giovedì 7 luglio 2011

SECONDS APART

Dopo l'avvento degli horror orientali ci vuole un bel coraggio a rimettersi in gioco sul tema dei gemelli malefici.
L'abusatissimo argomento dei fratelli gemelli cattivi e dotati i superpoteri ci è stato infatti propinato da moltissime produzioni giapponesi e koreane, alcune anche di discreta fattura ed efficacia.
A tornare sul tema troviamo però Antonio Negret, regista messicano con all'attivo poche pellicole, che dimostra una grande finezza ditro la telecamera.
Veniamo alla trama: Seth e Jonah (i fratelli Edmund e Gary Entin) sono due gemelli dotati di capacità di controllo mentale. I due decidono di sfruttare la loro dote per realizzare quello che per tutta la durata del film viene chiamato “il progetto”, sorta di documentario video le cui finalità saranno svelate solo nell’ ultima inquadratura del film. Il progetto infatti consiste nell’ indurre al suicidio senza un apparente motivo una serie di persone sfruttando le loro paure e i loro traumi più nascosti. Ad indagare sulle morti misteriose arriva il detective Lampkin (Orlando Jones), semi alcoolizzato poliziotto consumato dalla perdita della moglie (perita durante un incendio).
A complicare ulterioriormente la situazione sarà poi Eve (Samantha Droke), che seminerà la gelosia nel rapporto tra i due gemelli facendo la corte a Seth.
Del film si apprezza moltissimo la capacità del regista di creare situazioni surreali, asettiche, alternando questi momenti di calma apparente, in cui si percepisce una tensione incredibile, a situazioni di puro delirio.
Tanto per capirci, il film inizia durante una festa di liceali dove dei ragazzi, intenti a parlare delle tette delle loro compagne di classe, improvvisamente iniziano a spararsi in testa intanto che i sopravvissuti a questa folle roulette russa, passandosi l'arma di mano in mano, continuano a fare commenti piccanti.
Dal fondo della sala dove si svolge la scena si colgono i volti pallidi di Seth e Jonah che con un'esoressione a metà tra sadica soddisfazione e attenzione critica riprendono tutto con una videocamera.
Le luci, i colori, le espressioni sono quanto di più ricercato ci si possa aspettare da una scena di questo livello. Davvero notevole lo sforzo visuale.
Purtroppo però il film trova una grande penalizzazione nell'eccessiva lentezza di alcune vicende che risultano ancorate a momenti di delirante surrealità che stridono moltissimo con la dinamicità generale del prodotto.
Ad appesantire ulteriormente l'andamento della trama ci sonno i flashback del detective Lampkin che fanno ripercorrere la perdita della moglie giustificando il suo stato di alcoolismo che troppo spesso rompono il ritmo già lento di questo film.
Curati gli effetti speciali, per quel poco che sono stati impiegati, e curatissimi gli incubi ad occhi aperti delle vittime dei gemelli.
Seconds Apart è comunque un prodotto discretamente originale nonostante l'abusata figura del poliziotto alcolizzato e della coppia malvagia.
L'innovazione forse la si trova nel tentativo di Negret di rendere assolutamente credibili le situazioni in cui si consumano gli orrori della pellicola. La festa di adolescenti non è il classico rave party all'americana con siliconate mezze nude, la scuola cattolica frequentata dai ragazzi è perfettamente coerente nel suo bigottismo ed anche le relazioni interpersonali tra Seth ed Eve sono affrontate più che dignitosamente tenendo conto del legame fraterno senza però eccedere in maniera caricaturale.
Ci si domanda come mai il regista abbia voluto dedicare così tanta attenzione al detective relegando ad un'unica scena la giustificazione dell'assurdo rapporto genitori/figli che si vede per tutto l'arco del film. Probabilmente Negret ha volutamente lasciato in incognito l'aspetto per cercare di stupire lo spettatore sul finale.
Peccato però che tutti gli indizi disseminati lungo lo scorrere del film anticipino di gran lunga la risposta, resta però l'ultima scena a svelare il motivo che ha protato i ragazzi a sviluppare il proprio "progetto".
Purtroppo però non è sufficientemente originale e alla fine fa di Seconds Apart un film ottimamente confezionato ma putroppo simile a tanti altri.

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