a quello senza cadere nel
ridicolo come in Mobile Fighter G Gundam), con Ron Perlman venduto in
bundle con Del Toro come Moto GP con la Play3, con quei colossi di
metallo manovrati attraverso il sistema di controllo in cui avrei sempre
sognato di immergermi, e poco mi interessa se è preso da Evangelion
piuttosto che da <a data-mce-href="http://www.youtube.com/watch?v=jZXWHswqCQo" href="http://www.youtube.com/watch?v=jZXWHswqCQo">Robot Jox </a>(guardare al minuto <a data-mce-href="http://www.youtube.com/watch?v=jZXWHswqCQo" href="http://www.youtube.com/watch?v=jZXWHswqCQo">15:01</a>), l'importante è che spacchi, e questo è davvero indubbio!</div>
<div class="dida_left" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In
tutto questo crogiuolo ho avuto la sensazione che Del Toro si sia mosso
con prudenza, cercando di colpire sul sicuro e limitando molto sue
eventuali scelte personali e questo la dice ancor più lunga sull'omaggio
che un regista così eclettico e dallo stile così personale ha voluto
fare a questo universo.Mi attendo qualcosa di diverso su un eventuale
Pacific Rim 2 perchè credo questa pellicola abbia davvero detto tutto su
quanto da me visto da bambino sul divano di sala, con una fetta di pane
e marmellata in una mano e il pupazzo di Goldrake nell'altra.</div>
Ye Olde Squittyhttp://www.blogger.com/profile/06096675533932282075noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7414613448615227689.post-86986676959553687542013-06-06T08:30:00.002-07:002013-06-06T08:31:20.366-07:00The butterfly room<div style="text-align: justify;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2Tj-wtdmyItm1-pE4HWMVt7lMUToY26dWxw1JVC_v88eA5ZMrxA86TaI2PqYOhGSPT4y2qvnCB5P3-YjXShtH17hnZ3Yb-x0_pGBYq3vVFL9oLkv748azHKclJSZ5DZISNMjsqRxSTDlc/s1600/butterflyroom.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg2Tj-wtdmyItm1-pE4HWMVt7lMUToY26dWxw1JVC_v88eA5ZMrxA86TaI2PqYOhGSPT4y2qvnCB5P3-YjXShtH17hnZ3Yb-x0_pGBYq3vVFL9oLkv748azHKclJSZ5DZISNMjsqRxSTDlc/s640/butterflyroom.jpg" width="640" /></a></div>
<br />
<div style="text-align: center;">
I BAMBINI NON DOVREBBERO MAI CRESCERE </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Esce oggi nelle sale italiane The Butterfly Room, ultimo lavoro del
regista italiano Jonathan Zarantonello celebre per essersi fatto
conoscere al pubblico nel 1996 con un cortometraggio amatoriale "Medley,
brandelli di scuola", successivamene acquistato dalla Troma e
distribuito nelle sale cinematografiche internazionali.</div>
<div style="text-align: justify;">
Avendo
assistito nel 2000 alla proiezione di questo acerbo lavoro
cinematografco posso affermare che il buon Jonathan ha fatto molta
strada negli ultimi 13 anni.</div>
<div style="text-align: justify;">
The Butterfly
Room è una pellicola che dal punto di vista della regia e della
fotografia segna una grande evoluzione del regista cui va anche
riconosciuto il merito di aver riportato sul grande schermo alcuni
mostri sacri del cinema horror come Barbara Steele, celebre musa di Bava
e Freda, e Heather Langenkamp, protagonista dei primi due capitoli di
Nightmare.</div>
<div style="text-align: justify;">
Vincitore di numerosi premi tra
cui lo Youth Award all'International Fantastic Film di Neuchantel e il
premio Nocturno al Trieste Film Festival, The Butterfly Room è una
semplice fiaba noir che ha come fulcro il tema dell'abbandono e della
paura della solitudine affrontata dal punto di vista di una madre. Ispirata ad "<i>Alice dalle 4 alle 5"</i>, racconto e cortometraggio dello stesso regista,
la trama racconta le vicende di Ann (Barbara Steele), anziana ed
elegante signora che vive da sola nell'appartamento di un classico
condominio americano. Sin dal principio Ann ci viene mostrata come una
persona spietata, dura ma è in questa sua rigidità che s'insinua la sua
più grande debolezza.</div>
<div style="text-align: justify;">
La paura dell'abbandono, già vissuto sulla
pelle della protagonista in passato, le fa assumere comportamenti
assolutamente fuori dal comune, e la sua passione per le farfalle, che
colleziona in maniera meticolosa all'interno di una stanza della sua
abitaizone, finisce col portarla al culmine di una foliia dettata da
invidia e desiderio di rivalsa nei confronti del proprio fllimento di
madre, oltre che di moglie.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nel mostrare il lento declino di Ann
Zarantonello abbandona la linearità della trama cercando di narrare tre
episodi ben distinti e collocati in defferenti spazi temporali. Sullo
sfpndo troviamo sempre presente il passato di Ann e il trauma dalla
stessa causato alla figlia (il cui ruolo adulto è affidato
alla Langenkamp). La trama segue però il rapporto che la protagonista
instaura con la piccola Julie, la figlia della sua vicina che s'insinua
nella sua vita e nella casa. L'appartamento nasconde un oscuro segreto, e
questo detaglio ci viene mostrato pian piano, sviscerando attraverso
piccoli flashback il malsano rapporto che fortuitamente Ann ha
instaurato pochi giorni prima con un'altra ragazza, la bellissima e
algida Alice. La trama principale avanza per lenti step cui si alternano
gli inquietanti flashback che connotano il passato di Ann e la portano
al culmine della sua follia nel finale. Sotto questo punto di vista la
pellicola regge bene, Zarantonello mostra infatti di saper costruire in
maniera logica l'intreccio di trame e situazioni tra passato, presente e
quell'episodio consumatosi appena prima che ha risvegliato la pazzia
della protagonista.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nonostante l'impegno a costruire una
sceneggiatura articolata, la pellicola soffre di una certa lentezza che
si nota nella trama e nell'evoluzione della protagonista. Ann ci viene
mostrata sin da subito come una persona turbata, maligna, con una
personalità deviata. Il casuale incontro con una giovane e, a parer
dello scrivente, improbabile ragazzina approfittatrice di anziani è
costruito in maniera troppo casuale. A questo si aggiunge un finale
classico che nella sua scontatezza potrebbe anche andar bene, ma che
viene introdotto attraverso uno stratagemma che appare un po' risibile.</div>
<div style="text-align: justify;">
La
recitazione della Steele è sempre impeccabile anche se soffre di
un0eccessiva monotematicità espressiva, robabilmente imputabile alla
particolarità del suo volto e della statuarità dei suoi ruoli passati.
