giovedì 30 giugno 2011

CARS 2

Ieri sera, dopo un'estenuante giornata lavorativa sono andato al cinema con mia moglie per vedere l'ultima fatica Disney-Pixar.
Entrambi abbiamo sin dal principio scartato l'opzione 3D vista la spiacevole esperienza visiva che ci aveva provocato il precedente UP e siamo andati a colpo sicuro scegliento la visione tradizionale.
Onestamente ho proprio voluto dare una seconda possibilità alla serie di Cars visto che il primo episodio non mi aveva fatto impazzire a causa dell'estrema semplicità della trama e la scarsa cura adottata nel delineare alcuni personaggi.
Fortunatamente il secondo episodio mi è parso molto più brillante e, nonostante alcune pecche, è filato via liscio strappando molti sorrisi e stupendo in più occasioni gli occhi.
Già il predecessore aveva mostrato al pubblico le enormi capacità tecniche della Pixar portando sul grande schermo delle carrozzerie iperrealistiche ed è chiaro che a distanza di anni la tecnologia abbia fatto passi da gigante rendendo la pellicola ancora più stupefacente sotto il profilo visivo.
Ma il pregio migliore a mio parere va comunque agli sceneggiatori che hanno saputo combinare due storie ben distinte all'interno di un "filmetto per bambini" che alla fine riesce ad accontentare più o meno tutti.
Cars 2 è infatti strutturato come una spy story il cui protagonista è involontariamente il carro attrezzi già visto nel predecessore, Cricchetto che si troverà coinvolto in un intrigo internazionale pronto a supportare le due spie britanniche Holley Shiftwell e Finn McMissile.
Parallelamente si svolgono anche le vicende di Saetta Mc Queen che torna alle corse nonostante la decisione di prendersi un periodo di pausa perchè raccoglie la sfida, lanciatagli dal rivale italiano Francesco Bernoulli, di correre un campionato utilizzando un carburante biologico ecocompatibile.
Trama e sottotrama si intrecciano perfettamente tra sfide avvincenti, gag spesso esilaranti ma a tratti fastidiose (per lo più a causa dell'insopportabile idiozia che caratterizza il personaggio di Cricchetto) e nuovi personaggi che riescono a sollevare molto bene lo svolgersi della storia.
Davvero stupende le ambientazioni, con una tecnologicissima Tokyo (già vista nei Corti di Cars) sempre sfavillante tra luci al neon e riflessi colorati, una iperrealistica Parigi (dov'è possibile cogliere un'autocitazione a Ratatouille), Londra con Buckingham Palace, e la classicissima Italia che viene tirata in ballo con l'immaginaria località di Porto Corsa.
Purtroppo anche per la Pixar, così come per gran parte degli stranieri, l'Italia è vista come un Paese partenopeo e arretrato, un'aspetto che si respira sin dal primo momento in cui ci viene presentato l'antagonista di Mc Queen (che parla con un marcatissimo accento napoletano) e che ancorpiù si enfatizza quando vediamo il paese natale di Luigi, la Fiat 500 che vende i pneumatici a Radiator Spring.
L'Italia è raffigurata come il classico paesello campano, arroccato sui monti con la chiesetta e la piazzetta con fontana, dove ogni occasione è buona per far festa nel modo più chiassoso possibile.
Quel che si apprezza è l'ampio utilizzo di vetture nazionali all'interno della pellicola. Ok, il paese di Luigi è chiaramente abitato da Fiat 500 vecchio e nuovo modello, ma durante il film è possibile scorgere anche una Fiat Topolino, diverse Grandi Punto, una Barchetta , un duetto e se non ho visto male anche un paio di altri modelli dell'Alfa Romeo.
Assieme ad esse poi ciascun Paese regala i propri prodotti quindi in Giappone avvistiamo parecchie Honda e Nissan mentre in Francia sono le Peugeot a far da padrone anche se un siparietto romantico ci viene offerto da una coppia di Citroen lungo la Senna.
Altra piccola pecca si trova nel doppiaggio che per alcuni personaggi è affidato a celebrità (Sofia Loren, Franco Nero, Paola Cortellesi e Sabrina Ferilli) mentre per alcuni comprimari è delegato a sportivi e giornalisti (Alex Zanardi, Ivan Capelli, Tiberio Timperi, Giancarlo Bruno e Giancarlo Mazzoni) che all'orecchio non sono proprio il massimo. Simpatica l'idea di far doppiare a Lewis Hamilton la propria auto (anche perchè si e no dice due battute!!!).
Alla fine il giudizio è più che positivo, perchè con un film come Cars non si va al cinema aspettandosi la poesia offertaci da Wall-E o la comicità surreale di Toy Story.
La comicità di Cars sta nella capacità parodistica dell'intero progetto, capace di trasformare la Regina Elisabetta in una regale Rolls Royce e il Papa in una sorta di Fiat 131 ironicamente inserita all'interno della Papamobile con tanto di cherichetto/muletto al seguito!
Cars è immediato, fresco e diretto, e da quel che ho visto ieri sera la visione in 3d deve regalare ancora più azione durante le gare di velocità.
Alla riaccensione delle luci in sala, vedere la propria moglie con gli occhi stupiti di una bimba e con un sorriso sereno sul volto nonostante la dura giornata di lavoro rende il film ancora più speciale.

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