
Come tradizione vuole dopo un paio di pellicole sequenziali arriviamo finalmente al prequel della storia narrata nel primo capitolo interrogandoci su quale incredibile stratagemma gli sceneggiatori abbiano trovato per riuscire a inserire delle telecamere amatoriali nella vita di una normale famiglia.
Fortunatamente il personaggio del patrigno delle ragazzine protagoniste fa il cameraman ai matrimoni e dispone di un'attrezzatura che neanche a Saxa Rubra, quindi la questione si risolve facilmente così lasciando spazio all'evolversi della trama.

Sicuramente vincente la scenta di affidare al regia a Henry Joost e Ariel Schulman, registi già esperti nel campo dei documentari ma ancora mi chiedo come si sia potuto pensare di scrivere una trama così assurda e soprattutto non coerente con quanto già narrato nei precedenti capitoli.
Sì perchè chi si aspetta di vedere il tanto famoso incendio cui si è accennato nel primo e secondo capitolo rimarrà deluso e soprattutto si interrogherà su come cacchio sia possibile che due sorelle, dopo aver vissuto quanto narrato in questo terzo episodio ricordino solo vagamente quanto accaduto.
Ma volgiamo scherzare?
Certo andando al cinema non mi aspettavo di vedere un capolavoro, ma almeno contavo di assistere a quanto effettivamente anticipato dai flashback di PA1 e 2 e invece nisba.

Fa poi rabbia vedere sfuttar male certe soluzioni come quella di montare la telecamera su un ventilatore che basculando offre lente panoramiche di ciò che accade a destra e sinistra.
La prima volta che si vede la ripresa effettuata cn questa tecnica ci si immagina di tutto, ma alla fine la delusione arriva imminente visto che l'escamotage è sfruttato per creare una sorta di gag da dolcetto o scherzetto che non spaventa neanche un po'.
Paranormal Activity 3 fa molta fatica ad andare avanti e ancr più a far paura quindi è sconsigliatissimo come film per il vostro Halloween.
Molto meglio Trick'r'Treat.

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