Forse avrebbe giovato di più alla pellicola un ruolo incentrato su un
bipolarismo più marcato. Bene gli altri protagonisti con menzione di
merito per Julia Putnam che sa dare ad Alice il giusto equilibrio tra
innocenza e malignità riuscendo a far mostrare ad Ann in maniera
credibile la sua vera debolezza.</div>
<div style="text-align: justify;">
In generale la pellicola
riesce comunque a farsi apprezzare, oltre che per il cast, in cui è
presente anche Cammille Keaton, altra grande attrice protagonista di uno
dei primi rape and revenge movie del cinema (Non violentate Jennifer),
anche per la cura che Zarantonello ha voluto dare a certi dettagli
urbani, che seppur messi sullo sfondo, riescono a comunicare i giusti
stati d'animo. Altro punto a favore è l'ottima colonna sonora, anch'essa
rigorosamente made in Italy e affidata al duo di Maestri Pivio e Aldo
de Scalzi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nonostante qualche ingenuità e
un paio d'incertezze The Butterfly Room riesce comunque a connotarsi di
un'identità dove l'inquietudine viene mostrata allo spettatore
attraverso un simbolismo predominante, quello della farfalla, contornato
da scene che nel dare atto della follia della protagonista hanno un
approccio quasi psicanalitico. Un insieme che si sorregge su un risvolto
profondo, il rapporto malsano madre e figlia, indubbiamente
interpretato in maniera ineccepibile dfa tutto il cast e che rende The
Butterfly Room un film diverso dagli altri millemila cloni e ricicloni
di vecchie pellicole, che nella banalità del panorama italiano ed
internazionale merita indubbiamente una visione.</div>
Ye Olde Squittyhttp://www.blogger.com/profile/06096675533932282075noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7414613448615227689.post-8371923723457437232013-05-22T09:55:00.000-07:002013-05-22T09:57:17.241-07:00Le Streghe di Salem<h2 class="intro_art" style="text-align: center;">
<a data-mce-href="http://leganerd.com/?attachment_id=209564" href="http://leganerd.com/?attachment_id=209564" rel="attachment wp-att-209564"><img alt="salem" class="aligncenter size-full wp-image-209564" data-mce-src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2013/05/salem.jpg" height="421" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2013/05/salem.jpg" width="601" /></a></h2>
<h2 class="intro_art" style="text-align: justify;">
A
quasi un mese di distanza dall'uscita cinematografica de Le Streghe di
Salem si è ormai letto di tutto. Tra i sostenitori che hanno gridato al
miracolo e i detrattori che si son soffermati per lo più alla blasfemia
dell'opera mi permetto di esprimere il mio personale giudizio.</h2>
<div style="text-align: justify;">
Premetto
subito che la sera del 24 aprile, uscito dal cinema, mi sono piazzato
davanti al mio computer con l'intenzione di scirvere una recensione di
quanto appena visto. Dopo 15 minuti di battiture che regolarmente
venivano cancellate ho pensato bene di attendere il giorno successivo
per cercare di comprendere meglio le sensazioni suscitate dalla
pellicola. Il lavoro e tutta un'altra serie di eventi mi hanno impedito
di riprendere la bozza che avevo disordinatamente iniziato a buttar giù,
ma per fortuna lo scorso week end si è presentata l'occasione di
rivedere il film in lingua originale e, dopo una seconda visione, credo
di riuscire a mettere a fuoco per bene quelle che sono le mie
impressioni sul lavoro di Zombie.</div>
<div style="text-align: justify;">
Che Rob sia un regista bizzarro e
altalenante è dato più che appurato. L'incostanza di questo assurdo
personaggio diviso tra musica e cinema è stata dimostrata
dall'alternanza di lavori mediocri e ottime produzioni sfornate lungo la
sua carriera. Il passaggio tra la Casa dei 100 Corpi a "The Devil's
Reject" è epocale, così come le differenze abissali che corrono tra il
primo remake di Halloween e il sequel. Per questa nuova opera Zombie
cerca di rincorrere la linea del cinema d'autore, ma a mio parere
fallisce miseramente nell'intento proponendo un prodotto riuscito solo a
metà.</div>
<div class="dida_right" style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Le
Streghe di Salem è una pellicola che da un punto di vista puramente
visivo può davvero vantarsi di mostrare scene di altissimo livello per
un horror. Illuminazione, scenografia e fotografia sono decisamente il
punto di forza di questo film che ha un impatto visivo capace di
disorientare notevolmente lo spettatore. Ho più volte provato un grande
senso di disturbo nell'assistere a certe scene e in parte mi è tornato
in mente il disagio provato durante la visione di Rosemary's Baby o la
prima volta che ho giocato a Silent Hill.</div>
<h2 style="text-align: center;">
<a data-mce-href="http://leganerd.com/?attachment_id=209562" href="http://leganerd.com/?attachment_id=209562" rel="attachment wp-att-209562"><img alt="le-streghe-di-salem-meg-foster-in-versione-strega-di-salem-in-una-scena-del-film-268577" data-mce-src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2013/05/le-streghe-di-salem-meg-foster-in-versione-strega-di-salem-in-una-scena-del-film-268577.jpg" height="354" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2013/05/le-streghe-di-salem-meg-foster-in-versione-strega-di-salem-in-una-scena-del-film-268577.jpg" width="601" /></a></h2>
<div style="text-align: justify;">
A
far da corollario all'inquetudine data da queste folli visioni c'è uno
spettacolare comparto musicale fatto per lo più di brani ipnotici come
le splendide "Venus in Furs" e "All tomorrows party", entrambe
estrapolate dall'album The Velvet Underground & Nico". Non poteva
poi mancare il vero protagonista della colonna sonora, l'inqietante tema
del film chiaramente scritto da Zombie. Prima di tirare le somme però è
opportuno spendere due partole sulla trama: Heidi (Shery Moon) è
deejay nell'emittente radiofonica della cittadina di Salem nel
Massachussets. Un giorno riceve in dono un vinile dei Signori di Salem,
misterioso gruppo Rock emergente. L’ascolto del disco scatenerà il
risvegliarsi di antichi riti di stregoneria che oltre a riportare la
ragazza al suo passato di tossicodipendente ne causeranno il plagio da
parte di tre sorelle streghe.</div>
<div style="text-align: justify;">
Quello del rock satanico è di per se
un tema trito e ritrito su cui il cinema si è più volte espresso in
passato senza mai arrivare a dei risultati memorabili (Morte a 33 giri,
Suck, La radio del demonio ecc. ecc.). Per fortuna Zombie utilizza lo
strumento discografico al pari del nastro registrato ne "La Casa" ossia
come mero mezzo per risvegliare una potere arcano, questa volta celato
nel subconscio della protagonista. Nonostante ciò il plot non brilla
certo di originalità, ma su questo si riesce comunque a glissare.</div>
