giovedì 15 maggio 2014

The Amazing Spiderman 2 il potere di Electro

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Dal primo momento in cui ho visto la locandina promozionale di Spider-Man mostrare il protagonista intento ad affrontare ben 3 villain storici ho temuto che, come per il terzo capitolo della precedente trilogia, si fosse fatto l'errore di mettere troppa carne al fuoco...in parte avevo ragione.

Ormai avrete visto tutti il secondo episodio del reboot di Spider-Man quindi è il momento di scatenare il dibattito. Premetto che, nonostante il difetto in premessa, ho trovato questo secondo lavoro di Marc Webb più definito rispetto al precedente, ma ciò non vuol dire che il risultato mi sia piaciuto. Spider-Man 2 finalmente non fa più mistero dell'obiettivo che gli sceneggiatori si sono prefissati nel portare sullo schermo una nuova saga fumettistica. La pellicola attimo dopo attimo svela il dramma esistenziale e amoroso di un hipster in calzamaglia incapace di rinunciare all'amore della sua vita ma nel contempo troppo indaffarato e divorato dal senso di giustizia (o forse dai sensi di colpa per la morte dello zio) per riuscire a conciliare la doppia esistenza di teenager e supereroe.

Spider-Man 2 ci viene raccontato attraverso gli occhi di tanti protagonisti mediante un meccanismo che propone sempre un unico tema ricorrente, quello dello scorrere del tempo.

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Il film mostra un Peter Parker (Andrew Garfield) ancora sconvolto dalla morte del colonnello Stacy e per questo incapace di ricambiare l'amore della figlia Gwen (Emma Stone). Ad interrompere questi dubbi esistenziali, acuiti dalla notizia dell'imminente trasferimento della ragazza in Inghilterra, ci pensa Harry Osborne (Dane DeHaan), amico d'infanzia di Parker, tornato a NY giusto in tempo per assistere alla morte del proprio padre Norman e ricevere in eredità il suo impero economico e tecnologico. 

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Sullo sfondo delle relazioni fra i tre protagonisti si sviluppa la nascita di Electro, in origine Max Dillon (Jamie Foxx), anonimo impiegato della Oscorp che a seguito di un incidente sul lavoro si tramuta in un essere fatto di elettricità.
Spider-Man 2 incentra lo scorrere della trama sulla sensazione di avere i minuti contati

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A prescindere che ci venga mostrato tramite l'attesa di arrivare a sera per poter festeggiare un compleanno, la lotta contro una malattia logorante, il countdown di un'esplosione o ancora i giorni che scorrono prima di vedere un aereo porter via per sempre un amore, Spider-Man 2 incentra lo scorrere della trama sulla sensazione di avere i minuti contati. Fulcro di queta scelta la si trova nel discorso di fine anno scolastico che la già orfana Gwen Stacy fa dinanzi ai suoi compagni di classe, evento fondamentale che anticipa alla perfezione gli eventi futuri. A mio personale giudizio a questo approccio va il merito di delineare molto bene la psicologia della nuova incarnazione in celluloide di Spidey creando grandi aspettative su cosa ci riserverà nei prossimi episodi (eh si perchè da quel che ci viene mostrato alla fine di tutto dubito che si riesca a fare solo un terzo film...). Il tema sentimentale, molto profondo, che culmina alla perfezione nella scena madre al termine della battaglia finale, stona invece con l'estetica generale del prodotto. Mi spiego meglio, è chiaro che Spider-Man 2 sia un film per adolescenti e ci sta anche che lo si incentri su di una storia d'amore fra coetanei. Anche negli albi a fumetti Parker ha regalato ai lettori dei drammi struggenti alternandoli a epiche battaglie contro personaggi i cui costumi sfioravano (e talvolta oltrepassavano) i limiti del ridicolo. Fortunatamente però il lettore è sempre consapevole del fatto di trovarsi dinanzi ad un fumetto.
 
Anche per questo secondo lavoro Marc Webb mostra di aver studiato alla perfezione ogni inquadratura mostrandoci pose dell'arrampica-muri del tutto identiche a quelle viste nelle vignette e questa cura maniacale si rivede anche nel look dei personaggi, volutamente esagerato e stereotipato oltre ogni limite (lo scienziato con accento tedesco, il nerd con i dentoni e gli occhiali rotti, il cattivo sovietico). Tanto l'aspetto sentimentale quanto quello fumettistico si riescano ad apprezzare singolarmente, ma nel connubio della trama risultano un po' squilibrati. 

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Il Potere di Electro si incentra sulla storia d'amore tra Peter e Gwen, vero trait d'union tra le vicende degli altri comprimari, e ci si stupisce davvero nel vedere come alla fine di tutto il villain che dà il nome alla pellicola e quello che compare nel finale abbiano un ruolo così insignificante da non giustificare l'impiego di due premi oscar per la loro interpretazione. La storia d'amore è talmente diluita nelle 2 ore e 20 di pellicola che altri aspetti fondamentali della trama (fra tutti la scoperta del perché il siero ha funzionato su Peter) passano in secondo piano e un paio di personaggi risultano superflui.
Secondo una mia personale riflessione credo che questo film si potesse fare eliminando del tutto i personaggi di Max Dillon e di Aleksei Sytsevich, ma evidentemente la devastazione che le loro nemesi causano a New York sono elemento fondamentale oltre che per riempire le platee di teenager anche per differenziare il reboot dalla precedente trilogia. 

Parlando unicamente della regia spiace vedere come il 3D abbia sensibilmente condizionato gran parte delle scene d'azione. Pur reputanto questa tecnologia del tutto inutile si comprende come questo film sia stato studiato perfettamente attorno alla proiezione stereoscopica ed è quasi un peccato averlo visto senza gli occhialini (no, non è vero!!! 3D=cacca!!!). 


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Alla fine il secondo capitolo di Amazing Spider-Man non mi è piaciuto del tutto, ma ho apprezzato molto certe scelte stilistiche così come l'apertura ad un seguito che anticipa l'evoluzione della trama verso una saga difficile e ancorpiù spettacolare (fumettisticamente parlando) e sono decisamente curioso di vedere come verrà portata sullo schermo.

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