mercoledì 5 gennaio 2011

TRON: Legacy

E' difficile dire che TRON: Legacy sia un brutto film.
E' però difficile dire che sia un film leggero, un action movie fruibile da chiunque.
Chi pensa di trovarsi dinanzi una pellicola tutta adrenalina ed esplosioni rimarrà molto deluso perchè finirà col non comprenderne il significato.
Già nel primo capitolo si respirava un senso di incompletezza , ma i tempi erano diversi. Non tutti erano in grado di comprendere appieno questo raffronto tra reale e digitale e le sottili metafore inserite dagli sceneggiatori nella trama.
Ma torniamo a Legacy...
L'ultima fatica Disney è senza ombra di dubbio un meraviglioso stupore per occhi ed orecchie perchè le spettacolari ambientazioni dark incorniciate, come tradizione vuole, da luci fluorescenti si susseguono frenetiche al suono dell'eccezionale colonna sonora firmata dal duo francese Daft Punk.
In mezzo a questo spettacolo di luci e suoni si sviluppa una trama che deve necessariamente strutturarsi in un'ottica di SPOILER passaggio del testimone FINE SPOILER.
Protagonista effettivo della pellicola è Sam Flynn (Garret Hedlund), figlio di Kevin (Jeff Bridges) misteriosamente scomparso ormai 20 anni or sono.
La mancanza del genitore genera in Sam una sorta di attrazione/repulsione nei confronti dell'universo legato a suo padre.
Pur facendo parte dell'Encom, la società informatica un tempo presieduta da Kevin, Sam tenta in ogni modo di sabotarne le politiche commerciali praticando una sorta di hackeraggio terroristico che il regista, senza ricorrere a velate metafore, associa palesemente all'eterna lotta tra Microsoft e Linux.
Proprio a causa di questi suoi intenti Sam troverà il modo per tornare in contatto con suo padre, finendo con l'essere trasportato dentro al mondo informatico che ben si conosce.
Quello che colpisce sin dal primo momento in cui ci si trova immersi nell'universo di TRON è "l'aggiornamento" che si è cercato di dare a quest'ultimo.
Nella pellicola dell'82 Flynn e Tron lottavano in abiti fluorescenti che più che sembrare futuristici strizzavano l'occhio ai vecchi peplum.
Gli auriga digitali si sfidavano a bordo delle loro moto in duelli di discobolo per ottenere le grazie della loro divinità, il Master Control Program.
In un tempo in cui si conosceva davvero poco dell'informatica questa associazione di idee era a dir poco perfetta.
Sin dal momento in cui ho visto il primo trailer della nuova pellicola mi sono chiesto come si sarebbe potuto rappresentare oggi la metafora di allora.
Ebbene, credo che il lavoro fatto sia eccellente: il nuovo universo di Tron pur mantenendo lo stile del predecessore è più esplicito, più terreno e a tratti potrei dire anche volgare.
Tutto questo non fa altro che testimoniare la diffusione di massa dell'informatica che tra hackeraggio, pornografia digitale e social network ha privato integralmente il mondo dei computer di quella strana magia, e di quel timore reverenziale che si sentiva ormai trent'anni or sono.
Detto questo torniamo alla trama vera e propria.
Una volta all'interno del computer Sam non tarderà ad incontrare quello che crede essere suo padre: si tratta di C.L.U. un programma creato molto tempo prima da Kevin Flinn con lo scopo di perfezionare la rete su cui poggia il suo sistema informatico.
C.L.U. è l'esatta copia digitale di Flynn, e in tutti i sensi. Il programma è infatti realizzato mediante una rappresentazione in CGI del giovane Jeff Bridges ed in certe scene si fa perfino fatica a capire che si tratti di una controparte interamente digitale.
Purtroppo proprio a causa dello scopo per cui è stato programmato C.L.U. ha finito col divenire una sorta di nazista ultrarepressivo che oltre ad arrestare gli hacker ed i programmi imperfetti ha finito col perseguitare e sterminare le ISO, forme di vita digitale generatesi spontaneamente all'interno della rete.
L'unica ISO sfuggita alla sua ira è Quorra (una stupenda Olivia Wilde), abilissima pilota che salverà Sam conducendolo da suo padre.
Da questo momento in poi il film prende una direzione precisa ricalcando in parte la trama e soprattutto le raffigurazioni del predecessore.
La rete altro non è che una metafora della creazione all'interno della quale "l'angelo caduto" C.L.U. tenta di sottrarre il ruolo di creatore a Flynn.
In questa lotta gli sceneggiatori paiono aver trovato anche il tempo per inserire dei messaggi parzialmente velati: oltra alla lotta per il predominio tra allievo e maestro ho apprezzato molto il ruolo dei due Jeff Bridges, Flynn rassegnato guru informatico in perenne meditazione (una sorta di Linus Torvalds esteticamente più simile a Steve Jobs), e C.L.U. dispotico programma che a tutti i costi vuole raggiungere la perfezione.
Stupenda la scena in cui Flynn spiega a C.L.U. che non potrà mai raggiungere il suo scopo perchè il mondo "è perfetto proprio perchè imperfetto".
Scontato il finale, ma realizzato con estremo pathos e visivamente perfetto.
Divertente il cameo dei Daft Punk mentre giù di tono la citazione di Star Wars durante il duello aereo. Quest'ultimo poi si conclude in una maniera che forse rappresenta l'unica vera caduta di stile di tutto il film lasciando oltretutto aperta la porta ad un imminente seguito che spero proprio vogliano far uscire a distanza di altri 30 anni.
Già perchè alla fine TRON: Legacy va bene così, si connette molto bene al suo predecessore e non sembra aver bisogno, per ora, di nuovi sviluppi.
Sarebbe bello che ci si fermasse proprio qui in attesa di quel che l'informatica potrà darci tra tre decadi.
Purtroppo però la macchina di Hollywood reclama soldi e alla fine anche una delle pelicole più innovative e sperimentali di sempre corre il rischio di divenire l'ennesimo franchising.
Spreiamo che questo non accada.
A salvare il primo TRON e a relegarlo alla stregua di film di nicchia ci ha pensato il botteghino. La pellicola del'82 fu infati un vero e proprio flop. Adesso il pubblico mastica informatica come fosse chewingum e un film del genere, per molti ma non per tutti, potrebbe davvero far esplodere un "fenomeno TRON" pari al "fenomeno MATRIX" che ha completamente eliminato la poesia e l'innovazione della prima pollicola dei fratelli Wachowski.
Io spero ancora che TRON venga capito ed apprezzato da chi davvero può farlo e lo dico non per cattiveria ma perchè sono classe '76 e ricordo ancora il desiderio e lo stupore dinanzi le locandine del primo film dove vedevo materializzati i videogames con cui, assieme a mio fratello Max, perdevo i pomeriggi davanti al nostro Commodore Vic 20.

3 commenti:

  1. tron è piaciuto molto anche a me, e a Bologna al cinema c'erò anch'io nell'82.
    Ora penso che porterò mio figlio.
    Grazie
    Stefano

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  2. Devo dire che non l'ho trovato così male.

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  3. no no infatti, è un film fatto bene e con delle metafore niente male
    vere pecche della pellicola sono il 3d che personalmente ritengo inutile e il ruolo di Tron

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