<div class="dida_left" style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Ciò
che invece stona è il fatto che in certi punti la pellicola non è altro
che il montaggio di impeccabili rifacimenti di celebri scene di
capolavori del genere. Per tutto il film permea un'atmosfera di omertà e
collusione che è presa da Rosemary's Baby, mentre lo scandire del tempo
ci viene trasmesso attraverso le fredde e cupe schermate nere "a
calendario" che attingono direttamente da Shining. Altri echi da Eyes
Wide Shut si percepiscono in maniera esplicita durante "l'niziazione"
della protagonista accompagnata da un meraviglioso sottofondo di musica
classica.</div>
<h5 class="frasecentrale" style="text-align: justify;">
In sostanza Le streghe di Salem è
per lo più un misto di bellissime scene che trovano scarso legame tra
loro probabilmente a causa della mediocre recitazione di Shery Moon e un
finale sicuramente toccante ma eccessivo al punto da far virare la
trama verso il puro nonsense.</h5>
<div style="text-align: justify;">
Anche
volendo leggere il tutto in chiave astratta, chedendosi se le visioni
di Hedi sono frutto della droga o della possessione da parte del
demonio, il risultato non cambia. L'eccessiva pretestuosità della
pellicola viene poi smorzata dal più bieco degli stratagemmi di
sceneggiatura ovvero la triste voce del telecronista che concede allo
spettatore il telefonatissimo spiegone su quel che è davvero accaduto
lasciando anche la porta aperta verso un improbabile sequel.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una
volta realizzato tutto questo mi chiedo davvero se ad avermi scosso
siano state le immagini del film o questo finale così tanto atteso per
tuta la durata della proiezione e perso strada facendo. Peccato davvero
perchè il film di Zombie a mio parere si discosta notevolmente
dall'ordinariio dell'horror e ha il pregio di riportare su pellicola
quattro mostri sacri del passato quali Dee Wallace, Patricia Queen (!),
Barbara Campton e Meg Foster impegnandole oltretutto in ruoli adeguati
al contesto.</div>
<h2 style="text-align: center;">
<a data-mce-href="http://leganerd.com/?attachment_id=209561" href="http://leganerd.com/?attachment_id=209561" rel="attachment wp-att-209561"><img alt="thelordsofsalem5_cc16e742f20df68c8edc18768f654063" data-mce-src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2013/05/thelordsofsalem5_cc16e742f20df68c8edc18768f654063.jpg" height="379" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2013/05/thelordsofsalem5_cc16e742f20df68c8edc18768f654063.jpg" width="597" /></a></h2>
<div style="text-align: justify;">
Purtroppo
in quest'infiocchettamento di scenografie visionarie, musica ben
contestualizzata e cast per lo più competente si sente la mancanza di un
amalgama capace di dare un definitivo senso di compiutezza all'opera
che rimane un incredibile omaggio a registi e pellicole
riconoscibilissimi all'interno delle inquadraturte e delle atmosfere
impeccabilmente ricreate da Zombie, senza però aggiungere niente di
originale alla sua idea di partenza.<br />
Non c'è definizione migliore
di quella del mio vicino di poltrona, un vero lord, che, a proiezione
conclusa ha espresso il suo dilemma dicendo: "'nsomma ma Zzombi
cazzohavolutodìrecostofilm".</div>
<br />
<div style="text-align: center;">
<a data-mce-href="http://leganerd.com/?attachment_id=209563" href="http://leganerd.com/?attachment_id=209563" rel="attachment wp-att-209563"><img alt="le-streghe-di-salem-sheri-moon-zombie-foto-dal-film-02_mid" class="aligncenter size-full wp-image-209563" data-mce-src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2013/05/le-streghe-di-salem-sheri-moon-zombie-foto-dal-film-02_mid.jpg" height="391" src="http://leganerd.com/wp-content/uploads/2013/05/le-streghe-di-salem-sheri-moon-zombie-foto-dal-film-02_mid.jpg" width="602" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Pretenzioso,
blasfemo, angosciante ma in fondo in fondo deludente, Le streghe di
Salem merita comunque la visione da parte degli appassionati di cinema
horror perchè cerca di far virare il genere verso una differente
direzione, riuscendo solo in parte a perseguire l'intento, forse per
eccesso di citsazionismo e probabilmente anche per l'immaturità del
regista.</div>
<div style="text-align: justify;">
Probabilmentre Zompbie tra qualche anno sarà capace di
regalarci qualcosa di supremo, ma per il momento ha solo dato
dimostrazione di conoscere a fondo i papisaldi del genere, ma amare il
cinema non vuol dire saper girare un buon film.</div>
Ye Olde Squittyhttp://www.blogger.com/profile/06096675533932282075noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7414613448615227689.post-74785885158705811032013-05-10T02:06:00.000-07:002013-05-10T02:08:46.733-07:00La Casa<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTuRmv5LY62eMQyODrFIZiBXiCI2Z7twxqxOSwxzLkO74PNhbWxJQZzeWQz3GA9ezxT89uc7htGUxzNbJ4SmxMFMSmFdgdLpFpJ5nVGHnvcjVb8ZYbAjMkfcUbCtfBvrpZBMrENaQPljfZ/s1600/la_casa_remake_immagini01_f878f076f0779bf6adb392fd80e1c672.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTuRmv5LY62eMQyODrFIZiBXiCI2Z7twxqxOSwxzLkO74PNhbWxJQZzeWQz3GA9ezxT89uc7htGUxzNbJ4SmxMFMSmFdgdLpFpJ5nVGHnvcjVb8ZYbAjMkfcUbCtfBvrpZBMrENaQPljfZ/s1600/la_casa_remake_immagini01_f878f076f0779bf6adb392fd80e1c672.jpg" /></a></div>
<h2 class="intro_art">
</h2>
<h2 class="intro_art" style="text-align: justify;">
Ieri, 9 maggio, è uscito nelle sale italiane Evil Dead/La Casa, film dell'argentino Fede Alvarez su cui tanto si è vociferato.</h2>
<div style="text-align: justify;">
Inizialmente pensato come sequel, successivamente dipinto come puro remake e infine definito rilettura in chiave moderna e parallela dello sfortunatissimo week end passato da Ash dentro al bosco, il film di Alvarez è indubbiamente e prima di tutto un omaggio alla pellicola di Raimi del 1981.
</div>
<div style="text-align: justify;">
Il lavoro di Alvarez dista anni luce dalla produzione indipendente che ha consacrato Raimi nel panorama cinematografico internazionale, aspetto che si nota da ogni singolo dettaglio, e nonostante questo omaggia continuamente l'opera prima proponendone inquadrature, dialoghi e scene intere.
Alvarez ha inserito nella sua produzione praticamente tutte le scene e le inquadrature chiave del capostipite abbandonando solo un aspetto.
<span style="color: yellow;">
[spoiler]</span>
Col progredire dela trama assistiamo infatti alla scena del ciondolo, al ritrovamento del necronomicon, cui fa seguito l'inquadratura rasoterra dell'entità che si avvicina, la possessione spirituale e fisica, per il tramite dei rovi, di Mya, la mano indemoniata e la sua conseguente eliminazine, la motosega, il sangue, il vomito, le budella e qualsiasi altro tipo di fluido corporeo o dettagli anatomico.
