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Per carità, si sa che accettare l’arduo incarico di donar nuova linfa ad
un eroe per il tramite di un assurdo reboot puramente commerciale è
sinonimo di coraggio, ma il dubbio che mi pervade in questo momento è
che il buon Marc Webb (scelto probabilmente per lo più per il suo
cognome che per le doti di regista) abbia toppato.
The amazing Spiderman non è per niente amazing, anzi.
Chi come il sottoscritto ha visto al cinema tutte le gesta di
Peter-Maguire-Parker probabilmente rimpiangerà il suo sguardo simil
ebete che per tutte e tre le pellicole dirette da Raimi ha accompagnato
lo spettatore, sempre più ansioso di vedere il costume da arrampicamuri
sfrecciare tra i grattacieli di Manhattan.
Bene o male la nuova pellicola dedicata a Spiderman non è inguardabile,
in particolare la prima parte cerca di dare maggiore profondità ad
alcuni personaggi che nella precedente trilogia non avevano avuto il
giusto spazio.
Mi riferisco in particolar modo a Zio Ben e Zia May che finalmente non
sono rispettivamente relagati al ruolo di rapido dispensatore di
banalissimi proverbi sul punto di morte e ad anziana spaccaballe.
Qui gli zii Parker hanno un ruolo piuttosto attivo durante la genesi
dell’alterego acnideo, peccato però che il tutto vada sfumando da metà
film in poi.
Chi promette bene sin dall’inizio, per poi deludere a causa di un
pessimo plot, è il buon Peter Parker che, inaspettatamente, risulta ben
interpretato dal buon Andrew Garfield.
La recitazione è sempre credibile, mai troppo macchietta (difetto che
invece ho riscontrato in quella del suo predecessore Maguire) e il
personaggio, sotto il profilo puramente estetico, funziona.
Altro punto a favore è la fisicità dell’attore, davvero perfetto nella
sua incredibile magrezza per vestire i panni dell’arrampicamuri.
Complice un’attentissima ricerca da parte della regia, in più di
un’occasione si riconoscono nelle gesta di Garfield pose degne di
numerose copertine di Ultimate Spiderman, e il risultato non può che
essere gradito dai fan della serie.
E allora cosa non funzione in questa nuova incarnazione del più celebre eroe Marvel?
Beh, innanzitutto molti comprimari davvero non riescono a rendere il ruolo a cui sono stati relegati.
Mi riferisco in primis a Lizard che, diversamente da Parker, è davvero
una macchietta. Peccato perchè in fin dei conti è interpretato da un
attore più che discreto che, se non fosse stato doppiato da un
impostatissimo Pannofino (o forse Insegno, ho già rimosso) avrebbe
potuto regalare un pelo di umanità in più al suo personaggio.
Già perché fin tanto che non è ricoperto di squame, il dottor Connors
attinge qua e là dai ruoli precedentemente già visti nelle pellicole di
Raimi. Quando ragiona ricorda il dotto Octavius, quando sclera pare
Norman Osborn e infine, al termine della mutazione se ne esce fuori con
un personaggio piattissimo.
Altro grande ruolo sprecato è quello affidato ad Emma Stone, solitamente
molto brava, ma che nell’interpretare Gwen Stacy non spicca.
Mi sorge anche la più che spontanea domanda su chi abbia curato i
costumi dei protagonisti perchè tutti, ma proprio tutti, paiono vestire
abiti in liena coi tempi (Parker è perfino un po’ emo) mentre Gwen Stacy
sembra uscita da una puntata di Happy Days….mah!
In ultimo, a far davvero crollare sul finale la pellicola è la trama,
davvero mal costruita perchè, dopo un interessante “nuovo inizio” l’eroe
non fa altro che affossarsi nella ricerca di un mostro dalla psicologia
scontata (per quel poco che viene mostrato) il cui unico scopo non pare
essere quello di realizzare chissà quale malvagio piano, bensì quello
di suggerire al regista le inquadrature più assurde per impiegare al
meglio la tecnologia 3D.
Su quest’ultimo punto mi esprimo ma chi legge tenga conto che il
sottoscritto, a causa di un pesante difetto di vista che affligge la
maggior parte dei Nerd soffre di ipermetropia e trova alquanto
complicata la visione steroscopica.
Ciò nonstante si apprezzano alcune scene, per lo più perchè ricalcano
appieno le vignette dei comics, mentre dopo le prime tre inquadrature in
soggettiva ci si stufa e ci si chiede se i seggiolini del cinema prima o
poi inizieranno a muoversi in sincrono con le immagini visto che
l’effetto ricorda molto il cinema dinamico di Gardaland.
Personalmente, nonostante le numerose critiche espresse nei vari blog,
non ho trovato mal realizzato il costume, diverso sì, con le scarpine
comprate al footlocker, ma tutto sommato adatto all’atmosfera
futuristica che, fatta eccezione per il personaggio di Gwen Stacy, il
regista ha dato al suo lavoro.
In definitia queste sono le impressioni di un grande fan del fumetto,
quello che in Italia è arrivato per il tramite della casa editrice Corno
(!) giusto per capire l’età di chi scrive.
Sono convinto che i ragazzini impazziranno dietro all’ennesimo
blockbuster ma i fan di Raimi e del fumetto, tanto l’originale quanto
l’ultimate, difficilmente apprezzeranno il lavoro fatto da Webb e soci.
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