mercoledì 16 marzo 2011

Dylan Dog

Torno or ora dalla visione di "Dylan Dog, il film" e ringrazio profondamente gli adattatori italiani che a quel "Dead of Night" dell'edizione americana hanno voluto sostituire un più eloquente e chiaro sottotitolo per far comprendere allo spettatore che la pellicola dedicata all'indagatore dell'incubo è destinata al cinema e non alla televisione.
Il dubbio che attanaglia sin dal primo minuto lo spettatore di questo film è se per caso ci si stia trovando davanti ad una puntata di Buffy l'Ammazzavampiri perché il lavoro di Kevin Munroe sembra proprio attingere apertamente dai serial televisivi per quel che riguarda trama, aspetto delle creature e personaggi in generale.
Veniamo al primo punto: la trama.
Dylan Dog - Brandon Routh - è un investigatore privato di New Orleans (???) solito a lavorare in coppia con il fedele assistente Marcus (???) - Sam Huntington - su piccoli casi di tradimento coniugale.
I due vengono ingaggiati dalla bella Elizabeth - Anita Briem - per indagare sulla misteriosa morte di suo padre, dilaniato da una creatura misteriosa.
Dopo un primo momento di titubanza Dylan si metterà al servizio di Elizabeth scoprendo che dietro alla morte di suo padre c'è il tentativo da parte di un clan di vampiri di rievocare uno spirito maligno che li farà avere il predominio su tutte le creature della notte oltre che sugli umani.
Già da questo scarno riassunto si può ben capire che la pellicola è molto lontana dalle trame di Sclavi & Co. Anche i personaggi sono decisamente snaturati rispetto ai ruoli originari, primo fra tutti Dylan che oltre a suonare malissimo e giusto per un instante il suo clarinetto mostra aspetti davvero differenti dalla sua controparte cartacea.
Sono rimasto perplesso sin da subito per la scelta dell'attore, già visto in Superman Return e a mio avviso troppo giovane e bello. Non aiuta nemmeno il doppiaggio del bravo Simone d'Andrea, sicuramente capace del proprio mestiere, ma comunque inadatto a dare profondità al personaggio con il suo tono brillante e giovanile più adatto ad una sit-com che ad un horror.
Da ultimo vorrei anticipare a tutti che in questo film Dylan è figo...sì molto figo, con addominale in evidenza, pistola alla mano e sparatoria facile. Oltre al classico "Giuda ballerino" lo sentiremo pronunciare frasi del calibro di "non esiste un altro piano, solo pistole più grosse" tanto per intenderci. Insomma, il personaggio è stato parecchio americanizzato.
Chi davvero funziona bene sulla pellicola è Marcus, il socio di Dylan che per questioni di copyright non è stato raffigurato in Groucho (anche se in tre occasioni viene comunque fatto un lieve accenno). Sam Huntinghton riesce a caratterizzare molto bene la macchietta comica del film finendo sempre col creare il diversivo alle situazioni di azione che caratterizzano tutto l'andamento della trama.
Inutile come poche Anita Briem nel ruolo di Elizabeth, una bruttissima copia di Buffy.
Con queste premesse il film su Dylan Dog non parte molto bene, ma la cosa triste è che il prosieguo è peggio.
Gli effetti speciali sono davvero scadenti: i lupi mannari paiono trafugati dal set di "Voglia di Vincere" mentre i vampiri seguono la squallidissima raffigurazione dei telefilm di ultima generazione senza alcun accenno di originalità.
Nessun merito nemmeno a Belial, la creatura evocata che a parte un discreto make up crolla inesorabilmente nelle sue raffigurazioni digitali.
Ma su questi passaggi si può ancora soprassedere, da fan del personaggio si possono accettare certi compromessi.
Peccato però che la sceneggiatura arrivi inesorabile a dare il colpo di grazia su tutta la vicenda tentando di inserire patetici camei (l'antico vampiro Sclavi), intrecci pseudo politici e colpi di scena telefonatissimi arrivando frettolosamente ad un finale che sinceramente lo spettatore sperava di vedere almeno con una mezz'ora di anticipo.
Sì perchè il più grande difetto di Dylan Dog, il film è che complessivamente tutti gli aspetti elencati ut sopra rendono la pellicola noiosa.
Come prima prova, dopo così tanti anni e tantte aspettative non mi aspettavo certo un capolavoro, ma mi sarei accontentato di un 5+.
Per me Munroe è da 4.

5 commenti:

  1. Ale, io ti stimo tanto ^^
    Non ho il coraggio nè la forza di andare a vedere questo film, che anche prima di leggere la tua bella recensione mi sapeva di dissacrazione e di 'cagata pazzaesca'.
    Resterò nel mio oblio.. sperando che sparisca presto dalle sale.. e, Dio non voglia, non abbia abbastanza successo per produrre un sequel ^^

    Una abbrazio
    Michela

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  2. Mi rincresce informarti che il film ha il finale aperto e la produzione,già sicura del successo di sta porcata,ha in cantiere altri 2 sequel.Speriamo che la crisi di Hollywood ci salvi da certe minchiate!

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  3. T'ammazzo di bott, robot, a mort!

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  4. con quell'humour potresti fare il duro nei film di Hollywood

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  5. Meglio Dellamorte Dellamore? Sicuramente Rupert Everett è più adatto al ruolo, dato che a lui si ispira il personaggio.

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