<span style="color: yellow;">
[/spoiler]
</span></div>
<h5 class="frasecentrale" style="text-align: justify;">
Il film ha il pregio e difetto di prendersi dannatamente sul serio perchè in ogni singolo minuto di visione non si assiste alla benchè minima traccia dello humor noir che ha caratterizzato tutti e tre gli originari capitoli.</h5>
<div style="text-align: justify;">
Considerato che questo lavoro è stato svolto sotto la stretta supervisione di Raimi credo che la scelta di abbandonare completamente qualsiasi aspetto ironico sia stata fatta in un'ottica di rilettura in chiave puramente cinematografica dell'originale.
Nessuna gag ivnolontaria o minimo accenno di sorriso, allo spettatore viene data immediata mostra dell'estrema crudezza e cattiveria che si abbatterà sugli sfortunati protagonisti, e col progredire della trama si viene condotti attraverso questo orrore senza che venga rtisparmiato il minimo dettaglio.
Personalmente credo che la scelta di voler creare una differente sottotrama debba essere vista nel cercare di distinguere due horror cercando di attualizzare al meglio il contesto , ma alla fine il discorso iniziato da Alvarez pare un po' perdersi per strada finendo con l'insinuare inutili e scontate pecche di buonismo nel plot. Quello che nel 1981 era un semplice week end tra amici, qui ci viene presentato come una riunione di persone volte ad aiutare un'amica a disintossicarsi dalla droga e, già che c'è, a riavvicinarla a suo fratello.
</div>
<div class="dida_left" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il nuovo punto di partenza affrontato da Alvarez ha la pecca di dare un po' di lentezza alla trama. Nel buio della sala, continuavo a chiedermi quand'è che si sarebbe assistito al massacro e bene o male ho davvero patito prima di poter vedere scatenarsi l'inferno. Quando poi si inizia a fare sul serio la pellicola diviene un vero e proprio delirio splatter fatto di fluidi corporei, mutilazioni, accoltellamenti e ogni tipo di violenza e sadismo che hanno per lo più il pregio di turbare la vista ma non sempre quello di rìiuscire a spaventare. La violenza è portata sullo schermo con una grande cura e nel massimo rispetto dell'opera originale, ma la mancanza della componente ironica rende il tutto troppo eccessivo e soprattutto mal amalgamato nello scorrere generale delle scene.
In una pellicola che si prende così sul serio e dove l'orrore della possessione sembra essere vissuto dapprima con la droga e dopo con il demonio, stona il fatto di vedere scene di brutale violenza connotate da una precisione chirurgica alternate a gragnuole di mazzate degne di Bun Spencer senza che ci sia un filo conduttore a dirci che tutto sommato ci stiamo divertendo.
Nel film originale e nel secondo capitolo più che mai, la violenza c'era, ma era anche fortemente sdrammatizzata sia dalla mimica del protagonista che dal ritmo delle scene, a metà tra horro grottesco e slapstick comedy. Qui invece è tutto cupo, serio e dannnatamente cattivo, ma in tutto questo, nel rispetto dell'originale, si è cercato di mantenere certi aspetti che in fono in fondo risultano mal amalgamati.
</div>
<div class="dida_right" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Mi preme sottolineare che questa è solo la mia opinione e che in ogni caso La Casa è un film Splatter con le palle! L'estrema cattiveria che il regista ha voluto rappresentare è davvero degna di nota nel panorama delle pellicole attuali, e le scenografie maniacalmente ricorstuite e indubbiamente migliorate grazie alla maggiore disponibilità di mezzi rendono questo lavoro superiore alle decine (per non dire centinaia) di ripp off che si sono susseguiti negli anni sino al più recente "The Cabin in the Woods".
Purtroppo questo aspetto costituisce anche il limite del film che, superata la lentezza iniziale parte in quarta e in più di una scena ha il pregio di riuscire a far distogliere lo sguardo dallo schermo per non vedere le sadiche ferite inferte al malcapitato protagonista di turno. Questa continua violenza splatter non è però intervallata da momenti di puro terrore in salsa horror e alla fine, realizzato che si è davanti a protesi di gomma e ettolitri di ketchup, ci si più anche stancare.
Sulla trama ho già spoilerato abbastanza, ma non posso tralasciare il fatto che rispetto all'originale si sia voluto inserire una sorta di cliffanger con avvitamento carpiato dei protagonisti che non mi è piaciuto per niente perchè 1) è permeato da un buonismo quasi fiabesco che davvero si poteva evitare e 2) si realizza per il tramite di un escamotage che nella sala proiezioni ha fatto urlare a chiunque un sonoro "MA PER PIACEREEEE!!!".
Vera chicca per affezionati le due frasi che vengono pronunciate poco prima del termine dei titoli di coda (anch'essi molto interessanti da un punto di vista visuale) e l'ultimo secondo e mezzo di pellicola che vuole dare il contentino a chi per tutto il film ha sentito l'assenza di qualcuno.
</div>
<div class="dida_left" style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
In definitiva La Casa, con tutti i suoi limiti e difetti, è un film che a mio parere merita di essere visto perchè ha il pregio di andare oltre alla dimensione del semplice remake cercando di proporre davvero una rilettura o un punto di vista differente di una precedente opera. Magari se nel 1981 Raimi avesse avuto più mezzi a disposizione avrebbe fatto esattamente come Alvarez senza ricorrere all'escamotage della commedia per suppliere alla povertà di mezzi, e non mi stupirei nello scoprire che lui e Campbell siano rimasti prigionieri di questa scelta iniziale finendo con l'esser costretti ad impostare i sequel secondo l'indirizzo ormai creato (<a href="http://www.amazon.it/If-Chins-Could-Kill-Confessions/dp/0312291450">ma la realtà è ben diversa</a>).
Tolto poi il riferimento all'opera omnia il nuovo Evil Dead ha anche il pregio di essere uno splatter di buona fattura, che in più di un'inquadratura riesce generare disgusto nello spettatore senza però mai farlo saltare sulla sedia, anche solo per un breve spavento seguito da una sonora risata.</div>
Ye Olde Squittyhttp://www.blogger.com/profile/06096675533932282075noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7414613448615227689.post-82374672870932249452013-04-26T00:49:00.001-07:002013-04-26T00:49:04.603-07:00Iron Man 3<div style="text-align: justify;">
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSQBnrDJ01Rj2IGGVlpPM0aD-Stk_AozOevB9Xk5FtI_caz1_fk7vud9xWkI1QTFHrTCzYqLs87Jtxl_3t69C6-BlP8tn6N7XmOEBmZTLAzBNcMtUU80RxXk9hXwDkdIFBwJKiJuu5VQZ6/s1600/Iron_Man_3.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSQBnrDJ01Rj2IGGVlpPM0aD-Stk_AozOevB9Xk5FtI_caz1_fk7vud9xWkI1QTFHrTCzYqLs87Jtxl_3t69C6-BlP8tn6N7XmOEBmZTLAzBNcMtUU80RxXk9hXwDkdIFBwJKiJuu5VQZ6/s640/Iron_Man_3.jpg" width="640" /></a></div>
<blockquote>
Alcuni mi ritengono un terrorista io mi considero un Maestro! <br />Lezione n°1: gli eroi non esistono</blockquote>
</div>
<h2 class="intro_art" style="text-align: justify;">
Esco
ora dal cinema e, iPad alla mano come nemmeno l'uomo fumetto dei
Simpson, mi accingo a raccontare l'esperienza della prima italiana di
Iron Man 3.</h2>
<div class="dida_right" style="text-align: justify;">
Dopo due trailer da vero
cardiopalma è approdato in Italia, prima che negli States, il terzo
capitolo dell'uomo di latta dell'universo Marvel.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il
testimone alla regia è passato da John Favreau a Shane Black, ex
sceneggiatore di arma letale (e interprete del ruolo di Hawkins in
Predator) che cerca di riprendere il dilemma uomo-macchina già visto nel
primo capitolo affrontando il problema sotto un differente punto di
vista.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il dubbio suscitato dal primo trailer e ribadito dalla
primissima inquadratura del film è se questa pellicola possa
considerarsi la conclusione della saga di Iron Man, <b>un dilemma che lo
spettatore avrá modo di risolvere solo al termine dei titoli di coda...</b></div>
<div style="text-align: justify;">
In
questo nuovo capitolo il rapporto uomo macchina è ancora una volta il
vero protagonista: se Favreau ci ha mostrato un Tony Stark che costretto
a fuggire da un campo di prigionia s'inventa una tecnologia nuova di
cui poi diviene succube, Black vuole mostrare una differente visione
dello stesso dramma sperimentando cosa accadrebbe se all'improvviso
tutte le ricchezze e privilegi ostentati da Stark venissero infranti nel
giro di una notte.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una formula abbastanza comune nel cinema, che
ciclicamente viene riproposta per qualsiasi eroe, Rocky, Luke, Indy,
Amleto o Tony, costretto prima o poi ad affrontare quel male che di
punto in bianco gli toglie tutti gli agi duramente conquistati.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nel
cercare di raccontare questa singolare evoluzione del personaggio la
trama ci porta indietro nel tempo, ripercorrendo un episodio del 1999
(che ci viene introdotto dalle note di "I'm Blue" degli Eiffel 65).</div>
<div class="dida_right" style="text-align: justify;">
Il lavoro di sceneggiatura è stato sicuramente difficile e il risultato è ottimo.</div>
<div style="text-align: justify;">
La
trama è stata costruita attingendo in parte dalla serie classica di
Iron Man, da cui proviene il più antico dei suoi nemici, il Mandarino,
per poi mischiare parte dello script con la miniserie Extremis.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Onestamente
credo che cercare di portare su pellicola un personaggio kitsch come il
Mandarino fosse un'idea folle, ma visto il risultato e il grande colpo
di genio narrativo che si cela attorno al personaggio alla fine la
scelta di questo villain si è rivelata vincente.</div>
<div style="text-align: justify;">
La differenza più
lampante rispetto alle due precedenti pellicole è chiaramente nella
sceneggiatura che risente molto della verve comica di Shane Black e
distribuisce le scene di azione nell'arco delle due ore e dieci di
pellicola alternando drammi interiori a frequenti momenti di pura
commedia talvolta quasi infantili.</div>
<div style="text-align: justify;">
Black celebra il proprio
passato giocando coi ruoli di Robert Downey Jr. e Don Cheadle che si
bullano l'uno dell'altro durante una sparatoria al pari di Riggs e
Murtaugh in Arma Letale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sul cast davvero nulla da dire, troviamo
un protagonista sempre più fuso nel suo personaggio, contornato dai
soliti comprimari fatta eccezione per Favreau che oltre a perdere il
ruolo di regista in questo terzo episodio viene relegato ad un ruolo
ancor più marginale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Parlando invece delle new entry sarebbe
scontato limitarsi ad elogiare la recitazione di Sir. Ben Kingsley e
allora, data per scontata la sua bravura non si può che apprezzare
nuovamente il lavoro fatto in sede di stesura dello script che ha reso
il personaggio del Mandarino un "nemico" assolutamente fuori dalle righe
degno di essere interpretato da un attore di tale levatura.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il
mandarino ci viene presentato come il male, senza patria, senza passato e
senza alcuno scrupolo. Un personaggio che fa eco a Bin Laden e che
trova terreno fertile nello scontro con l'ironica e quasi insopportabile
spavalderia di Stark. Ed è proprio su questo contrasto che si gioca
gran parte del dramma interiore vissuto dal protagonista nell'arco della
pellicola.</div>
<div style="text-align: justify;">
In questo gioco di potere si coglie infatti
l'occasione per regalare a Downey Junior un'interpretazione più profonda
che va oltre ai problemi esistenziali legati al rapporto con suo padre e
che invece lo pone definitivamente dinanzi i suoi limiti e,
soprattutto, lo scotto di dover ammettere a se stesso di non essere
nessuno senza i suoi soldi e la sua tecnologia e per questo motivo di
avere paura di quel che può accadere ai suoi affetti. Nel maturare tale
consapevolezza il protagonista dovrà finalmente fare la scelta
definitiva regalando allo spettatore un paio di momenti davvero
emozionanti.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tornando all'altra parte di cast troviamo altri due
nuovi volti, Guy Pearce e Rebecca Hall. Il primo interpreta il dottor
Aldrich Killian, fondatore dell'organizzazione A.I.M. e artefice della
creazione del virus Extremis, capace di donare ai soggetti contagiati
forza sovraumana e capacità autorigenerante degna di Wolverine.</div>
<div style="text-align: justify;">
La Hall interpreta invece Maya Hansen, scienziata della AIM a capo del progetto per lo sviluppo del virus Extremis.</div>
<div style="text-align: justify;">
Anche
in questo caso nulla da eccepire per l'interpretazione degli attori
sebbene a Pierce sia stato dedicato uno sviluppo maggiore visto che il
dottor Killian è mosso nei suoi intenti da un passato di sofferenza e di
traumi provati direttamente sulla propria pelle. Per Maya invece la
sceneggiatura non ha potuto delineare a fondo certi tratti caratteriali
ed è normale che alcuni suoi comportamenti siano relegati ai più
classici colpi di scena e mutamenti improvvisi di ruolo. In ogni caso il
lavoro sul suo personaggio è sicuramente migliore (e ci voleva davvero
poco) di quanto fatto in precedenza con Miky Rourke per Ivan Vanko.</div>
<div style="text-align: justify;">
Anche
queste ingenuità rientrano alla perfezione nel contesto di una
pellicola che si ispira ad un fumetto e non c'è certo da stupirsi se
alcuni ruoli appaiono sopra le righe sebbene in un paio di scene certe
esagerazioni facciano davvero sorridere.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Quel che invece da
soddisfazione è la continua evoluzione del personaggio di Stark, che
riprende il suo ruolo proprio là dove si era interrotto al termine de "I
Vendicatori" enfatizzando ancora di più la sua incapacità di
rassegnarsi al fatto di non essere un semidio capace di salvare il mondo
per poi sbattere il muso contro l'ulteriore verità, insegnatagli suo
malgrado dal Mandarino, che sotto l'armatura c'è un uomo più fragile di
chiunque altro.</div>
<div class="dida_right" style="text-align: justify;">
Fin qui Iron Man 3 sembra esser privo di difetti, ma adesso arrivano le note dolenti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Fin qui Iron Man 3 sembra esser privo di difetti, ma adesso arrivano le note dolenti.</div>
<div style="text-align: justify;">
La
pellicola di Black è sì più compatta rispetto ai precedenti capitoli,
ma si potrebbe anche definire "ciclica" nel raccontare gli avvenimenti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Come
nel più classico dei format la trama segue l'andamento di un grafico a
dente di sega che per tre o quattro volte ripropone lo stesso circuito
composto da momento di spavalderia, gag comica, dramma, momento action e
via di nuovo col momento di spavalderia in loop.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non che questo
mi sorprenda, ma l'impressione che si ha alla fine del film è che questa
storia si potesse tranquillamente raccontare con qualche minuto in
meno, forse questo avrebbe giovato alla dinamicità del film.</div>
<div style="text-align: justify;">
La
trama è esclusivamente concentrata sui drammi di Stark e tutto il
contorno viene narrato in maniera "soffusa" fino ad un esageratissimo
climax finale che renderà felici i fan delle armature.</div>
<div style="text-align: justify;">
Altro
problema, che peraltro affligge molti sequel, è il fatto di aver messo
un bel po' di carne al fuoco senza purtroppo riuscire ad approfondire
bene tutto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Dovendo condensare la trama in poco più di due ore si è
preferito dare per scontati certi passaggi prediligendo la componente
action che, quando arriva il momento di mazzuolare, regala scene davvero
epocali complice l'utilizzo di effetti speciali.</div>
<div style="text-align: justify;">
Si fatta
comunque di difetti di poco conto se si considera che siamo di fronte al
terzo capitolo di u a saga che ha dimostrato di avere ancora qualcosa
da raccontare.</div>
<div class="dida_right" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In
conclusione il terzo capitolo di Iron Man ha il pregio di mostrare
molto più Stark e meno armatura nonostante l'orgia di metallo e reattori
arc che ci viene regalata nell'ultimo quarto d'ora.</div>
<div style="text-align: justify;">
Qualche
minuto in meno avrebbe potuto giovare al giudizio complessivo, ma questo
terzo capitolo va comunque alla grande riuscendo a trovare il giusto
compromesso tra il quasi cartoonesco The Avengers e i due precedenti
capitoli.</div>
Ye Olde Squittyhttp://www.blogger.com/profile/06096675533932282075noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7414613448615227689.post-29802243457908550622013-03-28T00:50:00.001-07:002013-03-28T00:50:54.448-07:00La Madre...lammerda<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYZdK7s3wyBS52EVd_qzZkGniYW38LznOkGyBGj3Fm2lv7IAkdY2l4c3gagci59sHmvT-wWgPYeQttXDNn2mikMqCknfSua7rqaF9VXqJ-4999z306jFmSlqiLv7Yqo7XilhoyIpoFPYRv/s1600/Schermata+03-2456380+alle+08.48.52.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYZdK7s3wyBS52EVd_qzZkGniYW38LznOkGyBGj3Fm2lv7IAkdY2l4c3gagci59sHmvT-wWgPYeQttXDNn2mikMqCknfSua7rqaF9VXqJ-4999z306jFmSlqiLv7Yqo7XilhoyIpoFPYRv/s320/Schermata+03-2456380+alle+08.48.52.png" width="223" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Dio benedica il mercoledì a cinema ridotto!!! Se avessi pagato prezzo pieno per il film di ieri sera, con la crisi che c'è sarei davvero andato in depressione. </div>
<div style="text-align: justify;">
Meno male che la pellicola di Andres Muschietti e prodotta da Guillermo Del Toro è infarcita di involontari momenti comici che mi hanno strappato parecchie risate.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il plot è davvero quanto di più semplice e scontato possa esistere: cinque anni prima degli eventi narrati nel film, le sorelle Victoria e Lilly scompaiono assieme al padre, senza lasciare traccia. Da allora lo zio Lucas e la sua
fidanzata Annabel s'impegnano nelle ricerche sino a quando le
ragazze vengono ritrovate vive in un rifugio che ricorda molto bene il cottage de "La Casa". Grazie al supporto di uno psichiatra
la coppia riece ad ottenere l'affido delle bambine, ma non appena accolte nella casa degli zii inizia a manifestarsi un'oscura presenza che come nella migliore tradizione horror inizia a far su casini a manetta.</div>
<div style="text-align: justify;">
Senza spoilerare troppo posso dire che La Madre è l'ennesima ghost story di vendetta e rabbia che attinge spudoratamente dagli horror giapponesi sia per trama che per iconografia della presenza.</div>
<div style="text-align: justify;">
In un ambiente domestico chiuso come quello di The Grudge s'insinua l'inquietante presenza di uno spettro che turba gli equilibri di una neo famiglia appena costituita (grandissimo escamotage che permette di non dover star troppo a delineare i tratti di personalità dei protagonisti).</div>
<div style="text-align: justify;">
Diciamo che da un punto di vista puramente strutturale il film pare scritto coi piedi, attingendo qua e là dal panorama horror contemporaneo e dimenticandosi che oltre alle scene "de paura" è bene inserire un contesto meglio delineato.</div>
<div style="text-align: justify;">
Quello che pare l'iniziale protagonista viene poi mesos da parte con un'escamotage ridicolo e i personaggi di contorno hanno lo spessoredi un foglio A4 a grammatura ridotta.</div>
<div style="text-align: justify;">
Brave le bimbe, in particolare la più piccola, e carina la protagonista femminile nonstante quell'aria emo-pop-punk-freakkastronza che le si è inspiegabilmente voluto attribuire (se mi fai un personaggio bassista di una band che ogni volta che suona il basso pare disturbare la presenza maligna poi approfondisci no?).</div>
<div style="text-align: justify;">
Ridicoli invece i ruoli scritti per lo psicologo (il solito genio che va a farsi ammazzare dalla presenza nonostante abbia capito che è un essere maligno) e la bibliotecaria anziana cui va il difficile compito di dare spiegazione a tutto nei minimi dettagli (ma tranquilli, non ce n'era bisogno). </div>
<div style="text-align: justify;">
Menzione a parte invece per la creatura...quanto di più trash mai apparso, un mix tra Sadako, la nippocontorsionista di The Grudge (che già era in debito con The Ring!!!) e un tronchetto della felicità dell'area piante e fiori del Brico Center.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ad interpretare La Madre troviamo lo stesso attore che anni fa ci ha regalato l'orrenda ragazzina posseduta dal demonio che si vede al termine di REC. Si nota molto bene la fisicità dell'interprete che sa davvero trasemttere sensazioni parecchio inquietanti con la sua figura per la prima parte dle film, poi però viene svelata la faccia dell amadre e lì è inevitabile ridere come dei deficienti perchè pare di vedere l'ipotetica figlia avuta tra la Sancanchè e Sallusti scivolata nel fango. </div>
<div style="text-align: justify;">
In sostanza vedere la madre è un po' come guardare Porta a Porta mentre qualcuno, a caso, si mette dietro al divano e fa esplodere un sacchetto di carta: ogni tanto si fa un salto, ma finiti i sacchetti si è preda del sonno...La Madre, lammerda!</div>
Ye Olde Squittyhttp://www.blogger.com/profile/06096675533932282075noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7414613448615227689.post-27063509168524379292013-02-05T10:31:00.000-08:002013-02-05T10:31:35.453-08:00Frankenweenie<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilWeSAZV9tZtmpCBL80y5HlsQPIfKFUQZdeq741ohyV4SfuES8l_h9gOQ0GyIbPsyvUmmK7zy733xQoHaB2gtfLYsQA5gM3LR-kpNE2f4qEvfXo3Tl-wex5Q2AMFOgMAJRY-kq-GZoDmeo/s1600/Frankenweenie_LO-Ita.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilWeSAZV9tZtmpCBL80y5HlsQPIfKFUQZdeq741ohyV4SfuES8l_h9gOQ0GyIbPsyvUmmK7zy733xQoHaB2gtfLYsQA5gM3LR-kpNE2f4qEvfXo3Tl-wex5Q2AMFOgMAJRY-kq-GZoDmeo/s400/Frankenweenie_LO-Ita.jpg" width="280" /></a>Ho dedicato lo scorso week end alla visione dell'ultimo lavoro firmato Tim Burton, il film in stop motion Frankenweenie.</div>
<div style="text-align: justify;">
Come al solito mi son voluto rinfrescare per bene la memoria andandomi a riguardare tra gli extra del DVD di The Nightmare Before Christmas la prima versione dell'opera, realizzata con attori in carne ed ossa.</div>
<div style="text-align: justify;">
Bene o male ne son passati davvero tanti di anni dalla prima interpretazione di Sparky, il cane zombie rappezzato dal piccolo Victor incapace di accettare la sua morte per colpa di un automobilista distratto.</div>
<div style="text-align: justify;">
La prima pellicola, cortometraggio giovanile di Burton, porta la data del 1984, anno in cui il giovanissimo cineasta lavorava ancora per la Walt Disney company come character designer e intercalatore.</div>
<div style="text-align: justify;">
Complice la giovane età e, molto più probabile, il fatto di essere obbligato a dover rispettare i dettami imposti dall'azienda dello zio Walt, la prima versione dell'opera appare fresca e buonista nonostante la pesante fotografia in bianco e nero e gli argomenti trattati.</div>
<div style="text-align: justify;">
A 28 anni di distanza Burton arriva in Disney potendosi permettere di fare la voce del padrone, ma pare che qualcosa in lui sia cambiato o forse, dopo così tanto tempo, è possibile che il genio di Burbank non abbia più la stessa audacia giovanile che lo ha portato a realizzare capolavori della stop motion del calibro di Vincent.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il più recente Frankenweenie è una splendida delizia per gli occhi di un cineamatore delle pellicole horror si-fi degli anni 50 oltre che un'enorme autocelebrazione dell'autore stesso che forse, dopo aver realizzato per contratto il molto discusso Alice in Wonderland, ha provato ad andare a briglie sciolte con un progetto su cui probabilmente aveva già detto tutto molti anni or sono.</div>
<div style="text-align: justify;">
La pellicola vanta una meravigliosa fotografia, un uso magistrale della tecnica della stop motion e delle musiche da far accapponare la pelle a suon di theremin.</div>
<div style="text-align: justify;">
Peccato però che, rispetto all'originale, offra poco più che una manciata di citazioni e autocitazioni che a mio parere non ne giustificano del tutto la necessità.</div>
<div style="text-align: justify;">
Intendiamoci, vedere lo Sparky in lattice che vanta una maniacale ricostruzione di tutti i tratti dei disegni preliminari fatti da Burton negli anni 80 è una soddisfazione tanto per il regista quanto per il suo più accanito fan, ma l'allungamento della trama non trova riscontro in un soggetto altrettanto interessante e alla fine la necessaria prevedibilità insita nella trama di un prodotto di questo genere porta lo spettatore ad annoiarsi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ineccepibile il lato tecnico: personalmente ho apprezzato moltissimo l'animazione che rispetto al precedente "La Sposa Cadavere" è molto più imperfetta nel mostrare l'assenza di fluidità nei movinenti e i segni dei vari step di passo uno su vestiti, capelli e pellicce che, fotogramma per fotogramma, non fanno mistero del meticoloso lavoro degli animatori.</div>
<div style="text-align: justify;">
Un ritorno alle origini rispetto all'ultramoderno "La Sposa Cadavere" che nell'era del neo 3D digitale potrebbe lasciare i più giovani perplessi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sempre da un punto di vista puramente personale non sono rimasto del tutto soddisfatto dalla caratterizzazione dei personaggi, almeno alcuni. Se Victor e Sparky sono l'esatta fotocopia delle loro controparti ritratte nei bozzetti giovanili del regista, altrettanto non si può dire per moltissimi comprimari il cui stile sembra del tutto privo di continuità col resto della pellicola.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nulla da dire riguardo al professore di scienze Rzykruski (si chiama proprio così!!!) il cui volto è palesemente ricalcato su quello di Vincent Price (uno degli attori preferiti da Burton in giovane età nonchè ispiratore del già citato corto Vincent), mentrea parer mio davvero insopportabile sia graficamente che cartterialmente il piccolo Edgar 'E' Gore. Di rimando, tra i personaggi più riusciti, spiccano indubbiamente Signor Baffino e la
sua padrona che paiono usciti direttamente dal libro di fiabe "Morte
malinconica del bambino ostrica".</div>
<div style="text-align: justify;">
Simpatico il comparto di creature fantastiche tra cui, oltre al protagonista Sparky, brilla seppur per pochi attimi Colossus (non voglio dire di più in merito), prevedibile ma davvero geniale escamotage comico che mi ha fatto ammazzare di risate.</div>
<div style="text-align: justify;">
Un altro lato positivo l'ho trovato nel doppiaggio e in particolare al doppiatore italiano di Toshiaki che col suo assurdo accento giapponese è riuscito a strapparmi più di un sorriso.</div>
<div style="text-align: justify;">
Oltre a questi aspetti, per lo più tecnici ed estetici la pellicola si compone chiaramente di numerose citazioni da Frankenstain (ovviamente) La Mummia, La maledizione dell'uomo lupo, Gremlins, Gamera e innumerevoli opere di Tim Burton.</div>
<div style="text-align: justify;">
Riguardo quest'ultimo punto credo che più che di citazioni si possa parlare di contestualizzazioni visto che il regista, nell'autocelebrare la sua trentennale carriera non fa altro che ambientare la storia nei classici sobborghi perbenistici dei quartiri residenziali californiani già visti in Edward Shissorshans popolandoli dei suoi soliti personaggi di cui conferma la carettizzazione sia grafica che comportamentale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sul 3D non mi esprimo visto che ho volutamente evitato la visione nel formato stereoscopico perchè gli occhialini a mio parere tolgono un sacco di luminosità alle scene e in una plellicola in bianco e nero e dalle atmosfere cupe temevo potesse costituire il suicidio dela fotografia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Frankenweenie non è affatto male, divertente e cinico come Beetelguise, affascinante e inquietante come Nightmare Before Christmas, poetico e commovente come Edward Mani di Forbice e buonista come ogni fiaba deve essere.</div>
<div style="text-align: justify;">
Chi si aspetta qualcosa di differente rispetto sall'originale troverà comunque qualche novità, ma non è detto che ne rimanga piacevolmente sorpreso perchè si sente troppo lo zampino di influenze disneyane.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non certo brutto come Planet of the Apes o Alice in Wonderland ma nemmeno superbo come Nightmare Before Christmas, e in ogni caso da vedere! </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<a href="http://www.imdb.it/character/ch0352327/?ref_=tt_cl_t3"></a> Ye Olde Squittyhttp://www.blogger.com/profile/06096675533932282075noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7414613448615227689.post-88393931214196059112012-12-28T06:50:00.002-08:002012-12-28T09:58:44.345-08:00Lo Hobbit Un viaggio inaspettato<br />
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyIgleM-rMQuQI1ufgR-GVTMF8EHdKlewHR5EKiSLxPZa7tvu1pfcZaIaNvVDcKUU5g6OQtK-37xjxb556dsfT6cQCAf_760v4EATLpoiywXF3aRj7XsQWUdcOeBquWu0l7FulxA8wc9ZF/s1600/locandina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgyIgleM-rMQuQI1ufgR-GVTMF8EHdKlewHR5EKiSLxPZa7tvu1pfcZaIaNvVDcKUU5g6OQtK-37xjxb556dsfT6cQCAf_760v4EATLpoiywXF3aRj7XsQWUdcOeBquWu0l7FulxA8wc9ZF/s320/locandina.jpg" width="226" /></a>Causa il sovraccarico di lavoro che preannuncia puntualmente ogni pausa natalizia non ero ancora riuscito a vedere una delle tante pellicole natalizie uscite quest'inverno.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ciò fino a ieri quando io e il mio collega di lavoro ci siamo letteralmente imposti di chiudere baracca e burattini mezz'ora prima per concederci al visione de Lo Hobbit.</div>
<div style="text-align: justify;">
Da veri appassionati di Tolkien è dall'estate 2011 che attendiamo con trepidazione il ritorno di Jackson alla regia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Personalmente poi ho sempre adorato il romanzo di Lo Hobbit perchè mi fu letto dalla maestra a scuola prima di andare al cinema a vedere la trasposizione animata de Il signore degli Anelli.</div>
<div style="text-align: justify;">
Giusto per non arrivare con la memoria troppo affaticata dai panettoni e dai pranzi natalizi ho anche pensato di rileggere il libro quindi ieri sera sono arrivato in sala fresco di lettura e pronto a reimmergermi nelle atmosfere fiabesche della prima avventura di Bilbo Baggins.</div>
<div style="text-align: justify;">
Già perchè non si può mai scordare che Lo Hobbit è una fiaba, ben differente e molto più immatura rispetto al tomo che la segue, e va vista con la stessa leggerezza che l'autore ha voluto trasmettere nelle poche pagine del suo racconto niente di più.</div>
<div style="text-align: justify;">
Purtroppo la pellicola di Jackson soffre tremendamente del confronto con la trilogia che l'ha preceduta e questo la ende a tratti inadeguata.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il difetto più grosso del fil è quello di esser stato giratoe presentato dopo la realizzazione delle gesta di Frono, Ghimli e Aragorn.</div>
<div style="text-align: justify;">
Chi si aspettava un viaggio maturo, come quello affrontato da La compagnia del'anello non avrà pane per i propri denti.</div>
<div style="text-align: justify;">
In Lo Hobbit ci troviamo dinanzi uno stuolo di creature fantastiche, spesso impegnate in siparietti comici che per certi versi, come ha esclamato il mio collega in sala, paiono acquisite in saldo dalle pellicole di Asterix.</div>
<div style="text-align: justify;">
Visivamente l'atmosfera è molto caricaturale e grottesca, ma questo non stona col tenore del romanzo, anzi, si nota proprio la ricercatezza degli sceneggiatori e dei costumisti nel ricreare i volti e gli atteggiamenti dei numerosi personaggi che popolano le pagine del libro.</div>
<div style="text-align: justify;">
Spettacolari come sempre le location e buona anche la scelta del protagonsta così come quella del comparto musicale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Passando invece alle vere e proprie note dolenti non si può negare che in certi punti la pellicola paia palesemente diluita per cercare di allungare notevolmente la durata in vista dei sequel.</div>
<div style="text-align: justify;">
Uno stratagemma triste che spesso toglie ritmo al racconto o, ancor peggio, ne va a snaturare la trama aggiungendo i già citati sketch umoristici o scene di battaglia che fanno il verso ad action movies tamarri.</div>
<div style="text-align: justify;">
Questo è forse il più grosso difetto del film, il voler essere l'episodio di una storia che poteva tranquillamente essere condensata in tre ore, raccontando con dinamismo ed efficacia le gesta del caro Bilbo Bagghins.</div>
<div style="text-align: justify;">
Nulla da dire a livello estetico e nemmeno per il cambio obbligato di doppiatore per Gandalf, ottimamente interpretato da Gigi Proietti, ma uscendo dalla sala ci si sente proprio vittime di uno stratagemma commericale bello e buono.</div>
<div style="text-align: justify;">
Se a questo si aggiunge la sensazione di disorientamento dovuta alle forti differenze tra quest'opera e la trilogia de Il Signore degli Anelli, è facile rimanere delusi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non nego che, comnunque sia, finirò col vedere anche la conclusione di questa nuova fatica di Jackson, ma spero proprio che ci riservi il meglio in fondo...per ora non ho visto granchè.</div>
<div style="text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9tp0qBqWPcT8nYP4s7LPj2l7IUSnqj1V64AXjWwLmGkYKwtIMWcES9TMnKdDHxRHumrZsY6fce9vcIXMuhCF04m2HZKg6nSMZsP18nixZG92qYPGtY5571vWLaAUmWRYBz9XxrBQEjUVg/s1600/25.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="145" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9tp0qBqWPcT8nYP4s7LPj2l7IUSnqj1V64AXjWwLmGkYKwtIMWcES9TMnKdDHxRHumrZsY6fce9vcIXMuhCF04m2HZKg6nSMZsP18nixZG92qYPGtY5571vWLaAUmWRYBz9XxrBQEjUVg/s320/25.jpg" width="320" /></a> </div>
Ye Olde Squittyhttp://www.blogger.com/profile/06096675533932282075noreply@blogger.com0